Andrea Pubusa
Sardinia post pubblica un’intervista nella quale l’architetto Franco Lener dubita della genuinità delle teste di Mont’e Prama ( http://www.sardiniapost.it/cronaca/ipotesi-shock-dellarchitetto-laner-la-testa-di-monte-prama-un-falso/ ) di fronte ad un’incredula intervistatrice. Poi seguono una serie di commenti anonimi, prevalentemente insultanti nel peggiore stile web, che dimostrano anzitutto la profonda ignoranza degli autori, i quali non sanno che al mondo, negli archivi, nei musei e in ogni dove i falsi sono così abbondanti da essere prevalenti! In realtà, lo stesso concetto di falso dev’essere ripensato, nel senso che molti documenti veri…sono in realtà dei falsi!
Fra il serio e il faceto, ho sostenuto tempo fa quanto ora dice l’architetto Lener, prendendomi anch’io una buona dose di improperi, anche se - a mia scusante - ho quella di non essere un esperto. Tuttavia, basta vedere dal vivo il gigante con gli occhialini per comprendere che quella testa è posticcia o pesantemente restaurata col black and decker. Non si sposa con un corpo rozzo e tozzo, con calzature pesanti e poco eleganti, una testa così perfetta e perfino civettuola con quel nasino perfetto e quegli occhialini tondi tondi.
Poi, c’è da chiedersi come mai una produzione di statue così imponente esista in un solo luogo in Sardegna. Esse dovrebbero essere il prodotto di una “scuola”, ma è inverosimile che essa di sia formata ed espressa una tantum. L’unica spiegazione può essere ch’esse siano state importate o che siano state importate le maestranze. La qualcosa pone altri interrogativi, ma smentirebbe comunque quella tesi romanzesca che ne vuol fare il riferimento identitario più significativo per i sardi. Si tratterebbe infatti di statue espressione di cultura non sarda, dei dominatori esterni di allora. Anche se vien da chiedersi chi siamo noi sardi. Siamo quelli puri e incontaminati dei nuraghi? O siamo quelli ormai mischiati coi punici trapiantati da generazioni? Siamo gli alleati di Amsicora contro i romani? O siamo quelli romanizzati o altri ancora? E tutti quelli che sono venuti dopo, barbari compresi? Chi siamo noi che parliamo la lingua più vicina al tardo latino?
Insomma, ci sono tante domande, che esigerebbero risposta, ma, non me ne abbiano gli identitari a tutti i costi, questi quesiti mostrano che i giganti tutto sono fuorché l’emblema di una sardità genuina e incontaminata, che non esiste.
Se le statue non sono dei falsi, fantasiose sono certamente le fiabe che ci raccontano in tanti e che vogliono fare di Mont’e Prama il santuario della sardità. Un po’ come la false Carte d’Aborea, costruite da importanti intellettuali sardi di metà Ottocento per accreditare una centralità dell’Isola all’inizio del primo millennio. Aderirono alla tesi con entusiasmo autorevoli personalità del tempo, primo fra tutti lo storico Pietro Martini, ma esse furono falsificate impietosamente nel 1870 da una commissione scientifica dell’Accademia delle Scienze di Berlino, presieduta da Theodor Mommsen. Perché non nominiamo oggi, come si fece allora, una commissione internazionale di studiosi imparziali per svelarci il mistero dei giganti? Forse avremmo meno fantasie, più certezze e nessun improperio.
1 commento
1 Tonino Dessi'
29 Giugno 2015 - 19:52
Sono andato anch’io a vederle, due volte. Nemmeno io sono un esperto. Ma la più rifinita di quelle teste neppure a me pare verosimile. Cosi’ come altri particolari. Mi auguro di avere torto marcio, perché non voglio nemmeno immaginarmi quale crollo di credibilità subirebbe l’intero ambiente culturale sardo, non solo specialistico, se qualcuno avesse costruito un’operazione analoga a quella dei falsi d’Arborea e tutti ci fossimo cascati, in massa. Quanto al resto, e’ del tutto evidente che noi sardi contemporanei siamo gente che assomma una storia fatta di stratificazioni e di mescolanze. Ammetterlo nulla toglierebbe a un’identità ricca e complessa, non riducibile al folklore con cui in troppi si compiacciono nel dipingersi e nel dipingere tutti noi, quasi fossimo viventi souvenir esotici da vendere a turisti meravigliati. Davvero una cosa insopportabile.
Lascia un commento