Alfiero Grandi - presidente ARS - Ass. rinovvamento sinistra
Pubblichiamo la sintesi dell’introduzione di Alfiero Grandi all’assemblea azionale promossa dal coordinamento per la democrazia costituzionale,
svolta a Roma il 15 giugno scorso. In essa c’è una proposta di mobilitazione a difesa della Corstituzione, che anche a Cagliari dobbiamo raccogliere attraverso l’ANPI, il CIDI e le altre associazioni già impegnate in questa battaglia.
1) Il governo Renzi sta provocando reazioni importanti con iniziative
improvvide di vario tipo, che sono una sorta di anticipazione di quanto
accadrebbe se le modifiche istituzionali e delle modalità decisionali
mettessero nelle mani del capo del governo la sostanziale possibilità di
decidere senza lasciare lo spazio democratico per reazioni di qualche peso
volte a cambiare le decisioni, come è normale in democrazia. Non a caso
Scalfari ha usato il termine democratura per lanciare un allarme su
iniziative che tendono a restringere gli spazi democratici.
3) C’è qualcosa di inquietante nell’accentramento dei poteri nelle mani del
governo e in particolare del Presidente del Consiglio delineato dalle
modifiche della Costituzione e dalla legge elettorale, per di più a fronte
del teorizzato superamento del ruolo dei corpi intermedi, della
rappresentanza sociale, a partire dai sindacati. Non ci si può scandalizzare
del tentativo di Erdogan di diventare il nuovo sultano turco, per fortuna
bocciato dagli elettori, e poi non vedere i pericoli insiti nel disegno di
accentramento dei poteri nelle mani del Presidente del Consiglio, avendo
come sostanziale riferimento la legge elettorale per i Comuni e quindi
arrivando in modo surrettizio ad una forma di presidenzialismo, al sindaco d’Italia.
La legge elettorale fa impallidire la legge truffa del 1953, dà un premio di
maggioranza enorme che può arrivare nel ballottaggio oltre ogni
ragionevolezza, senza neppure prevedere la possibilità di apparentamenti tra
partiti. Inoltre la maggioranza della Camera, unica a dare e togliere la
fiducia al Governo, verrebbe nominata con il meccansimo dei capilista
bloccati e delle pluricandidadture.
Le modifiche della Costituzione creano un Senato posticcio, non eletto dai
cittadini, contro i principi della Costituzione che non prevede questa
modalità, come ha sottolineato il prof. Pace. Queste modifiche accentrano i
poteri e prevedono ulteriori possilità per il governo di fare approvare i
suoi provvedimenti in tempi rapidi, prefissati e sostanzialmente senza
modifiche, finendo con il modificare il ruolo stesso del parlamento, che
dovrebbe essere all’origine del conferimento dei poteri al governo, non il
contrario come accadrebbe se entrassero in vigore queste modifiche . Eppure
il Senato manterrebbe rilevanti poteri costituzionali e di altra natura, che
però non potrebbe di fatto esercitare essendo i suoi componenti affacendati
in altri incarichi e dediti a questo compito sostanzialmente nel tempo
libero. Un Senato dopolavoro.
4) C’è un altro importante terreno di iniziative in corso di preparazione su
iniziativa del prof. Besostri che condividiamo interamente. Si tratta delle
iniziative per via giudiziaria nelle 26 sedi di corte di appello per cercare
di arrivare anche per questa via a sottoporre alla Corte costituzionale l’incostituzionalità
della legge elettorale approvata il 4 maggio scorso.
5) Prefiguriamo in sostanza un’iniziativa che tra referendum confermativo
nella primavera 2016, in cui esprimere un secco No sulle modifiche
costituzionali e raccolta delle firme per i due referendum abrogativi si
ricostruisca un’opposizione unitaria al disegno di accentramento decisionale
neoautoritario del governo Renzi.
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