A Nuxis la sagra della pecora è un’altra cosa…

20 Agosto 2015
Nessun commento


Andrea Pubusa

Anche quest’anno la sagra della pecora di Nuxis è stata un successo. E sapete perché? Anzitutto perché non è la sagra della pecora, ma sa festa de Su ‘Addeu, forma aspirata de “Su Boddeu“, il nome del nucleo centrale e più antico de bidda. Ma che vuol dire? Boddeu deriva da “boddiri“, raccogliere, ed indica il luogo di raccolta originario degli abitanti, sparsi nel circondario. La zona, si sa, era caratterizzata dall’esistenza de is furriadroxius, gruppo di case sparse nelle campagne, dove vivevano contadini e pastori in mezzo alle loro terre. Prendevano il nome della famiglia. Se ci pensate furriadroxiu è un nome bellissimo, indica che li si torna sempre, in qualsiasi luogo si sia andati si furriat, si gira per tornare a casa, in famiglia. Qualcuno lo confonde con “medau“, ma questo è il luogo dove il pastore tiene al pascolo gli animali, ma lì non sta la famiglia, non ha la casa, di solito invece un riparo provvisorio. Ma tornando a noi, a Nuxis su ‘Addeu (su boddeu) indica il luogo in cui cominiciarono a convergere quanti abbandonavano su furriadroxiu, troppo esposto alle bardane e agli assalti di bande di malfattori. Mio nonno Antonio abbandonò il nostro furriafroxiu nel 1903, a seguito di una bardana in unu furriadroxiu vicino e venne a vivere proprio li in su ‘addeu, poco sopra il ristorante Letizia, dove vivono ancora i miei cugini. Sa festa de su ‘Addeu è dunque la festa del paese, potremmo dire della rarrcolta dei paesani, se non apparisse esagerato, dell’unione dei nuxiai. Ecco perché è diversa dalle altre sagre della pecora della zona, perché non è la sagra della pecora, ma la festa del paese..E tutti sono mobilitati per la riuscita, coordinati dalla pro loco.
Di buon mattino chiamo Efis, il mio muratore, per confermare la prenotazione di un tavolo, e lui è già lì, non con martello e cazzuola, ma con un mestolone a cucinare la pecora con Bacchis, falegname, Giuanni, il fabbro e Peppino, il meccanico. Loro sono specializzati e disdegnano la fase puramente esecutiva della distribuzione. Tzia Luisa, dal canto suo, ha già acceso il forno e “sforna” è proprio il caso di dirlo, pardulas, piricchitus, amaretti, e chi passa dalle sue parti sente il profuno spandersi, dolcemente, nell’aria. Nei mesi scorsi però ha messo mano al telaio, ha preparato copricasse, strisce per i tavoli e tappeti, da vendere. Per chi volesse confeziona su misura anche costuni sardi della zona. Il mio sogno nascosto! Ma Gianna, al momento, non è interessata. Si potrebbe in queste occasioni uscire insieme, in costume. Ma forse ha ragione lei, è meglio lasciar perdere…
Tzia Peppica invece serviva il formaggio che il marito Mario preparava lì, al momento. Sotto voce, perché la UE lo vieta, dice che produce anche casu marzu, quello cun su sartaroi, i vermetti salterini. Ma per prendere quella bontà bisogna andare a casa sua. In pubblico non se puede, verboten!
Giuanni, lasciati mestoli e pentole, poco più in là ferra il cavallo per la delizia dei bambini. Un tempo lo faceva tziu Gioxintu, che aveva una grossa impalcatura di legno per legare le bestie nella strada lungo il fiume, a fianco a casa sua, dove aveva la fucina da fabbro. Un po’ come gli umani dal barbiere, buoi, cavalli e asini periodicamente gli facevano visita per il cambio dei ferri degli zoccoli, consumati dall’usura. Al suo posto ora c’è Peddis, il gommista, che cambia le gomme a buon prezzo ad ogni ora del giorno! E a proposito di gomme, a fiasnco al ristorante Letizia c’è il museo della moto, con pezzi d’epoca e molte foto, che attira molti visitatori.
Solo i malloreddus vengono cucinati la sera e così sono ancora belli duri quando vengono serviti, conditi col brodo della pecora.
Un’altra squadra già dalla mattina ha messo i tavoli lungo su ‘Addeu, la via Cagliari, tavoli da otto-dieci, non tavolate chilometriche come nelle altre sagre in sterrati improbabili e anonimi, così ognuno può stare con amici o parenti a mangiare e a chiacchierare amenamente.
Alle nove in punto, questa macchina infernale si mette in moto, è pronta a servire senza sosta 400-500 pasti. Si va uno per volta e loro, con precisa divisione del lavoro, su un vasoio di plastica con vari scomparti, ti servono. Neanche mezzo minuto e il pasto è pronto! Franco, sorridente, mette i malloreddus, Gianni, con ostentata destrezza, la pecora, Mariuccia il cibraxiu tagliato a fette con chirurgica precisione, Tore il formaggio e Ireneo il vino. Ed ecco fatto. Nella fila può stare anche uno solo per tavolo. L’importante, per gli altri, è essere lì pronti a ritirare il proprio vassoio, che con ritmo accelerato e costante, tipo catena di montaggio, viene predisposto. A Tratalias invece, lo staff (così si fanno chiamare ad evocare un’efficienza di stampo angolsassone!) ti serve prima la pasta, poi la pecora, poi il formaggio e alle 11 sei ancora lì ad aspettare il tuo piatto. Uno sfinimento!
A Nuxis domina la razionalità e con millimetrico tempismo quando tu hai da poco finito il pasto, passa la sarta a servirti l’anguria dei nostri campi e l’addetta comunale a portarti una confezione di dolci preparati da Tzia Luisa..
La serata passa così tranquillamente, senza attese, in allegria, con frequenti scambi di battute coi passanti. Le signore hanno anche il tempo per girare nelle bancarelle, ricche di produzioni locali, dal miele alle marmellate, dai monili ai ricami. Arte pura!
A Tratalias poi, a un certo punro, era intervenuto un intrattenitore da discoteca con l’altoparlante a tutto volume: impediva la concersazione e t’imponeva di alzare le braccia e battere le mani (operazione inpossibile mentre mangi e hai forchetta e coltello in pugno!). Da noi, in su Addeu, un piccolo gruppo folk passa leggero e festoso, intonando musiche e improvvisando balli sardi. Alla fisarmonica una deliziosa ragazzina, l’anno scorso in costume sardo cun su manteu fino aille scarpe, l’altro giorno in shorts, che mettevanoi in mostra le sue belle gambe.
Gli amici sono pienamente soddisfatti, incantati, e così quando ci lasciamo, si prenotano per l’anno prossimo, mentre hanno giurato che non andranno più a Tratalias, salvo cambio di staff! .
.

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento