Il vizio occulto … della “buona” scuola

9 Settembre 2015
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Gavino Dettori

Mentre l’attenzione  è tutta concentrata  sui problemi del precariato  e delle assunzioni, giusto perché avere garantito  il posto di lavoro non è una bazzecola, ma senso di dignità nella vita, salta agli occhi l’anomalia del fatto che si debba ingaggiare una lotta proprio con lo Stato, con colui che legifera e regolamenta la disciplina, imponendola all’osservanza dei privati, mentre è poi il primo a disattenderla, tanto da farsi richiamare dall’Europa, e nonostante rimangano ogni anno migliaia di posti vacanti che bisognerà coprire con le supplenze di docenti esclusi dall’accesso in ruolo.  Ma tant’è,  l’impellenza del posto è tale da distrarre il corpo docente da un problema non meno grave  che riguarda la valutazione del suo lavoro e che in ogni caso emergerà e potrà essere affrontato nel corso della sperimentazione delle norme di questa riforma.
 La valutazione è tanto importante perché investe direttamente il problema principale del fare scuola: sia nei contenuti che nella maniera di applicarli. Non si vuole sfuggire alla valutazione, quanto anticiparne il “positivo” risultato con una programmazione a monte della didattica della classe. Dico positivo, perché diversamente sarebbe il fallimento e lo sconvolgimento  della sfera del sapere degli studenti, futuri cittadini. E questo nessuno lo auspicherebbe; ma bisognerebbe uscire dal consueto metro di giudizio applicabile ad ogni altro lavoro.
Il problema, pur necessario, la “riforma” in atto,lo affronta nella maniera più rozza e deviante, senza pensare alla specificità del lavoro del docente rispetto agli altri lavori. Si vuole in effetti nascondere la vera qualità del lavoro nella scuola, che implicherebbe una riflessione e una progettazione seria di quale e di come  deve essere svolto il lavoro  della didattica .  Perché la valutazione del docente,  nella “scuola di tutti “, o più intesa come  “scuola di massa”, non riguarda soltanto la valutazione della sua preparazione culturale ( che ogni docente deve avere nella sua materia,… ma non solo)  ed anche il rapporto e il  risultato singolare con la classe, quanto il coinvolgimento di ogni docente nella programmazione e nell’assolvimento  del programma complessivo e unitario di tutte le materie.
E’ ben noto che nella libertà d’insegnamento c’è il cardine  della formazione libera e plurale di ogni studente,e cittadino. Ma spesso questa libertà, che è del docente, è stata usata  per mascherare negligenza, inefficienza  impreparazione,…. ed anche tendenzialmente per orientare o disorientare socialmente lo studente.
La formazione sociale, umana , è certamente  più difficile  rispetto alla formazione scientifica e tecnica, perché l’obbiettività dei giudizi sugli avvenimenti umani è  quanto mai dispari in ognuno di noi,….ma lavorando collegialmente si può tentare di essere il più possibile obbiettivi.
Nella pretesa valutazione del docente si maschera la volontà reazionaria  di parcellizzare l’insegnamento e di tenere sotto controllo il docente, quand’anche  creare una frattura fra i docenti differenziandoli in meriti e miseri incentivi economici, mascherando altresì l’aspetto fondamentale: lasciare che la scuola, senza alcuna programmazione,  si trascini neghittosamente seguendo le singole capacità didattiche di ogni docente.
Il   PROFESSORE è  lavoratore,…. DIVERSO, che  è chiamato ad insegnare e dare giudizi, ma è difficile esprimere un giudizio su di lui,… nel senso che nella scuola di massa è difficile giudicare  l’ operato del singolo professore nella classe, pur anche la preparazione nella singola materia, quando si vuole che ogni studente abbia una formazione complessa e unitaria del sapere : e questo si potrà ottenere soltanto ed in primis con il lavoro unitario e programmato dei docenti, negli organi collegiali, ed in particolare nel Consiglio di Classe.
Se vogliamo una “buona scuola”, DIVERSA da quella che la riforma contiene, bisogna partire  proprio dall’esame della figura del PROFESSORE, perché in ultima analisi, la “ buona scuola” la fa il buon professore, e se vogliamo la si fa  anche con poche risorse e umili ambienti,…. Basta pensare  a come, i Missionari religiosi fanno scuola in villaggi sperduti, riparati sotto un albero e incidendo segni su  una pietra  o sul terreno,… ma anche il nostro Don Milani , Albino Bernardini, ……ed altri pionieri e volontari della diffusione della conoscenza ( a costo zero)  nei quartieri popolari  sono tante esperienze consolidate,….che hanno contribuito ad elevare il grado di istruzione nel nostro paese e nel mondo.
Ogni altro lavoratore, si misura con cose materiali:  oggetti naturali, attrezzi,…  configurando mestieri di  lavoro manuale e intellettuale, creando una frattura di valori e valore  non solo economica ma anche di classe ,..… Così è stato deciso e consolidato  nel mercato,….
 Per la  SCUOLA ,  l’insegnamento è stato assimilato al lavoro intellettuale, ….  ma da quello comunemente inteso si differenzia per la specificità  “dell’oggetto “    che tratta.
Chi ha amore per i propri figli  ( sentimento egoistico, naturale e terribile), auspica per loro un “buon professore”,  ma lo vede come antagonista  come  lavoratore  ( lavora poco, lavoro leggero,. troppe vacanze,…  più che sufficiente lo stipendio,….)  Ma il professore, nel suo operare, si deve inventare il “come insegnare” ( la didattica) che varia   e dipende dal livello di conoscenza e dal modo di sentire  il mondo, dello studente,…..  allora il professore è anche psicologo e anche padre,… Già nell’antichità i futuri discendenti dei regnanti erano affidati ai MAESTRI,… Oggi dicono , che l’unica persona alla quale il principe giapponese  si inchina sia il suo MAESTRO.
Anche oggi l’insegnamento è tanto bello e gratificante, quanto poco apprezzato e riconosciuto. L’analfabetismo di ritorno e la dealfabetizzazione  della società è il sintomo palese e grave della disaffezione agli studi dei giovani che vedono nel miraggio del lavoro l’indipendenza desiderata,…
Ma la colpa è dei governanti!  Che non  considerano la scuola  il momento dell’apprendimento non solo della conoscenza scientifica, tecnica e umanistica,.. che fanno muovere anche il mercato, ma ancor prima, la crescita dell’uomo come cittadino, dal cui cosciente e corretto comportamento deriva la pace sociale,..
Beh! Il mestiere del PROFESSORE è veramente DIVERSO ed è difficile valutarne i risultati, che dovranno essere sempre buoni, diversamente la pianta uomo crescerà storta.
E’ diverso insegnare al singolo studente: se è un principe o un povero,  … ovvero in una scuola di massa,…     Un professore ogni giorno può incontrare anche 100 studenti in diverse classi, di età diverse, di provenienza sociale diversa, di preparazione di base diversa, di caratteri diversi, di interessi diversi, di genere diversi,….    Ed è sempre difficile saper entrare nella testa, di ogni singolo,…. ma ancora più difficile  accomunarli insieme  nell’apprendimento della  conoscenza.
Il buon lavoro del professore,è il profitto raggiunto dalla classe, ma è anche un fallimento imperdonabile se alcuni restano indietro,ed è frustrazione e non c’è rassegnazione del professore ad ogni fallimento, quando non conosci tutte le cause e sai che dietro c’è una mente viva e potenzialmente buona.
La scuola non è mera conoscenza, ma metodo e programma, gestito unitariamente dal corpo docente, per una formazione complessiva dello studente, che abbracci orizzontalmente tutte le discipline, per schiuderle dai compatimenti stagni in cui ogni singolo professore rischia di tenerle. Il sapere equilibrato degli studenti viene dall’apporto collaborativo di vari docenti, e non è equilibrato il sapere, se uno studente è bravo in matematica e scarso in storia,….. un altro è bravo in storia e scarso in matematica,… 
Lo stesso docente forma quindi studenti bravi e meno bravi: come giudicare il lavoro del docente? 
Ecco, il lavoro del docente a scuola e in particolare nella scuola di massa è ….DIVERSO : e perché non è un lavoro rivolto al singolo individuo, e perché sulla formazione dello stesso studente concorrono vari docenti in varie materie non tutte ugualmente accettate dallo studente, seppur mirabilmente insegnate, e perché, fondamentalmente, lo studente non è un oggetto che si lascia plasmare, come accade con un oggetto materiale, derivandone un risultato univoco e dipendente dalle uniche capacità del lavoratore o,…. artista che sia,…
Voglio dire che una “ buona scuola di massa”, nasce dal metodo con cui si programma  la didattica della classe, nei momenti di programmazione riservati negli organi collegiali, ed in particolare  nel Consiglio di Classe.
I docenti devono prendere di mano la bacchetta del giudizio sul loro operato, da chi non conosce gli strumenti della didattica, imponendo a loro stessi il metodo di lavoro più  proficuo ed efficace per gli studenti.
Non sembri strano, ma il giudizio del docente non potrà che essere “positivo” ed è di tutti i docenti della classe, perché così voluto con la programmazione didattica a monte, con verifiche puntuali  nel corso dell’anno. In ogni caso bisognerà esprimerlo in funzione del risultato di merito della classe.
Credo che un  “ buon  PROGETTO  scuola” si evidenzi dal modo di valutare il lavoro del docente, che significa pensare a come organizzarlo, non lasciandolo alla sola conoscenza della materia,…. Perché la scuola di massa richiede  metodi didattici diversi dall’insegnamento individuale , o di elites.
La scuola di massa è  la “scuola di tutti” ed è la scuola della DEMOCRAZIA, ed è per lo sviluppo di questa, che bisogna attrezzarla.

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