Battere la controriforma Renzi: istruzioni per l’uso

15 Novembre 2015
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Red

L’approvazione dell’ottobre scorso a Palazzo Madama non ha consluso l’iter di stravolgimento della Costituzione con la soppressione del Senato elettivo. Il ddl dovrà tornare alla Camera dopo il primo voto favorevole del 10 marzo scorso. Per la verità Montecitorio aveva già dato il suo assenso l’8 agosto 2014, ma, a causa degli emendamenti nell’altro ramo del Parlamento, il testo è cambiato; e dunque richiede di un ulteriore voto di conferma.
I capigruppo della Camera dei Deputati hanno raggiunto un accordo sui lavori per l’approvazione dell scasso costituzionale. L’iter sul Ddl Boschi inizierà il 20 novembre prossimo a Montecitorio, con la discussione generale. Il voto sugli emendamenti è invece fissato per il 4 dicembre, mentre il voto finale è stato programmato per l’11 gennaio prossimo alle ore 15. Questa calendarizzazione è stata frutto della mediazione della Presidente Laura Boldrini, alla quale hanno aderito tutte le forze dell’emiciclo ad eccezione del M5S, che opportunamente insiste nella sua ferma opposizione.
Il percorso terminerà ragionevolmente con il referendum confermativo (meglio: oppositivo) sulla controriforma costituzionale nell’autunno 2016. Sì perché c’è ancora una chance per fermare il ddl Boschi, come avvenne nel 2006, quando la maggioranza del popolo italiano respinse la riforma costituzionale sostenuta dal centrodestra guidato da Silvio Berlusconi.
In quell’occasione, però, c’era un’opposizione molto più forte nel paese, non solo in Parlamento. Per i comitati che si batteranno contro la controriforma, l’impresa oggi è molto più ardua. Molti che nel 2006 erano contro lo scasso di Berlusconi, oggi sono d’accordo sol perché la sfascista è Renzi. Certo, il Movimento 5 Stelle, la Lega, Sinistra italiana, le varie componenti della sinistra (o quel che ne rimane), le reti associative e le personalità del mondo della cultura (Rodotà, Zagrebelsky, Villone, Pace ecc.) riusciranno a mobilitare una parte significativa dell’elettorato. Ma questa volta è più difficile, l’impegno dev’essere più forte.
Se si tiene presente che i “ribelli” del Pd (tranne qualche eccezione) hanno finito per appoggiare il testo Boschi, che Forza Italia è divisa (e forse non veramente interessata all’esito referendario) e che la maggioranza dei media sono dalla parte di Renzi, allora ci si rende conto che la battaglia referendaria sarà durissima.
Inoltre è certo che il premier tenterà di trasformarla in un “plebiscito” per arrivare fino al 2018. A tale proposito, non è infondata l’opinione di chi mette in luce la posta politica che si cela dietro il referendum: la consultazione popolare sulla revisione costituzionale si terrà pochi mesi dopo le elezioni comunali, perciò se in primavera il responso delle urne a Roma, Milano e Napoli fosse avverso al Pd, in autunno la consultazione popolare sulla Carta si trasformerebbe per Renzi in un paracadute, in un’occasione di rivincita e di rinnovata legittimazione al cospetto degli italiani. È vero, la sfida decisiva verrà alle Politiche, è lì che bisogna battere il leader del PD e si vedrà se il M5S, ora in forte ascesa, avrà saputo convincere gli italiani, sopratutto quelli, a sinistra, che continuano a mostrare una pregiudiziale ostilità per i pentastellati, nonostante essi conducano con vigore e coerenza in Parlamento una battaglia su tanti temi propri della sinistra. Il passaggio del referendum, comunque, sarà dirimente.
Renzi ha anche connesso la controriforma ad un’altra questione, che rende già chiari gli argomenti che saranno usati dai sostenitori del ddl Boschi nella prossima campagna referendaria. L’adeguamento pedissequo ai diktat dei centri di potere europeo lo legittima presso quei potentati, che egli ritiene decisivi quanto e forse più del consenso degli italiani. In fondo, non sono loro che hanno sbarrato, per il tramite di Napolitano, la strada di Palazzo Chigi al buon Bersani? L’ex segretario PD era ancora troppo intriso della sua fede riformista di ascendenza comunista.
Dunque, il governo non farà ricorso solo a temi già noti per difendere la bontà delle sue scelte (la cosiddetta “governabilità” e la pretesa efficacia nei processi deliberativi). Ma insisterà anche sul consolidamento del ruolo del nostro paese in ambito Ue, che la combinazione delle controtiforme sul Nuovo Senato, Italicum, flessibilità del mercato del lavoro dovrebbe garantire. Una ragione in più per battere insieme Renzi e la politica antipopolare europea.

Scheda

Controiforma del Senato, come funziona e cosa cambia

Come funziona, cosa cambia e quali sono le competenze del nuovo Senato. Ecco cosa prevede la controriforma.
Il ddl Boschi mette mano alla Costituzione e per questa ragione sono necessari due letture in ogni camera, ovvero due approvazioni sullo stesso testo. Tra la prima e la seconda lettura devono passare tre mesi.
Per quanto concerne la prima approvazione è sufficiente la maggioranza semplice. Per la seconda, invece, ci sono due possibilità, secondo quanto stabilisce la Costituzione.
Se il testo sarà approvato a maggioranza assoluta, dai due terzi del Parlamento (almeno 420 deputati e 210 senatori), diventerà subito legge costituzionale. Se invece sarà ratificato solo dalla maggioranza delle due Aule, si dovranno attendere altri tre mesi.
Durante tale periodo “di riflessione”, se si raccolgono le firme necessarie, potrebbe (non è obbligatorio) essere indetto un referendum popolare confermativo. Se il referendum la rigetta, la controriforma che modifica la nostra Costituzione non diventa legge. Se il referendum la approva, oppure se non viene convocato, dopo un periodo di tre mesi la legge entra in vigore.
Il referendum costituzionale, come statuito dall’artico 138 della Costituzione, può essere richiesto da “un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali”.  E’ caratterizzato, inoltre, dall’assenza del quorum. La controriforma Costituzionale, quindi, è approvata se ottiene la maggioranza dei voti validi.
Che la consultazione avrà luogo appare molto probabile. E’ difficile che la controriforma, infatti, ottenga la maggioranza assoluta in seconda lettura.

2 commenti

  • 1 francesco Cocco
    15 Novembre 2015 - 11:33

    Ha ragione Red: sarà una battaglia difficile: Non c’è tempo da perdere, bisogna organizzarsi. Non si può consentire che si distrugga la Costituzione, eredità della Resistenza. Ma che fanno le associazioni che si richiamano alla lotta antifascista?

  • 2 Tonino Dessi'
    15 Novembre 2015 - 20:04

    Certo, che sarà difficile. La gente è confusa e lo spirito costituzionale non pervade un’intellettualità camaleontica, i troppi giuristi cortigiani, i partiti sempre più opportunisti. Cercheremo di dare una mano: fate sapere come organizzarci.

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