Avviso all’ANCI: nei Comuni c’è scippo di democrazia

1 Aprile 2015
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 Aldo Lobina

 

Il corsivo di Democrazia Oggi (https://www.democraziaoggi.it/?p=3820#comment-8604), che tiene vivo il dibattito politico  in tempi di inconcludente dirigismo berluscorenziano, ha attribuito gravi responsabilità al silenzio dei sindaci sul furto di democrazia perpetrato nei loro comuni. Sono d’accordo. Lo scippo dura oramai da molti anni e fa comodo a certi sindaci “laboriosi” che operano  indisturbati, ma anche  ad altri, re o regine travicelli, belle statuine alla mercé di  consiglieri dell’apparato burocratico amministrativo, che di fatto governano in loro vece. Nel primo e nel secondo caso  questa è anche la conseguenza  di una legge elettorale malsana. I consigli comunali sono  diventati simulacro di se stessi e il controllo democratico vi viene esercitato in forme residuali, essendo che il dibattito – quando esiste – è soffocato dal voto di maggioranze bulgare, artatamente costituite, chiamate periodicamente a ratificare decisioni prese altrove. Amsicora  giustamente condanna l’atteggiamento pilatesco  e omissivo della maggior parte dei sindaci, sottratti  di fatto al confronto democratico,  che non cercano, che costa fatica e a volte  è anche  fastidioso.  Il loro silenzio interessato sulla questione, l’inerzia personale e di loro associazioni nei confronti del problema   sarebbe responsabile dell’impoverimento anche reale  della popolazione. Ancora una volta concordo con Amsicora. Perché è dalla capacità di ascolto e di accettazione di proposte alternative, nate all’interno di un franco dibattito, è dalla correzione di atteggiamenti autistici che possono nascere scelte capaci di arricchire spiritualmente e  anche materialmente i cittadini deleganti.
E poi c’è un’altra considerazione da fare questa volta di tipo procedurale: il controllo di legittimità da parte di figure professionali interne agli enti senza un ulteriore controllo di comitati “terzi” ha perpetrato a volte storture per raddrizzare le quali il cittadino stesso (meno spesso una minoranza consiliare) è costretto a rivolgersi alle varie magistrature, chiamate a correggere l’arbitrio delle scelte politiche.
Quando le burocrazie comunali vengono piegate a decisioni politiche insensate (non trascuriamo il fatto che stipendi, promozioni e funzioni dipendono dai politici di turno) oppure – peggio ancora - se  cattivi politici sono al guinzaglio di certi burocrati in una sorta di complicità malata,   non possiamo aspettarci nulla di buono.
Così il vuoto di democrazia quasi statuito per legge si gonfia enormemente per la scarsa professionalità dei burocrati e l’ignoranza di certa classe politica, i cui criteri di selezione risentono della carenza di partecipazione. Che se incentivata -   produrrebbe sicuramente meno mostri di quelli che non dovremmo sopportare.

 

 

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