La “buona scuola: scuola di capetti e autoritarismo

16 Maggio 2015
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Luciano Canfora, intervista a Luca De Carolis - Il fatto quotidiano del 12.5.2015 

“Non servono il fez e l’olio di ricino: l’autoritarismo è già in atto, ed è quello di un Governo che va avanti a colpi di fiducia, prende ordini da Bruxelles e porta avanti una riforma della scuola assolutamente sbagliata, pericolosa e inutile”.
Lo storico Luciano Canfora, professore emerito di Filologia Classica presso l’Università di Bari, boccia senza sfumature le proposte del Governo per riformare l’istruzione pubblica.
Ed è durissimo su Matteo Renzi:
“È il leader di una nuova Forza Italia, ma è già in declino: urla, perché non è tranquillo”.

Professore, il mondo della scuola si è rivoltato in massa contro la riforma renziana.

I docenti sono ormai il nuovo proletariato sociale.
Vengono pagati un quinto o un sesto rispetto ai loro colleghi tedeschi o del Canton Ticino.
E giustamente si oppongono a questa impostazione.

Perché la riforma è sbagliata?

Innanzitutto, vuole trasformare i Presidi in capetti dispotici dotati di pieni poteri, ed è l’ultima cosa di cui la scuola ha bisogno.
Tranne qualche vendetta sgradevole, non cambierà nulla nella sostanza: la macchina della scuola è molto più complicata di quanto possa pensare Renzi, che non la conosce per nulla.

Quindi …

Quindi questo progetto serve solo a fingere di riformare qualcosa, in peggio.
Servirebbe ben altro, a cominciare da un riequilibrio del bilancio dello Stato a vantaggio della scuola. Ma l’Esecutivo ignora il Parlamento e governa da solo: gli equilibri finanziari li stabiliscono tre o quattro persone, prendendo ordini dall’estero.

Lei come la cambierebbe la scuola?

Il problema principale è il bilancio, lo ripeto.
Io visito spesso i Licei italiani, e constato che le strutture sono rarissimamente degne della funzione scolastica.
C’è un dato che mi colpisce: le biblioteche sono sottoutilizzate, o non utilizzate.
Quando chiedo la ragione, mi rispondono che l’insegnante disabile, che ne è responsabile, non può più recarsi in istituto.
Lo trovo un indizio agghiacciante.

Mancano le risorse: però il Governo promette l’assunzione di 100 mila insegnanti.

Berlusconi prometteva un milione di posti di lavoro. Ed allora?
Rispondere, citando questa cifra, è privo di ogni dignità.

Renzi promette sempre nuove riforme. Intanto ha appena incassato l’Italicum.

Per ora, ha solo abolito l’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e varato un bi-porcellum.

Cosa rappresenta il Premier? La sua ascesa cosa ci dice della società italiana?

Lui è l’erede diretto di quel Centro che guarda a Destra, di cui Berlusconi voleva essere il capo. Ormai Forza Italia è spappolata ed il PD si è di fatto sciolto: così Renzi ha creato il Partito della Nazione, destinato a diventare il Partito unico.

Il PD è irrimediabilmente defunto?

È una larva. Si è autoliquidato con quelle primarie aperte ai passanti.
Molti di quei passanti erano elettori di Berlusconi, ed ovviamente si sono affrettati a votare per Renzi, che rappresenta lo stesso blocco sociale.

E la Sinistra?

Spero che il travaglio nato da Landini e dalla Fiom possa produrre un nuovo soggetto politico.
Ma non sarà un processo breve.

Che ne pensa del M5S?

È pieno di brave persone, che hanno idee poco chiare sul lungo periodo, ma reagiscono ai soprusi nelle due Camere.
Stando da soli però sono destinati all’isolamento.
Se nasce un soggetto politico nuovo, dovrebbero farsi coinvolgere per creare qualcosa di significativo.

C’è chi evoca il rischio di derive autoritarie.

È un ragionamento totalmente sbagliato, perché allude al Fascismo.
Ma l’autoritarismo è già in atto, equamente distribuito tra chi governa a colpi di fiducie e tra chi dall’Europa gli dà gli ordini.
Non c’è bisogno del manganello.

L’Europa ci opprime?

Il colpo di Stato bianco, che, nel 2011, portò al governo Monti è stato quasi mortale.
All’epoca saremmo dovuti andare a votare, e poi batterci per ridiscutere i parametri di Maastricht. Andò diversamente, con Napolitano che cinicamente bloccò il voto e ridicolizzò il PD.
Il sottinteso era chiaro: il Parlamento non conta più nulla, comanda solo Bruxelles.
Fine della democrazia.

Ed oggi?

Siamo in una situazione ancora peggiore, non so se e quando rimediabile.

Renzi durerà?

Lo vedo già in fase calante. Ed infatti urla. [1]

NOTE
[1] De Carolis Luca, “Canfora Luciano: “SCUOLA DI CAPETTI: È AUTORITARISMO”” , “Il Fatto Quotidiano”, 12 Maggio 2015.

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