Tra le scuole che sgomberano per lasciare spazio ai militari

7 Dicembre 2015
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 Gianna Lai

Riassunto delle precedenti puntate. Comune di Cagliari e Istituto Tecnico commerciale, trasferiti a Monserrato, per ragioni di sicurezza, bloccano l’Asse Mediano. Discussioni accese sullo spostamento di migliaia di studenti, dalla città alla periferia, perchè sembra si preparano altri trasferimenti. Assessori, Consiglieri comunali e dipendenti del Municipio si lasciano convincere dal Commissario della Provincia a rientrare a Cagliari, per lasciare campo libero alle scuole nell’Asse Mediano.
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E’ tutta mia la città! Godono i fortunati commercianti della zona di via Grazia Deledda, S. Eusebio, Ada Negri, Sebastiano Satta, baristi, fotografi, librai, parrucchieri, tabaccai e ristoratori. Duah duah duah, cantano felici nei cori improvvisati i commercianti, finalmente libere strade e piazze da questa massa ingovernabile di giovani, a piedi o in motorino.  Non se ne poteva proprio più dei nostri locali sempre invasi da interminabili file di docenti e studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale di Cagliari. E chi un caffè, e chi liste infinite di testi scolastici, e chi sigarette, e chi uno shampoo, magari approfittando dell’ora buca. E poi tutti quei genitori, e le riunioni al pomeriggio che non ci davano tregua, siamo stati pure costretti, in questi anni, ad assumere nuovi dipendenti, per tener testa a tutta la clientela sempre in crescita. Adesso sì che si sta bene, locali vuoti e negozi deserti, si spopola mezza S. Benedetto,  arriva Natale e, per fortuna, non saremo ancora presi d’assalto come negli anni scorsi. E silenzio per la strada, quel vociare insopportabile sui marciapiedi, chi  chiede in prestito il libro di Diritto, chi si fa ripetere dal compagno l’ultima lezione sui logaritmi, chi stringe perchè sarà bocciato, e chi  frastima contro il professore, e chi  difende i bidelli, chi ride a creppa pelle alle cazzate proprie e dei compagni.   
Mi che devono tornare, anche se sono ancora sull’Asse Mediano, mi che  i docenti dell’Istituto Tecnico Commerciale, prima di partire a Monserrato, hanno votato per una scuola avveniristica, da 5 milioni di euro, che allarghi le sue propaggini nei sotterranei di via S.Eusebio, e dalla quale nasca, perciò stesso, una vera nuova didattica. Anch’essa avveniristica e a prova di pedagogia e pedagogismi!  E da dove li tirano fuori tutti  quei soldi, dal  Progetto Iscola della Regione?  Macché, saranno ministeriali no, per un progetto cosi ardito! Macchè, i soldi per la ristrutturazione di quel bellissimo stabile è pronta a metterli la  Legione dei Carabinieri, per farne camerate, d’accordo la Provincia, che così quei soldi se li risparmia.  Inizio e fine lavori previsto po’ lamparasa. Immoi das cumprendiu  perché L’Istituto Tecnico Commerciale di Cagliari deve stare dentro e fare i turni durante i lavori, non essendoci, come dice la Provincia stessa, alcun pericolo immediato di crollo? Proprio come fece negli anni novanta, quando anche il Preside, prof. Cossu, partecipò all’occupazione contro lo sgombero. Si, perché funziona così, la scuola da mettere i sicurezza, che passa le chiavi all’impresa e va in periferia, perde subito tantissimi alunni, molto difficilmente rientra in sede ed è destinata a chiudere, già non è la prima volta! Bisogna ribellarsi! Perchè oggi, con la povertà che c’è, molte famiglie scelgono il corso breve del diploma, ed è un attacco al diritto allo studio dislocare Istituti Tecnici e Professionali in luoghi periferici e fuori mano, che mette in crisi e costringe all’abbandono primi fra tutti i più deboli, i pendolari  dei paesi più lontani. Si son chiesti in Comune in provincia e in Regione da dove vengono i ragazzi? Che già lo sappiamo noi come funzionano i mezzi pubblici e quanto costa un abbonamento!
E it’è, vogliamo ridurre ancora il numero degli alunni dei Tecnici e dei Professionali, adesso che stavano stabilizzandosi? Vogliamo riservare la scuola solo a chi se la può permettere? Cos’è, in continuità con la politica berlusconiana di Moratti e Gelmini, che hanno fatto scempio degli Istituti Tecnici e professionali, non riconoscendogli più ruolo e la funzione, e minacciando le famiglie con la cancellazione del  valore legale del titolo di studio? Che già lo sapevano loro si, come lo stavano distruggendo il lavoro nel nostro Paese, e che  l’Italia che entrava nel mondo globalizzato, di quei begli operai e tecnici specializzati, che l’avevano fatta crescere e l’avevano arricchita nel dopoguerra, ormai non se ne faceva proprio un bel niente nessuno! E i nostri amministratori comunali e regionali? Si vede che gli va bene anche a loro che i più poveri siano messi ancora di più in difficoltà a frequentare al scuola!
Fra chi parteggia per gli studenti e chi parteggia per l’Arma si apre un feroce confronto, che finisce a votazioni, poco dopo, sul marciapiede di via Grazia Deledda. A vincere, solo per un pelo, sono i primi tra la curiosità dei passanti di fronte allo spoglio delle urne, ma nessuno è in grado di dire a cosa mai potrà servire questo nuovo strampalatissimo voto. Ita seus burdus nosu, votano quelli dell’Istituto Tecnico Commerciale, e noi che  abitiamo qui, e ci abitavano anche i nostri babbi e le nostre mamme…..! Perché se in questa scuola è tutto a minchiate  di competenze, debiti e crediti,  adesso veniamo anche noi  a riscuotere, vogliamo essere rimborsati del danno procurato in questi anni alla città dallo spostamento degli Istituti Tecnici e Professionali. Restituscano le scuole alla città i politici, in debito con noi di decine di caseggiati, di centinaia di classi, di migliaia di studenti! E sa cosa depiri abarrai accomenti esti immoi in via S. Eusebio, questa scuola è nata nel 1862 ed è qui dal 1930, e qui deve restare che è sottoposta a vincolo dai Beni Culturali. Ma avete visto la lapide degli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale morti durante la Prima Guerra mondiale? Si, quella di marmo posta all’ingresso, nell’androne, spettacolo commovente e monito contro tutte le guerre, picioccheddus costretti a abbandonare la aule per andare a morire in trincea? Trasferiamo anche quella al Besta o la regaliamo direttamente ai carabinieri, che la mostrino ai turisti in occasione di Cagliari musei aperti, insieme all’elenco degli ultimi 670 studenti, quelli di quest’anno, che hanno vissuto in questa scuola?

La fine alla prossima puntata…salvo nività

1 commento

  • 1 Martini: hic manebimus optime | Aladin Pensiero
    10 Dicembre 2015 - 17:37

    […] agli studenti del Martini che perserò la vita nella prima guerra mondiale. Ce lo ha ricordato alcuni giorni fa su Democraziaoggi Gianna Lai: “Ma avete visto la lapide degli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale morti durante […]

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