Pubblicato il 6 luglio 2015 · in alfapiù, società · Add Comment
Karl Heinz Roth e Zissis Papadimitriou
Un anno fa usciva il «Manifesto per un’Europa egualitaria» di K.H. Roth e Z. Papadimitrou (DeriveApprodi, 2014). Il risultato del referendum in Grecia ci sembra confermare l’attualità e l’urgenza delle sue proposte, per questo ne proponiamo oggi un brevissimo estratto, le ultime righe, augurandoci che la felicità sia d’ora in poi un’idea concreta in Europa.
L’Europa di oggi è resa fosca da disoccupazione di massa, condizioni di lavoro precarie, espropriazioni sociali e dal progressivo smantellamento dei diritti democratici. Non è più l’Europa della Resistenza antifascista degli anni Quaranta. Si tratta dell’esatto contrario della Federazione europea che avevano in mente il socialismo di sinistra della Resistenza italiana, della Resistenza francese e di alcuni gruppi di resistenti tedeschi. La loro eredità è oggi ampiamente dimenticata. Chi sa oggi che antifascisti berlinesi e del Brandeburgo hanno salvato moltissimi ebrei e creato un collegamento con le cellule della resistenza dei lavoratori deportati stranieri, poiché in questi passaggi vedevano la preparazione a una «Unione europea»? E chi ricorda il programma federale europeo dei socialisti italiani di sinistra, che dopo la fine della guerra cadde vittima dei vortici della Guerra fredda e fu cosi stravolto attraverso l’imporsi della concorrenza borghese, diventando materia a buon mercato per la liberalizzazione delle merci e del mercato capitalistico?
Oggi, settant’anni più tardi, possiamo ancora rifarci a quest’eredità. Naturalmente non in senso letterale. Eppure, i progetti dell’antifascismo europeo sono congeniali allo spirito e agli scopi di un’associazione per l’Europa egualitaria: la Federazione dovrebbe portare non solo la pace nel continente, ma anche diritti umani, democrazia del lavoro, proprietà comune e benessere. Vorremmo partire da questi progetti e svilupparli, in assonanza con i tempi attuali. Esortiamo gli attivisti e le attiviste della resistenza sociale, gli attori e le attrici dell’economia alternativa, le correnti di sinistra dei sindacati e dei partiti, cosi come gli intellettuali impegnati, a fare fronte comune per elaborare una prospettiva d’azione che apra la strada a un’Europa socialmente giusta, libera dalla violenza, federale ed egualitaria.
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