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Corbyn, 63 anni è il nuovo leader del Labour Party: in sintesi, incarna poco il politico tradizionale e condivide le idee dei greci di Syriza, vuole porre fine alla politica di austerità del governo, imporre più tasse ai più ricchi e rinazionalizzare alcune industrie e servizi, a partire dalle ferrovie. Ieri il prevedibile attacco di Cameron: “laburisti promettono più spese e tasse”. Ma il buon Jeremy non le promette a tutti, solo ai ricchi, ai poveri invece le vuole togliere dando loro anche molti servizi gratuiti dall’Università alla sanità.
Dopo la mutazione genetica del Labour ad opera di Blair si volta pagina: finalmente un esponente della sinistra alla guida del partito, uscito scosso dalla sconfitta alle elezioni di maggio. Il barbuto esponente anti-austerità, secondo gli analisti, raccoglie le preferenze dei ceti popolari, colpiti dal neoliberismo, e di quanti vogliono dare una scossa alla politica britannica insabbiata in una fittizia alternanza fra destra e destra, come in Italia.
Non a caso l’ex primo ministro Tony Blair è sceso apertamente in campo contro la candidatura di Corbyn e ha “elegantemente” consigliato a quanti si sono lasciati conquistare il cuore da lui: “Fatevi un trapianto“. Ma il trapianto deve farselo lui, in faccia.
Destre inglesi all’attacco, da Blair a Cameron. Buon segno, dopo Siryza e Podemos, la vecchia talpa della sinistra scava anche nel Labour.
1 commento
1 Pierfelice Todde
14 Settembre 2015 - 10:33
Corbyn non ha mai lasciato il Labour Party, anche quando alla guida del partito e al governo era Blair.
Bisognerebbe farlo presente a Fassina, Civati ecc.
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