Antonello Murgia
La CGIL ha organizzato per oggi uno sciopero generale con manifestazioni in 108 piazze italiane. Lo slogan della giornata è: “Manovra del Governo sbagliata e inadeguata: penalizza i giovani, i lavoratori, i pensionati e il futuro del Paese”.
La mobilitazione, con la quale la CGIL intende portare in piazza almeno un milione di persone, non vuole essere un braccio di ferro, ma un appello a tutti i lavoratori a restare uniti ed una pressione nei confronti del Governo perché metta al centro della sua azione la grave crisi economica e riequilibri una filosofia d’intervento che scarica sulle fasce più deboli della popolazione i costi della crisi.
In Sardegna lo sciopero è motivato anche da una specifica situazione di estrema gravità: fabbriche che chiudono, interi comparti industriali in crisi, calo dell’occupazione, trend negativo di tutti gli indicatori economici, come è ben documentato in questo sito dall’articolo del Prof. Sabattini, pubblicato lunedì scorso.
Per ricordare le stragi sul lavoro le bandiere saranno listate a lutto e nel corso delle manifestazioni sarà osservato un minuto di silenzio.
A Cagliari la manifestazione partirà da Piazza Giovanni XXIII alle ore 9.00, e si concluderà in Piazza del Carmine con l’intervento del segretario nazionale Agostino Megale.
Invitiamo tutti alla partecipazione, che raramente è stata importante come oggi, e ricordiamo i motivi della lotta contro la manovra del Governo, elencati nei 25 punti della scheda “La manovra in sintesi” predisposta dalla CGIL nazionale e che può essere consultata, insieme ad una valutazione più approfondita, all’indirizzo seguente:
http://www.cgil.it/org/ManovraGoverno/Posizioni/SchedeApprofondimento1.pdf
Per facilitare la riflessione dei lettori riportiamo di seguito una sintesi della posizione della CGIL contro la manovra.
• Non sostiene e non aumenta i salari e le pensioni, quindi nemmeno la crescita economica attraverso la domanda interna in termini di consumi. Mancano gli interventi specifici a sostegno dei redditi da lavoro e da pensione richiesti nella piattaforma unitaria Cgil, Cisl e Uil di novembre 2007.
• L’inflazione programmata all’1,7%, mentre l’inflazione reale è al 3,8%, può comportare una perdita di potere d’acquisto di circa 1.000 euro a fine 2009.
• Non diminuisce la pressione fiscale. Anzi, la mancata restituzione del fiscal drag nel 2008, con l’inflazione reale, costerà circa 220 euro a lavoratori e pensionati.
• La detassazione degli straordinari porta con sé elementi di discrezionalità e disuguaglianza, soprattutto per le donne, per i lavoratori atipici e del Mezzogiorno. L’esclusione totale dei lavoratori del settore pubblico solleva problemi di incostituzionalità.
• I tagli alle spese dei Comuni (1,34 miliardi per il solo 2009) incideranno direttamente sui servizi: assistenza sociale, istruzione pubblica, cultura, sport e servizi ricreativi, viabilità e trasporti locali, ecc. Questi tagli si tradurranno in circa 510 euro in meno in termini di spesa sociale per ogni famiglia in condizioni di povertà relativa.
• Si riduce la spesa sanitaria (5 miliardi in tre anni) e si rischia la reintroduzione dei tickets su prestazioni e/o farmaci.
• la “carta acquisti” per le persone più disagiate è una misura compassionevole, e la scarsità delle risorse renderà la carta per poche persone e di poco valore rispetto all’aumento dei prezzi e delle tariffe. La misura annunciata non prevede ancora la copertura. Le risorse destinate a tale misura andrebbero invece incrementate e utilizzate per combattere la povertà diffusa nel Paese.
• L’accordo sottoscritto tra il governo e l’ABI sui mutui non porta vantaggi reali, allunga solamente i tempi di estinzione del debito facendone aumentare il costo. Ad esempio: con un mutuo di 100mila euro in 20 anni, acceso nel 2003 il maggior debito sarà pari a 7.626 euro (36 nuove rate).
• Il Protocollo sul Welfare viene pesantemente manomesso: si ripristina il lavoro a chiamata, si annulla la riforma del contratto a tempo determinato e sui disabili, si generalizza il voucher, si peggiora l’apprendistato.
• Abrogazione del libro matricola e libro paga, sostituiti da un semplice libro unico del lavoro in cui tutti i lavoratori vengono iscritti entro il giorno 16 del mese successivo, vanificando l’attività ispettiva. Si cancella la legge che tutela le dimissioni volontarie, per contrastare la pratica delle “dimissioni in bianco”.
• Si depotenziano e si abrogano le misure più significative del recente Testo Unico sulla
sicurezza sui luoghi di lavoro, diminuendone le sanzioni e depotenziando la natura pubblica dei
controlli.
• Il Decreto sull’orario punta al peggioramento delle leggi esistenti e alla destrutturazione della funzione del contratto nazionale su parti qualificanti quali la disciplina del lavoro notturno, il riposo settimanale, le sanzioni all’impresa, e introduce un sistema di deroghe tali da indebolirne il ruolo primario rispetto al 2° livello di contrattazione. Abrogazione del libro matricola e libro paga, sostituiti da un semplice libro unico del lavoro in cui tutti i lavoratori vengono iscritti senza distinzione per tipologia contrattuale.
• Si indeboliscono le misure di controllo all’evasione e all’elusione fiscale, anche se, grazie a quelle misure, si è realizzato un extragettito che il governo attuale ha già utilizzato.
• Si allentano le misure di lotta al riciclaggio del denaro sporco ed al lavoro nero.
• Si indebolisce il principio della “solidarietà della ditta appaltante” generando logiche di non trasparenza e di eccessivi ribassi dei costi previsti per le opere, con ricadute forti sulla qualità del lavoro e sulla sua sicurezza.
• Taglio di 150 mila posti di lavoro e avvio di una pesante modifica dell’assetto e dei contenuti
del sistema della scuola pubblica.
• Si interviene sull’Agenzia per i controlli ambientali mettendola sotto la sua vigilanza e intanto
commissariandola, trasformandola in un “non definito” istituto di ricerca.
• Perdita di autonomia della ricerca e dei ricercatori. Privatizzazione delle Università con la loro
trasformazione in “fondazioni”.
• Tagli indiscriminati alla spesa dei Ministeri che ricadono sui cittadini, sulla sicurezza, sulla
funzionalità del sistema pubblico.
• Drastica riduzione del turn over dei pubblici dipendenti: un accesso ogni otto uscite..
«Soppressione della sanatoria per i precari prevista nelle precedenti leggi finanziarie» (DPEF 2009‐2013, p. 29).
• Il Mezzogiorno viene duramente colpito con il Blocco del FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) e con i tagli alle infrastrutture di Sicilia e Calabria per finanziare l’ulteriore riduzione dell’Ici. In assenza di una previsione di investimenti nel Mezzogiorno si determinerà minore occupazione e crescita.
• Sulla casa il governo con la manovra fa carta straccia degli impegni già concordati da Cgil, Cisl,
Uil, Sunia e le altre parti sociali con il precedente governo in tema di risorse per l’emergenza
abitativa, agevolazioni fiscali per gli inquilini, sostegno sociale all’affitto.
• Il mancato intervento a favore degli inquilini (spesso anziani e giovani) penalizza ancora di più sul piano dell’equità le famiglie più povere acuendo le condizioni di disagio sociale ed emarginazione.
• Segnali di pura demagogia sui “poteri forti” (banche, petrolieri, etc.) che si scaricheranno sui consumatori finali.
• Non ci sono risorse per le infrastrutture.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.
Lascia un commento