Benvenuti nel mondo virtuale!

5 Settembre 2015
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Lucia Pagella

Devo confessare che non appartenendo ( purtroppo ) alla Web generation
i miei rapporti con il computer ed il telefonino non sono dei migliori ed altrettanto dicasi per tutte le applicazioni.
Il mondo virtuale tanto citato e tanto decantato mi infastidisce.
Io credo ancora all’amicizia, quella vera, possibilmente  nata sui banchi di scuola o all’università.
Avere cinquemila followers mi sembra un’inutile mostruosità : chi sono queste persone che chiedono e danno  “ l’amicizia “? Vanitosi che si vantano di avere in abbondanza qualcosa che non esiste o esseri solitari che si illudono di riempire il vuoto delle loro vite affettive ?
Amicizia significa affetto, condivisione, ed anche rapporto dialettico. Come è possibile avere tutto questo da sconosciuti che si raccontano dando di se stessi una versione personale e certamente edulcorata senza possibilità di riscontro?
Una volta viaggiare significava anche entrare in contatto con gli altri. Un lungo viaggio in treno o in aereo erano l’occasione per incontrare persone diverse che se non potevano dirsi amici potevano diventarlo. In ogni caso vi era uno scambio di notizie e di esperienze; talvolta si potevano superare pregiudizi e ricredersi su modi di vita alieni ma non per questo necessariamente peggiori dei nostri. Oggi sedersi al proprio posto significa condividere lo spazio vitale e l’ossigeno con un soggetto che si affretta a tirar fuori il computer portatile o il telefonino di ultima generazione - che da piccolissimo che era ha oggi le dimensioni di un libro senza possederne il contenuto - e per tutto il viaggio osservare le dita del vicino che scorrono sulla tastiera od allargano le immagini. Spesso mi chiedo cosa abbiano da comunicare di così urgente. E la stessa domanda, naturalmente più inquietante, me la pongo quando osservo quattro ragazzi al bar che di fronte alle bibite ormai calde continuano ad avere rapporti virtuali con gli assenti. Neppure la differenza di genere cambia le cose. Ciascuno fa per conto proprio e mi vien fatto di chiedermi fin dove si spinge questa loro autonomia.
Mi sembra di vivere in un mondo in cui la finzione ha sostituito la realtà forse perché questa è ormai un luogo da cui fuggire.
Ma il mondo virtuale ipotizza anche altre situazioni e crea altri problemi.
Sembra che il lavoro sia la soluzione di tutti i mali ma…
Ma al lavoro in effetti si è dichiarato guerra  perché è un inciampo per chi si vuole arricchire presto e bene. Si è cominciato con l’allungare l’età pensionabile per cui i giovani devono mettersi in fila in attesa che quelli che occupano i posti esistenti tirino le cuoia. Ma vi è di più : ho da poco sentito parlare di una fabbrica giapponese che sarà governata esclusivamente dai robot. Ovvio, i lavoratori che ne traevano sostegno verranno rottamati. Del resto è di moda.
Si dirà che ci sarà sempre bisogno dell’uomo per costruire i robot. Errore !
I robot costruiranno altri robot e l’Intelligenza Artificiale sarà in grado di progettare futuro.
Non chiedetevi chi acquisterà i mirabolanti oggetti che verranno prodotti in queste fabbriche da incubo in assenza di persone prive di salario o di stipendio. Gli oggetti serviranno esclusivamente ai paperoni che già oggi dominano il mondo. I sindacati diverranno ( ed in parte lo sono già ) un residuo del passato e lo sciopero un’arma spuntata. In un certo senso il nostro caro leader sta conducendo una battaglia di retroguardia quando se la prende con i sindacati e con gli scioperi. Poverino non si è ancora accorto che il problema fra poco non esisterà più e che anche lui sarà rottamato come tutti gli arnesi che hanno raggiunto lo scopo.
Godiamoci quindi,per il tempo che ci sarà dato, le nostre vere amicizie, leggiamo i nostri libri di carta che si possono anche toccare ed annusare e poi speriamo che in un futuro - che non mi auguro prossimo - i robot si ribellino e siano loro a distruggere quella casta che adesso sembra inamovibile.

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