Ridare fiducia e dignità ai cittadini

24 Marzo 2015
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Lucia Pagella

I grandi lavori per la modifica della Costituzione, dopo il tour de force imposto al parlamento per completare la distruzione dell’esistente, sono arrivati alla pausa di riflessione imposta dalla normativa vigente.
Si dovrà ora provvedere alla legge elettorale che ne costituisce un completamento.
Le notizie che la stampa di regime filtra non sono tranquillizzanti.
E’ difficile immaginare quale sarà l’approdo definitivo, anche perché il diavolo sta nei dettagli e la sensazione é che dietro l’angolo ci attenda un sistema oligarchico da cui i comuni cittadini saranno virtualmente esclusi.
Si è parlato molto di forma ma poco o nulla di sostanza e la sovrastruttura che ne è scaturita è un contenitore vuoto.
Per questo propongo una provocazione.
Wiston Churchill asseriva che la democrazia è un pessimo sistema ma che è pur sempre il migliore conosciuto. Pietro Nenni diceva che le idee camminano con le gambe degli uomini. Ed allora perché affannarsi tanto per modificare la forma se poi gli uomini che devono darle vita e contenuto sono sempre gli stessi?
Ataturk non poteva certo ritenersi un democratico, almeno nel senso corrente del termine, ma trasformò la Turchia in uno stato laico, liberò le donne dal velo e fece per la trasformazione del paese più di qualsiasi altro esponente politico precedente e successivo.
Di contro oggi, vigente la Costituzione nata dalla resistenza, assistiamo ad una modifica sostanziale della forma di governo e dei valori che sono sottesi. La rappresentanza - quando esiste - è un caso, la libertà un optional con il quale riempirsi la bocca.
Colpa della democrazia? Sicuramente no!
Colpa dei politici che stravolgono le norme fino a sostenere la necessità di un loro cambiamento. Di qui l’esigenza di approfondire la nostra ricerca e porci altri problemi . Problemi di sostanza.
La democrazia va difesa perché è soprattutto una speranza, ma non una democrazia vuota che ha nel suo DNA il germe della distruzione. Se noi consentiamo  ai politici che ci dovrebbero rappresentare di farlo per tutta la vita, magari cambiando più volte casacca in corso d’opera, è fatale che il livello dei nostri rappresentanti, salvi casi eccezionali, andrà diminuendo fino a raggiungere quello attuale. Essi, infatti, tenderanno a circondarsi di persone che non facciano loro ombra e così via fino agli Scilipoti. Ed allora prevediamo norme che interrompano questo cerchio infernale, che impediscano il perpetuarsi delle cariche, che facciano sì che le attività pubbliche abbiano la caratteristica di  un servizio.
Per giungere a tanto è, però, necessario ridare ai cittadini dignità e fiducia.
L’astensione è un problema gravissimo generato dalla convinzione che nulla possa cambiare. Cambiamo quindi noi stessi ed i nostri giovani e che essi possano progettare il loro futuro. Per questo la scuola e la cultura  sono così importanti,  per questo si tende a distruggerle privilegiando  la scuola privata e quella confessionale, entrambe garanzia di conservazione, ed a dare importanza alla tecnologia che deve essere lo strumento e non l’antitesi della cultura umanistica.
Se riusciremo a tanto, partendo dal basso, non sarà così importante cambiare la forma delle nostre istituzioni, non sarà così importante chiedersi se un movimento di base che faccia proprie queste istanze sia un partito od una associazione, come sta accadendo per il movimento di Landini  verso il quale la sinistra di governo, anche nella sua ala più vicina ai vecchi principi, sembra manifestare perplessità e talvolta fastidio.

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