Roberto Mirasola
A periodi alterni ritorna il dibattito, mai sopito, sul sovranismo, entità astratta mai definita e mai chiara. Mi rendo conto della difficoltà di fondo a comprendere tale pensiero politico se coloro che se ne professano unici depositari sono anche coloro che tramite il loro atteggiamento creano più confusione. È possibile sostenere la nascita di uno stato nazionale sardo e al contempo governare con un partito che ha fatto del neocentralismo il suo cavallo di battaglia? Certamente no. Ciò non significa però che sul sovranismo non si possa sviluppare un ragionamento chiaro e coerente. La nostra Costituzione ci ricorda che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei limiti previsti dalla stessa Carta Costituzionale. Ma questo principio a mio parere è stato bellamente disatteso e mortificato. Volete un esempio emblematico? La lettera Draghi - Trichet datata 5 agosto 2011 e indirizzata al governo Italiano. Tutti noi ricordiamo quei momenti drammatici che portarono alla caduta del governo Berlusconi e alla successiva nomina a primo ministro di Mario Monti. Un governo scelto dal popolo cede il passo ad un altro senza che il popolo stesso venga consultato. Ma cosa conteneva quella lettera? Per la prima volta la BCE entrava nel merito della politica economica Italiana indicando la strada da seguire. A fronte delle resistenze da parte del governo italiano le ingerenze aumentarono. La letteratura specialistica parla di una telefonata da parte di Angela Merkel al presidente Giorgio Napolitano per chiedere di sostituire l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi con un altro premier. L’ingerenza non fu soltanto da parte di un organo sovranazionale ma anche da parte di uno stato membro dell’U.E. Si potrà obiettare che questo è complottismo allo stato puro. Obiezione difficile da sostenere, visto che la fonte era il Wall Street Journal e del resto diversi testi, che non sto qui ad elencare, riportarono la notizia. Eppure negli anni l’Italia non era la prima volta che si trovava nel mezzo della bufera monetaria così come l’andamento altalenante prima nel serpente monetario e poi nello SME (sistema monetario Europeo) stanno a testimoniare. Cosa era cambiato dunque? L’ideologia liberista si stava ormai affermando ed enunciava i suoi principi, primo fra tutti il vincolo di bilancio. Dopo anni di battaglie il potere finanziario scalzava la politica relegandola ad un ruolo di secondo piano. Ormai le decisioni vengono prese a livello Europeo a Francoforte, Bruxelles e Berlino. Si è dato vita ad un neocentralismo che mortifica i territori. È’ accettabile tutto ciò? Io credo di NO.
Questo modo di ragionare è stato fatto proprio anche dal nostro premier Matteo Renzi. La riforma del titolo V è sotto gli occhi di tutti così come l’Italicum. Le Regioni perderanno potere in materie importanti, ma ancor più preoccupante è l’inserimento nella riforma della clausola di salvaguardia che consente allo Stato di intervenire su proposta del governo in materie non riservate alla legislazione esclusiva, qualora lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica del Paese. Chi porterà avanti dunque le istanze dei territori oggi più che mai mortificati? Oppure siamo tutti d’accordo e accettiamo supinamente questo nuovo rapporto Stato Regioni? Noi siamo convinti che questa battaglia la si debba affrontare a viso aperto. Siamo consapevoli delle difficoltà che incontreremo nel coinvolgere anche coloro che sono rimasti legati ad un passato, seppur nobile, che oggi però non esiste più. Siamo consapevoli che lo scontro politico ormai prossimo farà saltare tutte le contraddizioni del cosiddetto centro sinistrasardo, che teorizza una sua esistenza a discapito del governo centrale. Analisi che vuole che si possa governare con il PD a livello locale ma al contempo essere all’opposizione a Roma. Intendiamoci non è in discussione la legittimità del PD , solo, non si dica che è un partito di sinistra. Non basta mettersi l’etichetta di centrosinistra per esserlo, sono le politiche praticate a testimoniarlo, e questo vale sia a livello centrale che regionale che comunale. Chi ha inserito nella nostra Costituzione il fiscal compact? Chi ha inserito nel nostro ordinamento giuridico il job act? Chi sta costruendo nel 2015 centrali a carbone a Portovesme? Chi sta dando l’assenso agli inceneritori? Chi sta dando l’autorizzazione alla costruzione di nuovi centri commerciali in via dei Tigli? Chi sta dando l’assenso alla costruzione di nuove abitazioni in via Bolzano, in barba a tutte le promesse elettorali? Ecco Cagliari Città Capitale ha intenzione di dare risposte adeguate a tutte queste domande. Questo vuol dire percorrere la strada nebulosa del sovranismo? Esattamente l’opposto: una proposta non ideologica, ma programmatica su cui dare, anche a Cagliari, battaglia in modo deciso e senza compromessi.
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