Il nodo gordiano ( in Sardegna)

11 Dicembre 2008
1 Commento


Vincenzo Pillai

1) Soru, l’uomo più ricco della Sardegna, è entrato in politica con un’operazione antipartito facendo, a sinistra, un’operazione analoga a quella fatta a destra da Berlusconi. Con IL PROGETTO SARDEGNA ha dato un involucro alla disaffezione di molti elettori verso la partitocrazia, scompaginando il gruppo dirigente dei DS e, grazie anche ai suoi legami con dirigenti nazionali e alla divisione delle forze della sinistra, ha ottenuto di essere il candidato della coalizione di centro sinistra. Però malgrado la vittoria e l’ampia maggioranza consiliare ottenuta, il conflitto con la dirigenza sconfitta dei DS non si è attenuato; anzi lungo la legislatura si è accentuato con la perdita di validi sostenitori della fase iniziale. Soru pensa quindi opportuno candidarsi, nella fase di costruzione del nuovo partito (il PD), alla segreteria così da poter dirigere il Partito direttamente, visto che non riesce a controllare l’intero gruppo consiliare. Perde di poco lo scontro interno ma riesce ad ottenere che la Segretaria regionale sia persona di sua fiducia per cui, rimanendo sostanzialmente irrisolto il conflitto, possiamo dire che questa è la corda su cui si intrecciano tutte le altre, fino a fare un nodo degno di Gordio.
2) La legge statutaria approvata dalla maggioranza del consiglio viene sottoposta a referendum confermativo e non ottiene la maggioranza dei voti ma al contempo il referendum non ottiene il quorum; forte di ciò, Soru promulga ugualmente la legge. Poichè la legge contiene presunti elementi di incostituzionalità verrà portata davanti alla corte costituzionale. Ora al di là del merito della legge, che Soru sta già utilizzando a piene mani, essa può essere intesa per il ragionamento che intendo sviluppare, come una delle corde che compongono il nodo.
3) Soru ha avviato un ammirevole processo di difesa del territorio dalla mire della speculazione edilizia ma la legge relativa ha subito, nel confronto in commissione ed in aula varie modifiche e soprattutto permette ad una maggioranza trasversale di mettere in luce che deve essere il consiglio a dire l’ultima parola e non la Giunta, come vorrebbe Soru. Anche senza entrare nel merito di tutti i particolari e delle manovre politiche è chiaro che fino a quando la legge non sarà approvata costituisce un’altra corda del nodo.
4) Non so dire come e quanto Soru sia coinvolto nella vicenda Saatchi, ma chiunque abbia un poco di esperienza politica sa che, in presenza di possibili primarie per la scelta del futuro presidente della regione, questa può essere usata come una clava dagli avversari politici. Tutto ciò collegato al conflitto di interessi per la proprietà di Tiscali e di quote de l’Unità (comunque questo conflitto venga spiegato o giustificato), costituisce un insieme di funi che fanno una corda non trascurabile del nodo gordiano.
5) Soru conduce una originale e geniale iniziativa in difesa degli interessi della Sardegna per il recupero di quella parta di entrate che lo stato ottiene dalla Sardegna e che non ha mai restituito. Si realizza, anche con l’appoggio sindacale, un ampio fronte di lotta. Ma quando il livello dello scontro si fa duro, e potrebbe avere una svolta in una mobilitazione popolare, con un forte connotato sardista, che richieda tutto e subito il mal tolto, Soru accetta una mediazione che non solo dilaziona nel tempo la restituzione ma la fa partire dal 2010.
Ciò comporta una mancanza di risorse immediate a cui Soru cerca di rimediare mettendo in bilancio, comunque, le poste che spettano alla Sardegna secondo una logica politicamente perfetta ma contabilmente contestabile, per cui si ritrova con bilanci bocciati e scarsezza di risorse proprio nel momento in cui maggiore dovrebbe essere l’intervento della Regione nel contrasto alla crisi economica e sociale che investe non solo la Sardegna: un’altra corda che si intreccia alle precedenti nel nodo.
6) Potremmo vantare volantini, manifestazioni, campeggi politici, assalti alla base con gommoni (nell’indifferenza della popolazione) ma la dipartita degli USA da La Maddalena è un successo, Soru regnante, soprattutto se collegato al processo di smilitarizzazione di altri siti. Certo farvi svolgere il prossimo G8, presentandolo come strumento di lancio del turismo nella zona e di finanziamenti volti alla bonifica del sito e alla costruzione di importanti strade di accesso, con il tentativo di dividere gli anti G8 stanziando un milione di euro per iniziative cultural politiche a favore della pace, costituisce una corda che contribuisce piuttosto a stringere che allentare il nodo, in vista delle possibili primarie .
7) La finanziaria può mettere quest’anno in bilancio una parte delle risorse che lo stato deve restituirci. Ma la situazione resta, comunque, complicata perché la frattura interna al PD, la fibrillazione che quella frattura ha innescato in tutte le forze di centro sinistra e le aspirazioni inconfessabili di singoli consiglieri in cerca della collocazione migliore per non scomparire dalla scena politica, fanno della discussione sulla finanziaria luogo di sicure imboscate politiche:è un’altra corda del nodo.
 I sindacati chiedono a gran voce che le dimissioni siano ritirate e si definisca rapidamente un bilancio in grado di affrontare la crisi, anche se sono parte di un ceto che non può dire di avere le carte in regola per tutto ciò che è avvenuto in questi anni: un’altra corda del nodo
Non c’è bisogno di essere Alessandro Magno e di disporre della spada macedone per tagliare un nodo che non è possibile sciogliere; è sufficiente una leppiscedda ben affilata, rappresentata dall’uso tanto legittimo quanto spregiudicato della legge statutaria che alle dimissioni del presidente della giunta fa seguire, se non ritirate entro trenta giorni, lo scioglimento del Consiglio.
Soru ha tagliato il nodo ma, mentre Alessandro con la conquista dell’Asia poteva avviare le pratiche per diventare un semidio, Soru si ritrova come in quei films di cartoni animati in cui le corde tagliate , muovendosi di motu proprio, cercano nuovi intrecci fino a stringere più intricati nodi.
Una cosa però sembra acquisita: Soru ha recuperato, in gran parte, grazie ai mass-media, soprattutto nazionali, l’immagine dell’uomo che combatte anche da solo contro la cementificazione dell’Isola e, dando le dimissioni, ha fatto intendere di non essere attaccato alla poltrona; costringe i suoi avversari-alleati a discutere la finanziaria e le eventuali primarie alle sue condizioni, se non vogliono le elezioni anticipate. Non è di questo che ha bisogno la Sardegna.

1 commento

  • 1 Giacomo Meloni/CSS
    11 Dicembre 2008 - 20:49

    Mi trovo perfettamente d’accordo con l’analisi lucida e spietata di Vincenzo Pillai anche se come CSS distinguo le responsabilità del mio Sindacato da quelle più generali,non foss’altro perchè la CSS è stata in prima linea nella campagna per il Referendum contro la Legge Statutaria che è il vero nodo politico con cui il Governatore della Sardegna,a prescindere se resti il Presidente Soru o un altro,si impadronisce della massima istituzione regionale con un golpe legalizzato.Così almeno fin quando non si pronuncerà la Consulta che potrebbe sciogliere questo nodo a favore della riscrizione di una Legge Statutaria che preveda i giusti contrappesi e controlli da parte del Consiglio Regionale nei confronti della Giunta e del suo Presidente.
    In attesa di questo alto pronunciamento della Corte Costituzionale,ci domandiamo cosa fare.Certamente le dimissioni del Presidente Soru lo rafforzano nei confronti degli avversari interni al PD e dell’intero Centro Sinistra di cui rimane l’unico candidato-sovrano,ma le sue dimissioni in questo momento tragico per la Sardegna,mentre lo favoriscono nel fronte interno,lo indeboliscono sul piano politico generale e,se confermate tali dimissioni,lo vedrebbero perdente ,perchè non si abbandona la nave nella tempesta.
    Segue il Comunicato della CSS sulle dimissioni del Presidente Soru.

    Il Presidente Soru ritiri subito le dimissioni che per la situazione attuale in
    Sardegna sono un atto politico irresponsabile

    La Segreteria Naz.le della Confederazione Sindacale Sarda, riunita a Cagliari in data 09/12/2008, ha
    preso in esame la gravissima situazione socio-economica della Sardegna con particolare riguardo
    alla crisi occupazionale che investe ormai la quasi totalità delle Imprese in tutti i settori ed in tutti i
    territori dell’isola.
    Lo sciopero generale e la grande manifestazione del Territorio Nuorese e la recente manifestazione
    di Portotorres, caratterizzate dalla massiccia presenza e partecipazione delle popolazioni che
    insieme ai lavoratori sono colpite in prima persona dalla crisi, danno la misura dell’emergenza
    lavoro, da subito e a varie riprese denunciata dalle Organizzazioni Sindacali unitariamente sui
    tavoli politici ed istituzionali.
    Le risposte delle Istituzioni finora sono deboli ed insufficienti sia per i provvedimenti urgenti che
    devono essere messi in campo sia soprattutto per la manifesta incapacità di dare risposte strutturali e
    di prospettiva nella direzione di un nuovo sviluppo che in Sardegna non può prescindere dalla
    modernizzazione del settore agricolo e pastorale da rilanciare e legare all’industria di conservazione
    trasformazione dei prodotti.
    In questo quadro le dimissioni del Presidente della Regione Soru sono un atto politico
    irresponsabile in quanto rallentano la spendita delle risorse disponibili già programmate e di fatto
    bloccano l’iter della Finanziaria 2009, costringendo soprattutto le piccole e medie Imprese al ricorso
    al credito oneroso delle Banche, che tra l’altro, in presenza della crisi internazionale, frappongono
    non poche difficoltà alle concessione dei prestiti e mutui.
    Il Presidente Soru ha il dovere di recedere dalle dimissioni portando a termine il mandato affidatogli
    dalla maggioranza degli elettori sardi, i quali sapranno giudicare i risultati dell’intera legislatura, ma
    sicuramente non perdonerebbero mai questa brusca frenata nel momento di maggiore necessità del
    Governo Regionale. La CSS fa dunque appello al senso di responsabilità del Presidente Soru, della
    Giunta e dell’intero Consiglio Regionale perché in tempi strettamente tecnici approvino la
    Finanziaria 2009, anteponendo gli interessi generali del popolo sardo agli interessi personali e a
    quelli degli stessi partiti.
    Dare risposte immediate alle necessità dei lavoratori, delle imprese e delle popolazioni porterà
    vantaggi anche al clima politico in cui si svolgeranno le prossime elezioni regionali del 2009. Si ha
    necessità di maggiore serenità e rispetto delle forze politiche in campo che dovranno confrontarsi
    sui programmi e sfidarsi sulle proposte a favore della Sardegna.
    Restituire al centro della politica le persone, le famiglie, il lavoro, il rispetto dell’ambiente e del
    territorio, la promozione della lingua e cultura sarda ci aiuterà ad affrontare con la necessaria forza
    e determinazione la crisi che incombe. Anche questo atto di coraggio, che chiediamo al Presidente
    Soru, di ritiro delle dimissioni servirà a riscattare la politica e ci aiuterà a fare un altro passo nella
    via della sovranità ed autodeterminazione della nostra Sardegna perché la crisi senza governo è un
    male per tutti.
    Cagliari, 10/12/2008 Il Segretario Generale CSS
    Dott. Giacomo Meloni

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