Amsicora
Caro Tore,
ti confesso che la tua nomina al consiglio d’indirizzo del Teatro lirico di Cagliari mi ha fatto ben sperare. Non che io pensi che tu sia un fior di coerenza. Purtoppo hai avuto modo in più d’una occasione di mostrare il contrario ed è ben noto che, in qualche caso, non hai disdegnato disinvolte torsioni politiche e incomprensibili silenzi. Cionostante, tu in un campo squisitamente culturale come quello del Teatro mi sei sembrato l’uomo giusto al posto giusto. Di cos’ha bisogno questa nostra importante istituzione culturale? Di pacificazione dopo anni di guerra guerreggiata. Sia ben chiaro, non nego che anch’io ho imbracciato le armi e ho partecipato alla battaglia del Lirico. Anch’io ho combattuto contro la pretesa di Massimo di nominare una sovrintendente al di fuori della procedura che la stessa Fondazione si era data. E non me ne pento. Lui stoltamente ha pensato ch’io gli fossi nemico. Non ha capito che gli consigliavo una via per salvare lui dai guai e il Teatro da un deriva intollerabile. Fatto il bando, ricevute 40 domande, solo uno sprovveduto che non conosce le regole dello Stato di diritto o uno scriteriato poteva pensare di nominare una persona che non aveva neanche presentato domanda. Ci sono stati due ricorsi al Tar, di Angela Spocci e Mauro Meli, e il Tar ha annullato la nomina. E’ stata battaglia senza esclusione di colpi, ma volta a ristabilire il diritto violato. Lotta, bada, non solo per affermare valori giuridici astratti e formali, ma per ottenere un obiettivo sostanziale: la nomina di un sovrintendente dotato dei titoli e dell’esperienza necessaria a questo delicato incarico.
Azzerata la situazione, certo per incapacità di Massimo, ma anche per uno spirito di rivalsa degli altri non si è lavorato ad una ricomposizione. Si è nominato Meli sovrintendente a costo di una spaccatura verticale in seno al CDA e, ciò che è peggio, si è aperta la strada ad una turbolenza permanente con al centro lo scontro Zedda/Meli, posto che quest’ultimo riteneva di doversi rapportare non all’intero CDA, ma a quella maggioranza che lo aveva nominato.
Il resto della storia è noto e ci porta all’oggi. Scaduto Meli, formato il nuovo Comitato d’Indirizzo (CDI), è stato nominato anche il nuovo sovrintendente nella persona di Angela Spocci. Qui devo ammettere che Massimo ha fatto un grande sforzo. Ha messo da parte il fatto che la Spocci lo avesse battuito al Tar, ha dimenticato che il suo difensore non gli ha risparmiato critiche severe in giudizio e fuori. Gli va riconosciuto, qui Massimo ha cercato di voltare pagina, di fare un passo in avanti. Ecco qui, caro Tore, vedo un tuo primo grave errore. Se Massimo era disposto a guardare i curricula, tu ben potevi fare un accurato esame degli aspiranti e giungere ad una scelta condivisa. Invece, hai preferito lo scontro, riproponendo un nome, quello di Meli, che, al di là dei meriti, era divisivo. In altri termini, tu non hai puntato, com’era tuo dovere, a ricreare un clima di normalità, ma hai attizzato il fuoco della discordia. E siccome non sei di primo pelo e non sei lì per la tua competenza artistica e musicale, non posso non pensare che il tuo sia un segnale di ostilità verso Massimo, ma non sulle questioni del Teatro, non sul campo culturale, ma su quello più ampio ma improprio della politica cittadina.
Caro Tore, oggi puntare ad una sconfitta totale di Massimo e ad una sua umiliazione può servire ad altri fini, ma non a riportare il Teatro alla normalità e ad una positiva operatività. Questo possono non capirlo degli eccellenti musicisti in veste di sindacalisti, ma non tu che hai attraversato tante stagioni politiche e in passato, non oggi, sei stato dirigente di un partito serio, sempre proteso verso l’interesse collettivo. Ed allora cosa ci aspettiamo da te? Che smetta anche tut di fare del Lirico un teatro di guerra e con determinazione lanci un segnale forte e chiaro di pace. Ci aspettiamo una mossa volta alla ricomposizione unitaria di un CDI, che a me pare, per il livello dei suoi membri, di ottima qualità. Non so quale questa mossa possa essere perché non conosco le dinamiche del Teatro, ma noi certamente la capiremo e la apprezzeremo se tu l’assumerai. Non mi sfugge che il Teatro è una entità complessa e che la situazione si è radicalizzata dando vita a molte fazioni, a istinti di rivalsa non disinteressati, a pulsioni sfasciste volte ad altri fini. So, dunque, che l’iniziativa che ti chiedo è facile a proporsi, ma difficile da attuare. Ma la salvezza del Teatro sta tutta e solo nella prevalenza degli uomini di buona volontà e della ragionevolezza.
2 commenti
1 Carlo Dore jr.
22 Aprile 2015 - 10:54
Gentile Amsicora, intervengo solo per segnalare alcuni aspetti della questione che sono sfuggiti alla Sua (per il resto, lucidissima) analisi. Il Teatro di Cagliari è l’unico teatro d’Italia che non ha programmato una stagione lirica nel 2015: non c’è un cartellone, non ci sono dei titoli in programma, non è stata avviata una campagna abbonamenti riferita alla stagione operistica. A chi deve addebitarsi questo sconcertante vuoto di programmazione? Come è possibile che la scadenza del precedente sovrintendente abbia impedito la programmazione della nuova stagione? Angela Spocci non poteva dare esecuzione alla programmazione già avviata da Meli? Peraltro, occorre segnalare che la stagione 2014 ha visto il Teatro di Cagliari tra i primi in Italia per vendita di biglietti ed abbonamenti: a Meli va dunque riconosciuto il merito di avere assicurato grandissima diffusione ad un prodotto artisticamente non straordinario. L’immobilismo attuale, oltre a determinare la potenziale perdita dei finanziamenti ministeriali, sta determinando un danno di immagine senza precedenti per l’attività del teatro, un danno che legittima sotto ogni aspetto le proteste di chi nel Teatro vive e lavora. Ora prima di auspicare il ripristino di un clima di normalità all’interno del CDI sarebbe dunque necessario individuare e segnalare all’opinione pubblica i responsabili della situazione in atto: presupposto indispensabile, a mio avviso, per assicurare al Teatro la sopravvivenza da tutti auspicata.
2 mary
24 Aprile 2015 - 02:42
Suggerisco a tutti di leggere attentamente la mozione di cui ha parlato i giorni scorsi l’Unione Sarda depositata dal consigliere Comunale Casu. Il caos è totale. La situazione disastrosa e sembra nessuno voglia fare un passo indietro. Visto che neanche con lo sciopero la situazione cambia, sarebbe il caso di occupare il teatro come ai tempi del Sovrintendente Pietrantonio e di organizzare concerti estemporanei in tutte le sedi istituzionali (Consiglio regionale, giunta regionale, consiglio comunale, ecc) al fine di far prevalere la musica sulle chiacchiere inutili. Le presunte irregolarità, tutte da verificare e appurare, sono molteplici:
1-nomine del CDI in contrasto con la legge che prevede che chi sia collocato a riposo possa essere nominato negli organismi di gestione e di controllo per non più di un anno, quindi siamo davanti ad un CDI a orologeria
2-contratti per consulenze artistiche inutili visto che addirittura manca un direttore artistico e che con i 50.000 euro impegnati, oltre le spese di missione, ci si potrebbe abbondantemente pagare un direttore artistico e non l’università di Cassino con l’ex consigliere Susanna Pasticci secondo quanto affermato da l’Unione sarda,
3-licenziamento dall’oggi al domani del direttore degli allestimenti scenici in quanto figura inutile, a detta del Sovrintendente, e subito dopo assunzione di un nuovo direttore degli allestimenti scenici???? ma allora ce ne sono o no di allestimenti scenici da realizzare????
4-un teatro quasi sempre semi deserto per il calo vertiginoso degli abbonamenti,
5-un sindaco che invece di godere degli enormi benefici di immagine che qualsiasi teatro d’opera regala ai politici di turno, in primis al suo presidente appunto il Sindaco, nelle città dove questo lavora proficuamente producendo arte, grande musica e straordinari spettacoli lirico-sinfonici, si infila in un pasticcio gigantesco con un processo nel quale è perfino imputato
6- a distanza di quasi tre mesi dalla nomina del nuovo sovrintendente non esiste ancora una stagione lirica mentre tutti gli altri teatri hanno già abbondantemente concluso la campagna abbonamenti e si apprestano a presentare la stagione 2015/16.
Sono solo alcuni elementi di un disastro annunciato. Tra l’altro io ho fatto una proposta di pacificazione dove tutti facciano un passo indietro e si porti all’attenzione centrale della scena la musica ed il suo pubblico, unico reale motivo di esistenza in vita di un teatro lirico. Tutto il resto sono forzature e capricci dell’essere umano.
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