Oggi poesia

10 Aprile 2015
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Gianna Lai 

 E’ in libreria il nuovo libro di Valentina Neri, Voli inVersi, Arkadia | poesia, che viene presentato oggi 10 aprile  alle 18,30 presso la libreria Feltrinelli di via Paoli 19. Ad accompagnare l’autrice saranno Gavino Angius e Maria Teresa Marcialis, autrice della postfazione del volume.
Ecco una recensione.

Figure del Sogno, Specchi. Figure della realtà, Bestiario, Umanità. Figure della felicità, Senso, Oro. Così modulato si offre al lettore Voli inVersi, Arkadia. 2015, il libro di Valentina Neri, che vuole introdurci di nuovo al piacere della poesia,  ingiustamente  e a lungo trascurata da questo nostro disattento e incolto presente. Nella scelta delle parole e  nel ritmo del verso e dei suoni, organica si delinea una composizione che man mano sviluppa l’idea, il pensiero, un messaggio, un’originale rappresentazione di temi e immagini fortemente caratterizzanti il mondo contemporaneo. Il linguaggio della poesia, artificio e natura, si dice, linguaggio simbolico che mantiene vivo e chiarisce il legame tra mondo sensibile e idee. Sicchè scopri, leggendo Voli inVersi, che non c’è volontà di evasione nel sogno e nell’immaginazione, neanche quando si fa più spinta l’idealizzazione della realtà, semmai la necessità di esplorare il caos dell’esistenza, per temperare la pena del quotidiano. La poesia  comunica, deve essere udita per avere efficacia, per andare in profondità e il suono dei versi di Valentina ne è stato la riprova, durante la recente presentazione del libro di fronte all’altare della Chiesa di S.Maria Chiara, accompagnata dalla musica del maestro Franco Fois e da una partecipazione di pubblico particolarmente attento e interessato. La voce dell’attrice Rita Atzeri che interpreta le poesie, e poi dopo la voce nuda della stessa Valentina, danno corpo alle parole e aiutano a guardare oltre la realtà. Il dolore e la gioia, ciò che cogliamo  ascoltando  per la seconda volta il testo, come fosse diverso il significato che ti rimanda, rispetto alla prima lettura in solitudine. Sarà per l’intonazione della voce. Sarà per un alleggerimento della drammaticità del verso nella pagina centrale, e per un dilatarsi del senso di gioia nella pagina finale, l’oralità restituisce all’udito il senso profondo del libro e prescinde da  parafrasi e interpretazioni. Come se la spiegazione implicasse traduzione, riduzione in prosa che distrugge la poesia, un parlare in prosa dell’esperienza poetica che ne spegne la forza. ‘Ogni fiammifero un sogno/ogni sogno un volo!’ è la voce dell’attrice che interpreta,  ‘Vago leggera in questi spazi che ci legano’,  e dà senso ancora nuovo allo stile e al pensiero di Valentina, ora mettendo in  rilievo la durezza del testo ora, con leggerezza, facendone emergere l’umana apprensione.
 Anche quando la parola passa a Davide Rondoni, è il testo poetico a prevalere sulla necessità di puntualizzare significati e interpretazioni, che ne mettano in pericolo spirito e stati d’animo espressi. ‘Ogni volta che leggo poesia come questa, mi viene in mente Carducci, inizia a dire nella sua presentazione, secondo cui le donne non devono scrivere poesie. Dico che le donne non dovrebbero scrivere poesia perchè esagerano, come fa Valentina, per la natura della donna di ficcarsi nei luoghi più estremi e oscuri della vita. Come fa Valentina. Le donne si mettono nei guai, accettano di entrare dove nessuno entra, ed è proprio in questo modo che esprimono pazienza, coraggio e una grande capacità di lavoro. Aspetto linguistico felice in questi versi, procede Rondoni, ma tremendo. Il poeta esagerato non cerca consolazione da esteta, così è Valentina,  ma le parole per mezzo delle quali tentare di scoprire la verità. Perciò è un libro attraversato da grandi scoperte e sofferenze Voli inVersi, secondo un lessico espressionista che sembra voler produrre suoni,- ho calcato tutti i tasti del pianoforte-. La forza di un’invenzione linguistica, il tippettio delle scarpe, ad esempio,  sempre più carico di senso e  mai stravagante o fine a se stesso.
 Essere qualcuno è la tensione del libro, tanti personaggi per poter dire io, io voglio essere  finalmente qualcuno. Una grande sfida attraverso la poesia, una donna che sfugge la predeterminazione, così come abbiamo appreso dalle poesie appena lette, una supplica, per lenire e sciogliere  la grande tensione. Libro che si conclude, e si avvia alla conclusione anche Rondoni, con un grande debito: l’io vuole essere qualcuno, ma appare un grande tu a dire che, senza, l’io non diventa proprio nulla. La grande attesa di questo tu è  la cosa più bella del testo, ci invita ad una  riscoperta, io non sono io se non abbraccio questo tu. Allora autodeterminazione è parola  falsa, perchè l’uomo si determina nella relazione. Con grazia e violenza Valentina dice, senza di te non sono nulla’.
‘Ingoia nel tuo ventre la mia disobbedienza.’ recita Valentina, e ‘lasciamo giocare Pinocchio/ a costruire castelli di bugie’, prosegue con tono  misurato. ‘Non mi regalerò all’ingorgo malato/ nell’asse dell’assenso disperato’, prosegue scrutando il pubblico con un sorriso, e lamentando un modo di leggere, a suo dire, scontato. ‘Danza, tu danza!/ In punta di rosse scarpette’. E ‘Sì, lo voglio! /….E se guardo avanti lo voglio più forte../ Conclude la serata con poche significative confidenze Valentina: ‘Mi son data in termini di vissuto, di sentimenti di cuore. Sono citazioni di quaranta anni di vita, tutto ciò che ho raccolto per farvi partecipi della mia esperienza’. Accompagnata dalla meravigliosa musica del maestro Franco Fois.

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