Sardegna vendesi “a straccu barattu”

14 Luglio 2015
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Andrea Pubusa


Dopo lo studio “Comuni in estinzione” ora, tramite internet, si cerca di porre riparo all’abbandono dei paesi con la vendita delle case. Vendita online, signori, in tutta Europa! A chi? La massima speranza è che vecchi tedeschi pensino di trascorrere un po’ di tempo in Sardegna alla ricerca del sole, sfuggendo alle buie e tristi giornate del loro paese d’origine. Ma vanno bene anche i francesi e, perché no?, gli olandesi. Anzi vanno bene tutti, purché comprino e restaurino, scongiurando i crolli. Lo studio è stato effettuato dal Centro Regionale di Programmazione, in collaborazione con l’Università di Cagliari, ed è corredato di statistiche e tabelle con i paesi della Sardegna che rischiano di non avere più abitanti, anche se paesi “fantasma” son già, mancando di una vera vita comunitaria. E così Semestene potrebbe sparire entro soli 10 anni, mentre Monteleone Rocca Doria sarebbe spacciato entro 15 anni. Bastano 20-40 anni per vedere l’estinzione demografica di Padria, Giave, Montresta, Sorradile, Nughedu San Nicolò, Baradili, Soddì, Ula Tirso, Martis, e Armungia, il paese di Emilio Lussu, il capitano dei rossomori. Nella terza fascia ci sono i paesi che potrebbero rimanere senza gente nelle case e sulle strade fra 41 e 60 anni, sono: Borutta, Villa Verde, Anela, Esterzili, Aidomaggiore, Bortigiadas, Ruinas, Simala, Ardauli, Seulo, Villa S. Antonio, Asuni, Mara e Morgongiori. Che bello! Oltre 60 anni di vita, invece, per Ballao, Sini, Ussassai, Nughedu Santa Vittoria, Cheremule.
I vecchi tedeschi non si affrettino a comprare. Se hanno un po’ di pazienza possono venire a vivere con noi, e a rallegrare le nostre giornate, solo con un piccolo obolo: un euro. E così, mentre il povero patrimonio dei greci lo pignorano a garanzia delle loro banche, la Sardegna la comprano senza la violenza della finanza. Con gli spiccioli. Per di più avranno anche un ulteriore vantaggio: diverranno proprietari, ma non pagheranno tasse. Questo il senso di una proposta avanzata un Consiglio regionale nei mesi scorsi. I proponenti pensano di raggiungere tre obiettivi: si riqualifica il patrimonio immobiliare, si rimette in moto l’edilizia e magari si dà una casa a giovani coppie. O ancora si favorisce la nascita di un attività turistica, un piccolo hotel o un B&b. Pura fantasia. Quali sono i giovani che si sposano in quelle lande deserte? Vanno o stanno lì per far che, se gli altri scappano? E i B&B per ospitare chi, i disoccupati in fuga?
Forse l’unico vantaggio, se la proposta diverrà legge, è che crscerà la macchina burocratica. Manco a dirlo, ci vuole un “soggetto attuatore“. Funziona così: il privato vende lo stabile abbandonato ai Comuni. Un soggetto attuatore promuove la vendita a un terzo sempre a un prezzo simbolico e stipula un accordo con il nuovo proprietario. Che, a sua volta, si impegna a ristrutturare gli immobili. “Un’idea semplice è vero che incentiva l’incontro tra domanda e offerta”, secondo i proponenti. Ma la proposta di legge ha una lacuna e grave: non si occupa degli edifici scolastici e degli uffici postali ormai dismessi. Anch’essi fra non molto, chiusi e senza manutenzione, inizieranno a crollare. I
tedeschi compreranno anche quelli? Chissaà! Diverranno una minoranza linguistica in Sardegna? Pretenderanno l’insegnamento di essa nelle poche scuole rimaste?
L’unica consolazione in tutto questo è che nella lista del Centro di programmazione, fra i paesi invia di scomparsa, non c’è il mio paesello. Mi sopravviverà. Chissà quando si estiguerà demograficamente. Morto però è già, comunitariamente, se è vero come è vero che non festeggia più neppure il santo patrono, Santu Perdu, il santo per eccellenza. In Sardegna in molti luoghi sono morti anche i santi!

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