Andrea Pubusa
L’altro giorno al teatro Quirino di Roma, i parlamentari della sinistra italiana hanno presentato “un’altra idea d’Italia e una legge di bilancio alternativa“. Un primo passo - dicono - verso il partito della sinistra. Ma con quali obiettivi? Michele Piras, parlamentare sardo, spiega nel suo blog: “una proposta articolata che immagina una Repubblica dei beni comuni, una economia a misura d’ambiente e una svolta ecologista, un sistema di diritti sociali e civili capaci di innovare il Paese e di farlo uscire dalla crisi combattendo le diseguaglianze, riducendo le spese in sistemi d’arma, tassando i patrimoni della fascia più ricca della popolazione, fermando il consumo indiscriminato del territorio“.
Scusami compagno Michele, queste parole mi richiamano alla mente un ritornello già sentito. Ai tempi di “Sinistra democratica” e poi di “Sinistra e Libertà” e poi nella fondazione di SEL. Nella stessa prospettiva la lista Tsipras. E poi? Poi, caro Michele, avete giocato a “fotti compagni“, una pratica in cui siete maestri, per mantenervi il sedere al caldo di una poltrona.
Quando si è avviato il processo di formazione di Sinistra e Libertà, io c’ero e tutti voi che avete dato vita a quella formazione politica, avete lavorato a creare uno sbarramento verso quei compagni, che aderivano senza la voglia d’intrupparsi, ma al solo fine di creare una sinistra coi pregi e senza i difetti del PCI. Invece, avete preso i difetti non del PCI, ma del PSI o, addirittura, della DC, e non avete acquisito alcuna virtù dei vecchi partiti del movimento operaio. La vostra è stata innanzitutto una resa morale. Non che abbiate rubato, questo non risulta, ma la morale politica è cosa più specifica e profonda rispetto all’illecito penale. E’ immorale dire che si difendono e si vogliono allargare gli spazi democratici e poi si fa terra bruciata intorno a coloro che non hanno spirito gregario o che possono, per intelligenza e serietà, acquisire il consenso dei compagni e dei lavoratori. E’ immorale dire che ci si batte per il lavoro e non aver fatto neanche un giorno di lavoro. Anzi si aborrisce il lavoro o lo studio e si briga per vivere di politica, ossia eternamente, non pro tempore, sulle spalle di chi lavora. E’ immorale intendere l’impegno politico solo come attività volta ad acquisire cariche pubbliche. E infatti inseguite le mode, cambiate continuamente nome, create periodicamente nuove formazioni della sinistra, ma siete sempre gli stessi, i soliti noti, ossessionati dall’idea di perdere la carica. E vi capisco: senza cariche non potete tornare ad essere normali cittadini che vivono del proprio lavoro, potete solo diventare degli spostati senza arte né parte.
Bene, basta questo per capire perché la sinistra si è ridotta a numeri da prefisso telefonico: perché voi siete profondamente immorali e i lavoratori e i cittadini lo hanno capito. Non a caso a voi, alle vostre trame, ai vostri tatticismi deteriori, preferiscono l’astensione o, quelli che votano, scelgono il M5S, che fa quello che dice.
Comunque, le potenzialità di questo ennesimo “nuovo” inizio si misurano sul tasso di apertura all’area democratica e sulla disponibilità insieme a far spazio a chi vuole entrare e a farsi da parte. Scrive magistralmente Michele Piras: “serve – per l’oggi e per il domani – la costruzione paziente e determinata di un’area e di una formazione politica della sinistra, di un partito nuovo che sappia innovare il campo della rappresentanza, costruendo spazi partecipativi, accoglienti, inclusivi di una nuova generazione politica. Servono laboratori di idee e innovazione. Dinamicità e una carta di valori che opponga una sfida alta alla decadenza della politica e alla crisi della rappresentanza. Il nuovo gruppo non è che un primo contributo a un lavoro lungo e a un processo più ampio e dal basso di (ri)cucitura fra parti di società, individui, spazi sociali, associazioni, esperienze di rete. Ricominciamo a guardare al futuro”.
Parole bellissime. Sottoscrivo! Ma tradurle in azione concreta è lo scoglio vero. Passar dal “fotti compagni” all’accoglienza il salto è grande, molto grande, è tremendamente difficile. Ci avete sbattuto la testa finora, credo che ce la sbatterete anche con la neonata “Sinistra italiana”. E sapete perché? Per quella insincerità immorale che è parte assorbente oramai del vostro dna. L’accoglienza implica una riforma morale vera profonda. che a voi finora manca. Ma non voglio essere accusato di pregiudizio. Benvengano le smentite! Benvengano le aperture e la disponibilità a far spazio ai nuovi compagni e ai democratici. Nel frattempo, se ci saranno elezioni, prò io mi prendo il sicuro e voto cinquestelle. E’ l’unica opposizione che esiste, dice e fa molte delle cose che condivido, a partire dalla difesa della Costituzione. E’ l’unica lista capace di battere Berlusconi e Renzi. Se farete meglio, più in là, si vedrà.
2 commenti
1 Andrea Murru
11 Novembre 2015 - 10:35
Gentile Direttore,
temo sia l’ennesimo tentativo di creare, in seno al Parlamento, una breccia nella quale inserirsi al fine di poter “pesare” di più. Un indizio? Nessuna forza, esclusi i fuoriusciti dal Pd, per ovvie ragioni, ha sciolto il partito di provenienza. Sono stati d’altronde gli stessi organizzatori a declinare l’operazione come “gruppo parlamentare”. Volendo esser buoni si potrebbe pensare che vogliano sperimentare la convivenza prima di convogliare a nozze; pensando male potrebbero essersi tenuti le mani libere per potersi muovere più agevolmente nei territori decidendo, di volta in volta, gli appartamenti e le alleanze più convenienti. Il tempo dirà.
2 Annalisa
11 Novembre 2015 - 14:54
Tutto vero Andrea. Ma la presenza di Valentino Parlato è comunque di buon auspicio.
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