Lucia Pagella
In occasione della raccolta delle firme per i referendum indetti da Pippo Civati ho ritenuto di dovermi attivare personalmente perché è inutile lamentarsi per quanto sta accadendo e poi non fare nulla contro un sistema che ci sta privando dei nostri diritti fondamentali.
Dopo aver firmato mi sono fatta dare i moduli per la raccolta firme e poi, gambe in spalla, ho fatto chilometri per raggiungere tutti quelli che potevano aderire rivolgendomi anche a sconosciuti incontrati in luoghi da me solitamente frequentati.
La mia è stata una esperienza limitata ma significativa perché ha evidenziato atteggiamenti ricorrenti sull’affidamento che possiamo fare sulla voglia di cambiare dei cittadini.
Una prima constatazione riguarda la quasi totale disinformazione in merito: nulla di strano atteso che radio e televisione hanno fatto a gara a chi dava meno notizie, del resto anche i giornali hanno generalmente osservato un rigoroso silenzio. Almeno nel 90% dei casi le persone a cui mi sono rivolta non sapevano nulla dell’iniziativa e purtroppo neppure dell’oggetto dei referendum nonostante che in proposito le notizie non siano mancate.
Mi sono chiesta cosa mai ascoltino o leggano gli Italiani. Forse soltanto la gazzetta dello sport ed i fumetti. Con santa pazienza ho cercato di dare tutte le informazioni necessarie e devo dire che non è stata una perdita di tempo perché poi molti hanno firmato e la loro adesione ha avuto un carattere decisamente trasversale.
Mi preme però qui evidenziare le ragioni di coloro che alla fin hanno preferito dare forfait.
Molti si sono dimostrati scettici sull’iniziativa e, viste le passate esperienze, non mi sento di dargli del tutto torto anche se ritengo che una raccolta firme, al di la del raggiungimento dello scopo, ha però la valenza di un segnale volto ad allertare coloro che non accettano critiche e intendono “ andare dritti “. Dove? Spero a sbattere contro un muro!
Ma alcuni mi hanno profondamente deluso: si trattava di amici e conoscenti anche dei miei figli che si professano di sinistra ( anche se forse sarebbe preferibile definirli “ sinistri “ ). Questi ex compagni o si sono definiti “ renziani “ tout court e non sono neppure voluti entrare nel merito di una civile discussione così sicuri che il loro idolo abbia sempre ragione oppure hanno sottolineato che “ finalmente qualcosa sta cambiando “. Inutile far presente che le modifiche sono peggiori del male perché, abituati a leggere i giornaloni di regime, non sono neppure disposti ad ammettere che ci possa essere un’altra verità, anche questa discutibile, su cui riflettere prima che sia troppo tardi.
Bene! Le cose sono indubbiamente cambiate: non esistono più le tutele del lavoro che costituivano pietre miliari nel lungo cammino che i lavoratori hanno intrapreso dall’epoca della rivoluzione industriale. I così detti contratti a tempo indeterminato di indeterminato hanno soltanto la data in cui il lavoratore sarà accompagnato più o meno gentilmente alla porta anche senza giusta causa.
Non possiamo più sceglierci i nostri rappresentanti? Che importa: chi ha in mano il bastone del comando saprà lui individuare i migliori e quelli che siederanno ( talvolta ) sugli scranni di Montecitorio saranno i suoi rappresentanti ovvero i rappresentanti di una classe imprenditoriale avida e miope quando non corrotta e collusa con le grandi organizzazioni criminali del paese.
Le trivellazioni in mare ed il loro carattere strategico sono un rischio per la salute degli uomini e del pianeta, ma vuoi mettere la soddisfazione di partecipare alla distruzione del paesaggio ed alla possibilità che un incidente nell’Adriatico possa uccidere questo mare chiuso su cui si affacciano chilometri di splendide coste che sono la nostra vera ricchezza ?
Le grandi opere sono un’occasione di sprechi senza precedenti? Ma chi se ne frega dei carri bestiame su cui spesso sono costretti a viaggiare i pendolari o le strade rese impervie dalle buche, le scuole che seppelliscono sotto le loro macerie i nostri figli ?
E che dire del demansionamento che espone i lavoratori al ricatto di essere usati nel modo che più aggrada al datore di lavoro e dei presidi manager che annulla la libertà di insegnamento perché dopo tre anni chi non si è genuflesso di fronte al loro potere potrà essere sostituito?
Ecco le novità che questi corifei del cambiamento accettano (mi auguro) acriticamente consistono soprattutto nel rendere ricattabili i lavoratori e tutti noi ex cittadini.
Ecco perché quella che è purtroppo ancora la maggioranza degli italiani mi sembra votata al masochismo più sfrenato!
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