“Il Martini non si muove”: parola dell’assemblea

23 Ottobre 2015
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Gianna Lai

Chiede alla Provincia di ritirare la delibera il Comitato in difesa del Martini e, così come già avenne 25 anni fa, che il lavori per la messa in sicurezza della scuola di via S. Eusebio si svolgano senza interrompere l’attività didattica, fatti salvi gli spazi direttamente coinvolti nel ripristino dei solai ai vari piani. E già, perchè il Liceo Michelangelo, che cedette le chiavi del portone all’impresa, non ha fatto mai più ritorno in via Grazia Deledda, e così tante altre scuole coinvolte in lavori di ristrutturazione, dall’Artistico in poi. Figuriamoci oggi di fronte alle esternazioni di loquaci funzionari, che poco si preoccupano di invadere spazi politici, neppure lontanamente di loro competenza!
L’assemblea organizzata l’altroieri dal Comitato, opponendosi al trasferimento al Besta, propone un’alternanza delle lezioni, mattina e pomeriggio nella sede storica di via S. Eusebio, ma solo a partire dall’inizio dei lavori, che devono essere definiti nella durata già prima dell’inizio. E già, perchè fino a questo momento niente si sa di come e quando verrà avviata la messa in sicurezza della scuola, neppure, addirittura, dei tempi e dei modi del finanziamento dei lavori. Si sgombera in tutta fretta, entro i primi di novembre, mentre l’unica cosa certa è che  la Legione dei  Carabinieri preme per appropriarsi del Martini, la Marina militare per il  Liceo Alberti, e il funzionario Camogli pure, a sostegno di entrambi. Che tempi, quando la scuola della Repubblica apriva aule e classi nelle caserme e nei conventi dismessi, e i centri cittadini venivano invasi da giovani più che da divise militari!  11 mila studenti attraversavano quotidianamente Piazza Repubblica, quando lo Scano non era ancora finito a Monserrato, e c’era ancora il Michelangelo, oltre all’Eleonora d’Arborea, il Dettori  e il Martini.      
Così, l’altra sera, gli interventi all’Eleonora d’Arborea, che ha prestato l’Aula Magna ai docenti del Martini impegnati in questa importante battaglia, hanno ribadito preoccupazione e disappunto per il modo con cui il problema  è stata fino ad ora gestito ma, insieme,  proposte che trovano una larga adesione tra studenti e genitori e sostenitori, in generale, del Comitato. Aperto  a tutti quelli che hanno a cuore il destino del Martini, e della scuola a Cagliari, esso vede la partecipazione, in particolare, di ex docenti del Martini stesso, tra cui Francesco Cocco, Franco Meloni, Francesco Casula, che, prendendo la parola in assemblea, hanno ribadito il significato di questo Istituto tecnico posto al centro della città, chiedendo anch’essi il ritiro della circolare: una scuola dell’innovazione da 150 anni, importante riferimento per tutta la provincia e per i giovani dell’intero territorio, il cui trasferimento forzato al Besta ci indigna e dovrebbe  indignare  Sindaco e Regione, dopo il vergognoso esilio degli istituti tecnici e professionali nella estrema periferia cittadina. E poi i docenti, preoccupati che già la sola minaccia di trasferimento possa mettere, fin da subito, in crisi la scuola, col taglio massiccio di iscrizioni per il prossimo anno, non essendo facilmente raggiungibile la nuova sede di Monserrato, nè potendosi contare sul sistema dei trasporti nel territorio, tra i meno affidabili. A rischio il posto di lavoro, a rischio un presidio importante della cultura per l’intera città: così, tra gli altri, Rosa Maggio docente di diritto, così Silvio Trudu, ingegnere e giovane docente del Martini. 
 Che carabinieri e Marina militare occupino i luoghi dell’esercito dismessi a Calamosca, è sostanzialmente il discorso conclusivo su cui si trovano tutti d’accordo i partecipanti: questa battaglia culturale in difesa della scuola a Cagliari deve costruire un fronte di partecipazione più ampio, e vigilanza democratica che vada oltre le dichiarazioni estemporanee della politica. Della quale, i primi a non fidarsi sembrano proprio gli ex docenti del Martini che, nei prossimi giorni vogliono lanciare  un appello alla città, per rendere pubblico il testo redatto dal Comitato.
 Seguono le firme di adesione al documento, ed in questo modo si chiude l’assemblea. Non senza ulteriori discussioni, man mano che si abbandonano i locali dell’Eleonora d’Arborea, su come coinvolgere le persone dentro e fuori la scuola: e se manifestassimo nei marciapiedi e nelle strade di fronte alla scuola? E se si facesse come 25 anni fa, quando si organizzò una vera e propria occupazione, contro i tentativi di spostare l’Istituto Martini in altro luogo, cui partecipò attivamente, primo fra tutti, il Preside di allora, il professor Cossu, unendosi ai docenti col suo sacco a pelo, per rendere più confortevole una resistenza anche di lunga durata?    

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