Il Papa dà al Presidente una lezione di Costituzione!

20 Aprile 2015
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Amsicora

Avete visto? Per far entrare nelle istituzioni italiane i problemi del Paese e della umanità dolente in questo drammatico inizio secolo ci vuole un soggetto esterno, una specie di deus ex machina che come un marziano scende dall’alto e ridà alle cose il nome loro: giovani, lavoro e migranti. Il marziano è papa Francesco, che senza fronzoli ha posto ai governanti italiani, per il tramite del Presidente Mattarella, i problemi da affrontare. “La carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità“, ha detto il Papa. Ha chiesto poi uno sforzo “per accogliere i numerosi migranti che a rischio della vita chiedono accoglienza”. “Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale“, date le “proporzioni del fenomeno“.
Ora, non so se ve ne siete accorti, ma ci troviamo in uno scenario mai accaduto nella storia moderna: un papa che richiama i governanti di uno stato ad affrontare i problemi reali. La massima carica della nostra Repubblica viene richiamato da un “esterno” a dare attuazione alla Costituzione. Cos’ha detto infatti il Papa a Mattarella? Anzitutto che il lavoro è uno dei principi fondamentali della Carta repubblicana (”l’Italia è una Repubblica democartica fondata sul lavoro“). E poi gli ha ricordato che i doveri verso i migranti nascono dal riconoscimento costituzionale della centralità della persona, corredata per il fatto d’essere tale, di un patrimonio inalienabile di diritti (”La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…“). Non carità pelosa o compassionevole, ma riconoscimento di diritti anche ai migranti. Ed ancora il “bene comune” e la “cura dell’ambiente“, contro squilibri, mancanza di cibo e inquinamento. E, che beffa!, il Papa ricorda al Presidente della Repubblica che l’Expo, anziché luogo di saccheggio delle risorse pubbliche, deve contribuire ad “approfondire la riflessione contro il degrado ambientale“. Qui c’è l’art. 9 (la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“), l’art. 32 della Costituzione (”La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…“), ma ci sono tutte quelle disposizioni che mirano a rendere dignitosa e possibilmente felice la vita umana, la vita libera e dignitosa del lavoratore dell’art. 36 (”Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa“).
Che bella lezione di diritto costituzionale, impartita dal Papa al Presidente della Repubblica!
Mattarella non ha potuto far a meno di assentire; cosa gli diceva a Francesco che no, che il governo e il parlamento stanno sfasciando tutto? Non ha potuto fare meno di promettere impegno, anche perché si è trovato nella posizione paradossale di essere richiamato, lui che ne è il garane, al rispetto della lettera e dello spirito della Costituzione, all’obbligo di inverarla. Ma proprio per questo ha mentito sapendo di mentire quando ha detto che “Governo e Parlamento italiani sono impegnati ad adottare misure che consentano al nostro Paese di lasciarsi alle spalle una crisi che è stata lunga e dolorosa e da cui solo ora si inizia a intravedere l’uscita“. Sa il Presidente che Governo e Parlamento la Costituzione l’hanno già massacrata con l’attacco al lavoro e ai diritti fondamentali e che si apprestano a stracciarla, formalmente oltre che nelle sue finalità fondamentali, con la legge elettorale e la regressione del Senato a non si sa bene che cosa.
Mattarella dice d’essere credente e dunque rischia molto, se non in questa, nell’altra vita, perché il regno dei cieli notoriamente non si apre a chi mente. Che papa Francesco non riesca a ridarci un presidente custode vero e propulsivo della Costituzione? Questo sì, che sarebbe un miracolo!

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