Lucia Pagella
La Germania si pone come esempio di preclara virtù ai popoli europei ed in nome di questa presunta superiorità si dispone all’annientamento degli stati dell’Europa mediterranea, culla della civiltà.
Poiché molti sono attratti dall’efficientismo teutonico e forse inconsciamente ritengono che un’Europa dal cuore tedesco possa essere la soluzione dei molti mali che affliggono le nostre società, é opportuno riflettere su due aspetti che vengono spesso dati per scontati.
In primo luogo l’efficienza della Germania. Sarà bene ricordare che durante lo scorso secolo la Germania è fallita due volte. In entrambi i casi è stata salvata dalla generosità dell’Europa, compresa la piccola e povera Grecia, e dall’interesse degli Stati Uniti che, a guerra fredda ormai in atto, intendevano contrastare l’espansionismo russo.
Il trattato di Versailles fu un tragico errore : la volontà della Francia di vendicarsi per l’esito della guerra franco-tedesca del 1870 e l’atteggiamento degli altri tre “ grandi “ impose alla Germania il pagamento di danni di guerra al di fuori delle sue possibilità. La cifra venne stabilita nel 1921 in 6.600.000.000 di sterline. Nel 1932 tale debito, peraltro, venne ridotto a soli 3.000.000.000 di marchi, mai pagati dal terzo Reich.
Dopo il 1945 l’ammontare del debito di guerra tedesco aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari di allora ma nel 1953 ventuno stati consentirono il dimezzamento del debito e la sua rateazione in trenta anni.
la Germania venne aiutata dall’Europa anche in altre due occasioni difficili : quando si ebbe la riunificazione e quando, all’inizio degli anni duemila, la locomotiva tedesca si fermò. Le famose regole intangibili vennero “ dimenticate” e la Germania poté uscirne indenne.
Oggi, nei confronti della Grecia, la Germania, forte della sua economia, dimentica tutto e pretende quello che a lei è stato abbuonato. Non solo : durante l’occupazione della Grecia la Germania impose un prestito forzoso di ben 10.000.000.000 di euro al cambio attuale ( ma altre fonti parlano di una cifra ben più importante). Tale prestito non è mai stato restituito eppure non si può considerare un danno di guerra, bensì un clamoroso inadempimento.
Merkel e Schaeubler sono accecati dall’avidità e da quel senso di superiorità che ha causato ben due guerre mondiali, milioni di morti e i campi di sterminio.
I debiti si devono pagare ma il debitore non può essere strangolato. La ristrutturazione del debito greco è ormai considerata una necessità non solo da molti economisti ma persino dalla BCE e , da ultimo, anche dal FMI.
Il secondo aspetto riguarda la conclusione (?) della crisi greca che si è consumata nei giorni scorsi. Siamo veramente sicuri che la Germania ne sia uscita vincitrice? Un detto popolare afferma che questa nazione ha vinto tutte le battaglie e perso tutte le guerre.
In effetti la Germania ha sempre voluto stravincere e nei confronti dei popoli conquistati non ha mai avuto quell’atteggiamento inclusivo che fece grande l’impero romano. Questo ha comportato che nazioni fra loro divise da differenti ideologie e da interessi contrastanti si sono coalizzate di fronte a quello che appariva un pericolo ben maggiore.
Qualcosa di simile sta accadendo ora in Europa : popoli che si sono spesi per l’unione di fronte a quella che si prospetta come una “grande Germania” stanno rivedendo le loro posizioni e, purtroppo, sono soprattutto i movimenti di estrema destra a beneficiarne.
La Germania ha imposto i suoi diktat e Tsipras ha dovuto chinare il capo. Le condizioni imposte sono state considerate da insigni economisti europei ed americani atrocità. Tale risultato è stato raggiunto esercitando su Tsipras un vero e proprio ricatto, come ha evidenziato Varoufakis nella sua intervista sul fatto quotidiano di domenica 19 scorso.
E’ evidente che la Grecia non potrà mai ripagare il suo enorme debito e che questo debba essere ristrutturato. Del resto la privazione di ogni risorsa impedisce al debitore di sviluppare la propria economia e di garantire il pagamento del dovuto. I prestiti servono ai creditori per ottenere il pagamento del dovuto lucrando ulteriori interessi. Tempo un anno e la situazione si ripresenterà in tutta la sua drammaticità e sarà sempre più difficile evitare una Grexit. D’altronde la Grecia è già tecnicamente fallita come dimostra la necessità di ricorrere allo strozzinaggio dell’Europa per far fronte ai propri impegni.
Questa è la meta di Shaeubler che non ne considera la problematicità e l’effetto domino che scatenerebbe.
Popoli stremati da situazioni economiche gravissime sono sempre stati un gravissimo handicap per lo sviluppo dell’area più vasta di cui fanno parte e l’odio che questo genera non è certamente un viatico per un leaderchip fondata sul prestigio e la capacità di affrontare le crisi proprie del capitalismo.
La crescita della grande Germania è ora in affanno.
I contrasti sulla opportunità di quello che i rappresentanti del popolo tedesco vanno facendo sono presenti anche in buona parte della popolazione e nell’ambito della stessa coalizione governativa.
Papa Francesco, l’unica testa pensante nello squallido panorama politico europeo, va predicando la necessità di porre al centro dell’attenzione l’uomo e non il capitale ed ha spezzato più di una lancia in favore di una maggiore solidarietà. Speriamo che non rimanga una vox clamans in deserto!
L’accordo con la Grecia un altro tragico errore?
28 Luglio 2015
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