Gavinu Dettori
I POTENTI DELLA TERRA,… dopo il fallimento dell’EXPO, si confrontano ancora: bisogna stabilire chi sarà il primo rinunciatario al contenimento delle energie sporche. Anche i paesi poveri sono chiamati a guardare e prendere atto che i disastri prodotti dai grandi ci tocca tutti e che allo sviluppo bisogna rinunciare: le fonti di energia e le risorse dei loro paesi sono servite per fare grandi gli altri, che usandole indiscriminatamente per trarne il massimo profitto hanno distrutto l’ambiente.
POTENZA, una espressione poco felice, sia che si riferisca al rapporto fra le singole persone che al rapporto fra le potenze statuali rispetto agli Stati deboli. E’ l’espressione che si sente in questi giorni quando ci si riferisce al consesso che deve insediarsi per discutere e deliberare sul da farsi sui problemi climatici del pianeta.
E’ un problema che riguarda tutti, e ci riguarda sia come popoli che come singoli individui, esposti ai rigori del clima, che non si può più dire naturale.
Così ci siamo accorti che anche l’involucro aereo, trasparente, apparentemente infinito, impalpabile,…un bene immateriale di cui nessuno può appropriarsene e che ci avvolge tutti, è stato almeno violato e compromesso nella sua essenza originaria da far ricadere su ognuno di noi cause catastrofiche .
Subito si dice che la causa è dell’uomo, e questo lo sappiamo! Ma più specificamente è di alcuni uomini, ed anche questo lo sappiamo.
Sono stati i “POTENTI”’ e non sembri la solita diceria, se ancora oggi loro stessi amano chiamarsi così. I potenti ci sono quasi sempre stati nella terra, ed hanno dominato sui deboli sotto varie forme. Un dominio che si è manifestato attraverso la sottomissione , pure anche con la schiavitù, ancora oggi presente su alcune parti della terra, per giungere anche alle moderne civiltà e democrazie dove ancora esiste la sottomissione della donna.
Ma i potenti di una volta manifestavano la loro potenza nei confronti dell’uomo e dell’ambiente terrestre e non incidevano sull’atmosfera e sulla variabilità del clima.
E’ con la rivoluzione industriale che si è manifestato il fenomeno, ed ha inciso primariamente e direttamente sempre sull’uomo, ma nessuno pensava che l’ammorbamento dell’aria concentrata nelle zone industriali, un giorno si sarebbe tanto estesa, a causa delle altre scoperte tecnologiche, delle nuove tecniche di guerra, dello sfruttamento del petrolio,… da mettere in pericolo tutto il sistema di vita. Chi non ricorda le letture delle denunce dello sfruttamento dell’uomo, della vita negli “slum” operai inglesi scritte da Engels e Marx,…. Ed anche del secolo scorso, quando le Corbusier denunciava la moria degli alberi di Parigi e proponeva la sua utopistica, ma non tanto, “ ville radieuse” immersa nel verde e con i percorsi differenziati?
Ma la storia a poco è servita se si pensa che nella nostra Sardegna, l’ultima propaggine delle zone industriali d’Italia, gli effetti inquinanti non sono ancora oggi scongiurati, e dopo lo smantellamento delle cattedrali industriali, oltre la disoccupazione, bisogna combattere per il risanamento ambientale.
Beh! I POTENTI ci sono ancora, e la loro potenza, derivante dall’accumulo, gestione e sfruttamento indiscriminato delle risorse è giustificata come indispensabile motore di progresso e sviluppo. Si! Il sistema economico capitalista che non deve avere freni nello sfruttamento delle risorse e dell’uomo per produrre il “ benessere sociale”, ha prodotto queste figure che hanno dominato il mondo, anche scatenando le guerre fra i popoli, producendo morti dirette ed indirette nel tempo a causa degli inquinamenti radioattivi e di fumi micidiali con lo incendio dei pozzi petroliferi, e con l’uso nella vita quotidiana, imposta dal “progresso”
Il disastro prodotto è tale e per tanta incuria, subito irreversibile, che ti morde la coscienza anche bruciare le frasche in campagna per scaldarti, perché produci CO2, che nelle quantità naturali è assorbibile, ma che oggi ha raggiunto quantità limiti che minacciano l’equilibrio dell’ecosfera terrestre.
Ora, nessuno potrà loro impedire di riunirsi per porre rimedio alle loro malefatte, ed i POTENTI e i POTENTI STATI del mondo, avranno carta bianca per imporre ad ogni singolo uomo ed a ogni singolo Stato pur anche debole, le loro decisioni.
Così gli “Stati potenti” non vorranno rinunciare ai loro privilegi, ed ai piccoli è negata la possibilità di crescita.
Impossibile non essere pessimisti, dopo 23 anni di inutili incontri, senza mai produrre un documento di critica e autocritica dell’abusato e ingiusto sistema capitalista che è causa del disastro; senza mai mettere in forse l’asseto della distribuzione impari della terra fra i popoli, del sistema proprietario dei terreni, delle risorse e del loro sfruttamento.
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