Gianna Lai
Esaltazione velleitaria e demagogica dei ceti più poveri, il populismo, non riconosce significato alcuno alla rappresentanza politica e sociale del popolo sovrano. Perché direttamente a un popolo che rimane indistinto pretende di rivolgersi, annullando la funzione delle istituzioni democratiche. Venuti meno i partiti politici, lo fa Renzi in Parlamento, governando, in nome della sua maggioranza, per decreti legge e fiducia, l’opposizione già gravemente indebolita da leggi elettorali ad hoc. Lo fa Renzi rifiutando di incontrare i Sindacati, cancellando lo Statuto e irridendo ai Contratti di lavoro nazionali. Lo fa l’Europa dei mercati, pretendendo di governare le politiche dei singoli Stati attraverso le sue agenzie mai elette da alcuno e svilendone l’autonomia con l’imposizione del pareggio di bilancio in Costituzione. E politiche del lavoro devastanti e leggi di privatizzazione, che cancellano le forme della solidarietà e producono povertà e accumulo esorbitante di ricchezze nelle mani di pochi. E politiche ricattatorie del credito e di restituzione del debito, che creano continua e inaccettabile soggezione dei paesi più poveri, quelli dell’Europa meridionale. E politiche di destra in ogni Stato, in Italia, in Francia, in Spagna, dapertutto, che governano con ferocia contro il popolo sovrano, mentre ha libero campo il fenomeno mafioso, in grado di aggredire direttamente economie e istituti della rappresentanza (liste infiltrate), proprio come quando lo Stato viene meno. Baluardo sicuro contro il populismo che si annida nei nostri governi è la Costituzione, che riconosce la sovranità popolare fondata sulla divisione dei poteri e su ampie rappresentanze sociali politiche e istituzionali, non a caso ferocemente attaccata da tutte le maggioranze di tutti i colori, negli ultimi decenni in Italia. E da questo governo, che chiama populista l’opposizione sociale di Landini e l’ opposizione parlamentare di Grillo, sempre impegnate nella difesa della Carta. E populista Zipras e Podemos, i più forti a rivendicare il ruolo primario dello Stato nella difesa del lavoro, dei cittadini e delle istituzioni, contro banche, mercati e agenzie di rating, nelle quali questa Europa ormai apertamente si identifica. Chissà che non stia tornando il tempo della politica, della partecipazione e dei diritti, se tutta questa gente è andata a votare, in Grecia e poi in Spagna, per sconfiggere la destra e imporre la democrazia in Europa. Nascono dall’Europa del Meridione i nuovi movimenti popolari, quella destinata alla povertà e a morire di austerità negli organigrammi della UE, con la connivenza di governi imbelli, di cui Renzi è solo una pallida, e persino farsesca, espressione. Dobbiamo fare anche noi come loro.
1 commento
1 ultragreyactive.it
6 Agosto 2015 - 07:58
Molto bene e in tema, ma questa è solo la mia opinione naturalmente
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