Amsicora
I Rossomori, si sa, sono sovranisti doc, ma, si sa anche questo, sono presenti in Consiglio regionale grazie ad una legge elettorale-truffa che comprime la sovranità dei sardi, e grazie al bacio della pantofola del PD, distruttore conclamato delle autonomie regionali (c’è contraddizione in questo?). Ora per bocca del suo leader Gesuino (Gigi, per gli amici) Muledda lancia un proclama, pardon!, illustra una mozione presentata in Assemblea regionale: “La Giunta apra una vertenza con il Governo e si chiuda questa pagina di subalternità nei confronti di una azienda che da troppo tempo usa i nostri fondi per pagare malaccio le sue opere, e che utilizza le spese generali per sovvenzionare parte della sua struttura burocratica”». Bersaglio, l’Anas, “che ormai opera solo con fondi regionali”, spiega il leader maximo dei mori rossi. E con impazienza: “Sarebbe ora che la parte sovranista della Giunta e della maggioranza si decidesse a riaprire questo confronto”. L’obiiettivo? “Costruire un’azienda delle strade sarde“. Del resto il primo passo verso la statualità, da che mondo è mondo, non son le strade? L’impero romano fu fondato sulle grandi vie consolari, senza le quali l’esercito sarebbe rimasto paralizzato. Qui c’è strategia, non vi pare? Gigi, del resto, è sempre stato una faina, politicamente parlando.
E chi poteva attingere a tali altezze progettuali? Gli ordinatori principi delle istituzioni locali. Quelli della “riforma” provinciale! Quelli che sono riusciti a fare un miracolo impensabile: abolire e mantenere in vita le province, per di più privandole di carattere rappresentativo! Ora abbiamo le province, ma, che goduria!, col podestà… Loro il caos lo fiutano e ci si buttano: “I Riformatori non possono che accogliere con il massimo favore la proposta dei Rossomori di trasferire alla Regione le competenze in materia di strade statali oggi in capo all’Anas e sono pronti sin da subito a collaborare con la maggioranza su questa materia”, sentenzia quel segugio del capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni. “Quando da parte di una forza politica di maggioranza viene avanzata una proposta improntata a un vero autonomismo, non possiamo tirarci indietro”, prosegue il riformatore di ordinamenti, “tanto più considerato che siamo stati noi i primi a proporre la regionalizzazione dell’intera rete stradale isolana. Non ci interessa il riconoscimento della primogenitura ma che si faccia, bene e in tempi ragionevoli, un qualcosa di cui tutti i sardi sentono il bisogno per liberarsi dal pesante giogo dell’Anas, i cui disservizi hanno ridotto le nostre strade a uno scenario di guerra disseminato di trincee e campi minati”. “Per questo, siamo pronti a ritirare la nostra proposta di legge nel momento in cui ne dovesse venire presentata una analoga da parte del centrosinistra e a confrontarci nel merito per arrivare a un testo condiviso”, conclude il capogruppo. E pensoso: “La sicurezza delle persone e lo sviluppo della nostra economia vengono prima del gioco delle parti tra gli schieramenti politici”. Vola alto lui, guarda lontano, altro che politichetta terra terra!
Pensate quanto è saggia la proposta di regionalizzare l’Anas, se fa dire perfino al PD una cosa sensata! “Regionalizzare le strade ci porterebbe dritti dritti ad una nuova Abbanoa [opera del segretario del PD Soru, allora presidente - n.d.r.]. Le conseguenze negative di un simile progetto, se realizzato, saranno gigantesche su tre fronti: finanziario, gestionale e della sicurezza”. Lo afferma nientepopodimeno che il vicecapogruppo del Pd Roberto Deriu, dopo la proposta dei Rossomori. “Finanziario perché le spese cresceranno enormemente per la diseconomia di scala” - spiega Deriu-. Gestionale, perché ci darà un deterioramento del servizio e del patrimonio per la difficoltà dei controlli e della sicurezza, perché un’azienda finanziariamente debole e organizzativamente inefficiente non sarà in grado di garantire gli standard di sicurezza agli utenti”. Un’aquila! Per Deriu la previsione è facile facile: “si preannuncia un nuovo disastro amministrativo, nuovamente annunciato in mezzo al tripudio dei tromboni centralisti. Condurremo una battaglia strenua, in Consiglio regionale e nella società sarda, per contrastare una simile sconsideratezza“, conclude l’esponente del Pd.
Muledda riesce nel miracolo di fare di Deriu uno statista! Eppure Gigi è stato per tanto tempo nel PCI, in posizione sicuramente non secondaria, e, dunque, ben sa come allora, quando la politica si faceva con la testa, allo Stato si chiedeva di adempiere pienamente ai propri doveri e di esercitare correttamente le proprie funzioni, accollandosi i relativi oneri.
E’ vero le strade sarde fanno pena, si capisce che lo Stato non spende per l’asfalto e non solo. Ma non è meglio battersi affinché lo faccia, anziche sgravarlo ope legis dell’onere?
1 commento
1 Giampaolo
11 Aprile 2015 - 09:08
capisco le lamentele sulla legge elettorale regionale e le condivido.
Non capisco perchè la manutenzione delle strade non possa essere regionale, e fatta con i soldi direttamente ottenuti da una tassa locale.
Risposta
Tutto si può fare anche sostuirci allo Stato nella manutenzione delle strade statali, istituendo una tassa, come tu proponi. Tuttavia chiedere allo Stato di adempiere alle sue funzioni, come, anche sulle strade statali, fa in Emilia o in Toscana o in Piemonte ecc., significa preservare risorse regionali per altre destinazioni utili ai sardi. Questa era l’idea, a cui si fa riferimento nell’articolo.
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