Piera Dattena
La bella libreria Dattena-Mondadori di via Sonnino ha chiuso battenti nei giorni scorsi, un sicuro impoverimento culturale per Cagliari e per noi tutti. La titolare, che con tanta passione e intelligenza l’ha fatta vivere per anni, ci parla delle difficoltà delle librerie oggi e della libreria dei suoi sogni.
Chiudiamo, dopo anni di attività, schiacciati da fattori contingenti ai quali non possiamo più restare indifferenti, ci vediamo costretti a mollare. Cesare, mio fratello, probabilmente con sollievo, ora potrà dedicarsi con maggior impegno a quello che sin da bambino ha amato fare, dipingere e creare oggetti d’arte. Io con amarezza perché mi mancheranno tanto i libri, vivere circondata dai libri, averli a disposizione in qualsiasi momento, sapere della loro uscita prima del pubblico che forse li acquisterà, poterne valutare le potenzialità di vendita, portarmeli a casa e leggerli con piacere e mentre lo faccio vedere il volto di coloro ai quali so di poterli consigliare con reciproca soddisfazione.
Mi mancherete molto voi, che per anni avete deciso di eleggerci vostri fornitori di “cibo per lo spirito ” (parole di uno di voi). Mi mancheranno le chiacchiere piacevoli tra noi, la soddisfazione nel riscontrare che quel libro che vi ho consigliato vi è piaciuto tantissimo.
Ho svolto questo lavoro per anni nella convinzione che avesse una grande importanza sociale.Tante volte ho avuto la netta sensazione che vendendo quel libro stavo contribuendo alla formazione di un nuovo lettore (sensazione spesso confermata anche dopo anni dallo stesso lettore). Altre volte, nel consigliare il libro giusto alla persona giusta nel momento giusto, ho realizzato di aver contribuito ad aiutare quella persona dandogli le informazioni di cui aveva bisogno o semplicemente sostenendola nell’affrontare con serenità e maggior sicurezza la vita.
Tutto questo mi mancherà e tanto!
Non mi mancheranno le lunghe ore in piedi, dover rispettare orari di apertura e chiusura, dover aprire colli in continuazione, e dover preparare colli in continuazione di libri invenduti. Non mi mancheranno i rapporti con i fornitori e verificare i conti che infatti non hanno quadrato. Non mi mancheranno tutti coloro che sono entrati in libreria in maniera saltuaria e solo perché obbligati, non mi mancheranno coloro che non leggono perché non hanno tempo o coloro che leggono perché devono dimostrare agli altri che lo fanno. Non mi mancheranno i lettori saccenti che si aspettano che tu sappia tutto di qualsiasi argomento e che sembra entrino in libreria per beccarti in fallo, non mi mancheranno quelli che pretendono lo sconto ad ogni costo perché su internet e’ scontato, non mi mancheranno i lettori che scegliendo Internet o l’e reader hanno contribuito a farmi chiudere.
Non so se avrò le energie necessarie per imbarcarmi ancora in un’attività che indubbiamente non può essere portata avanti se non a fronte di grandi sacrifici. Se vivessimo in un paese attento a tutto ciò che è utile e indispensabile per la crescita culturale dei cittadini ecco come dovrebbe essere la libreria che vorrei:
- il locale non dovrebbe costare niente o pochissimo, quindi o lo mette a disposizione un mecenate o il comune;
- la gestione dovrebbe essere affidata a librai che siano lettori e che quindi conoscono profondamente ciò che vendono, persone che si alternano alla vendita garantendo la loro presenza per un determinato numero di ore nell’arco della giornata così che il negozio sia sempre aperto anche di domenica.
Gli editori dovrebbero mettere a disposizione i libri in conto vendita e stabilire uno sconto che permetta a quella realtà di affrontare le spese compreso lo stipendio ai librai che saranno pagati per le ore che trascorreranno in libreria e che non potranno essere più di 4 al giorno perché devono poter leggere.
Gli stessi librai dovranno organizzare eventi culturali, presentazioni di libri e quant’altro possa veramente focalizzare l’attenzione del pubblico di lettori e soprattutto di non lettori verso una realtà che dovrà essere molto dinamica sia nelle proposte editoriali sia negli eventi che le riguardano.Gli autori e gli editori dovrebbero contribuire economicamente all’organizzazione di tali eventi in quanto le vendite dei libri presentati aumenteranno ovunque il libro sia presente anche lì dove il libraio non ha alcun tornaconto: internet, le altre librerie e sui libri elettronici.
Negli stessi locali si potrebbero abbinare le vendite di prodotti del mercato equosolidale, oggetti d’arte o artigianali per aiutare giovani artisti a inserirsi nel mercato.
Gli utenti di queste librerie saranno persone sensibili alla salvaguardia delle stesse come centri di cultura, persone che guardano al futuro e, proprio come i librai che ci lavorano , non si fanno condizionare dalle leggi del mercato.
1 commento
1 simona buzzi
14 Aprile 2015 - 00:04
Cara Piera, la tua idea è illuminante e innovativa. Spero che chi di dovere ti ascolti, perchè ci manchi!!
A presto Simona
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