Immondezza, buona educazione e imbecillità

25 Settembre 2015
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Andrea Pubusa

Ad agosto mi sono preso un po’ di critiche (superficialità, elogio della maleducazione e simili) perché in un post ho parlato dell’imbecillità di quelle amministrazioni comunali, che lamentano l’abbandono dell’immondezza nella strade, ma non dotano i luoghi pubblici di appositi raccoglitori. Come nelle spiagge di Chia, dove ogni giorno, d’estate, giungono migliaia di gitanti e non c’è neanche un cestino per i rifiuti. Sì c’è l’ecocentro comunale a Domus de Maria, bello e funzionante, ma in aperta campagna, fra le montagne del paese. Introvabile e lontano!
Qualcuno alle mie considerazioni ha obiettato che la gente civile si porta l’immondezza a casa e la conferisce nei modi stabiliti. Un altro si è meravigliato che un prof. di diritto amministrativo scriva quelle cose.
Prendo atto delle critiche (sempre gradite e stimolanti) e ammetto che anche i prof. possono dire e fare corbellerie (la nostra giunta regionale docet!), ma confermo quanto ho detto, e non per testardaggine o partito preso.
L’altro giorno sono stato a P. Pino ed ho visto che nelle strade intorno non ci sono cumuli d’immondezza abbandonata. Poi ho constatato che nella spiaggia ogni 70-100 metri ci sono dei contenitori, quattro in ogni punto per l’esattezza,  di diverso colore, per fare la raccolta differenziata. Di più, all’uscita della spiaggia ci sono due piccoli recipienti di plastica blu, per far sì che chi sta andando via con la bustina di plastica piena di rifiuti, li butti lì anziché portarseli in macchina o abbandonarli. Ci sono cestini anche lungo il canale ogni 30 metri. Morale della favola. A P. Pino è impossibile andar via con l’immondezza al seguito. Uno dovrebbe farlo per dispetto, facendo male anzitutto a se stesso. In conseguenza le piazzuole stradali sono pulite. Il Comune anziché ripulire le strade, raccoglie i rifiuti nei punti di deposito adeguatamente predisposti.
Questa è buona gestione della nettezza urbana. Non la pretesa supponente che, in nome del civismo, costringe i cittadini a portarsi i rifiuti in macchina o esige che s’inoltri in aperta campagna per raggiungere l’ecocentro. E sapete cosa sta sotto tutto questo? Un appalto mal congegnato o fatto all’insegna del risparmio.
La civiltà è una corrente continua. Non la si può pretendere dai cittadini, se l’amministrazione è mancante e irrazionale. C’è negli uni se c’è nell’altra. Anzi, è l’amministrazione che ha una funzione “educatrice”, in conseguenza delle sue scelte appropriate a risolvere i problemi. A P. Pino si reca in gita molta gente che in altri giorni va a Chia. Sono le stesse persone, che in un caso buttano i rifiuti nei cestini, nell’altro, non sapendo dove metterli, li abbandonano. Come si vede, la differenza fra le due situazioni la fa proprio l’amministrazione. A scelte amministrative virtuose corrispondono comportamenti dei cittadini altrettanto virtuosi. E viceversa.

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