Giustizia e libertà – Formazioni partigiane

10 Agosto 2015
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Giustizia e libertà – Formazioni partigiane
Nome assunto dalle unità partigiane create sotto l’egida del Partito d’azione, adottando il motto del movimento antifascista sorto nel 1929 a Parigi e diretto da Carlo Rosselli. Le prime formazioni sorgono subito dopo l’8 settembre, in Piemonte, dove gli antifascisti, anzitutto Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco a Cuneo, assumono l’iniziativa della guerra partigiana. Nella primavera del 1944 le formazioni sono organizzate sotto il comando di Ferruccio Parri.

Le unità azioniste adottano subito i criteri classici di condotta militare della guerra per bande, seguendo la tradizione mazziniana e rosselliana cui si ispiravano; rifiutano le tradizionali sovrastrutture formali dell’esercito italiano, pur lasciando ampio spazio ai militari di carriera, soprattutto dei gradi inferiori. Adottano anch’esse – come le brigate Garibaldi – la figura del commissario politico, per lo più presente solo a livello di brigata e di divisione e assai meno impegnato nel compito di orientamento politico e diffusione delle posizioni del partito di quanto non fossero i corrispondenti commissari garibaldini. Ai singoli volontari viene assicurata piena libertà di credo politico e religioso, pur affermando il ruolo dirigente del partito nel determinare l’indirizzo politico della formazione.

Le unità sono organizzate secondo la struttura adottata anche dalle brigate Garibaldi: alla base la squadra, composta da pochi uomini, in grado di colpire e sganciarsi rapidamente; alcune squadre formano un distaccamento, che a sua volta fa parte di una banda o battaglione; tre o più bande formano una brigata, e più brigate una divisione. In un primo tempo hanno come distintivo un fazzoletto verde, poi adottano quello rosso con l’emblema del movimento, una spada fiammeggiante con ai lati le iniziali G e L.

Nelle valli del Cuneese si impegnano fortemente nella creazione di zone libere che si auto amministrano nelle singole vallate, operazione anche qui demandata soprattutto ai commissari politici. Le norme del regolamento di polizia e di procedura giudiziaria stabilito in Valle Stura rivelano il lucido rigore morale degli azionisti e sono ancor oggi esemplari per il rispetto della persona umana e della sua dignità. Favoriti dalla posizione geografica di confine, prendono l’iniziativa dei contatti con le forze del maquis francese, a scopo di reciproca collaborazione, stipulando il primo trattato internazionale della nuova Italia, a Barcelonette.

Le brigate di GL furono seconde solo ai garibaldini come formazioni organizzate di un partito politico, per diffusione territoriale e per il numero di partigiani posti sotto un comando unico. La massima espansione si ebbe in Piemonte, con 12 divisioni; poi in Lombardia con 7 divisioni e in Veneto con 20 brigate, per un totale di circa 20.000 volontari. Le formazioni del Cuneese e quelle della Val Pellice costituirono i modelli dell’organizzazione, per l’efficienza militare e la disciplina che vi regnavano.
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