Marco Biancu
Pubblichiamo volentieri questa lettera di un lettore, che ben coglie l’orientamento di ampi strati della sinistra. La risposta è pubblicata oggi stesso, più avanti. Invitiamo altri amici e lettori a scriverci su questo tema. Stiamo invece cancellando, senza inserirli nel blog, i commenti che, non andando oltre l’insulto, mortificano il dibattito.
Noi il cervello non lo abbiamo mai spento, sia quando Soru veniva invocato come il messia sia ora che gli stessi che lo invocavano schiumano rabbia. Il guaio è che in tutte queste oscillazioni è assente anche l’ombra di una riflessione politica, ballano solo le carriere personali. Sembrano tutti come quei piccioni impazziti che si vedono a piazza San Marco, che volano da una parte all’altra a seconda di chi da loro da mangiare. Soru lo ha capito e inoltre dal punto di vista della disponibilità di granaglie li sovrasta tutti. Paradossalmente però è quello che ha in testa è qualcosa che assomiglia ad un progetto politico, imbrigliato certo nelle maglie del personalismo. Tuttavia continuo a ritenere che la sua ascesa politica sia il sintomo del cancro che sta distruggendo la nostra democrazia e non la causa. E’ la debolezza delle istituzioni democratiche, sfiancate dall’assenza di partiti dotati di un solido radicamento sociale e da anni di menate sulla governabilità, che hanno liquefatto le Assemblee legislative ad ogni livello, accentrando il potere sui vari caporali e capi-bastone, che ci presenta il conto. Il dispotismo Soriano viene esaltato da questa condizione, sono convinto che in un altro contesto, di democrazia sana e viva, quello che vediamo non sarebbe accaduto. Non mi pare infatti che il caso di Soru sia isolato, pensiamo ai sindaci sceriffi come Cofferati e Chiamparino, agli assessori Cioni sparsi per l’Italia, a Veltroni che gestisce il PD facendo l’imperatore, seppur di un impero con i barbari alle porte. E per non allontanarci troppo, guardiamo a personaggi come Graziano Milia che gestisce la provincia come il tinello di casa sua.
Mi fermo perché gli esempi sono infiniti. Eppure lo scandalo sembra essere solo quello di Soru…La mia impressione è che, tolte poche persone in buona fede, gli altri siano mossi da interessi personali o facciano da cassa di risonanza ai poteri forti che per anni hanno saccheggiato la Sardegna e che per la prima volta si vedono colpiti nei loro interessi speculativi, per di più da parte di un soggetto che, per le ragioni che sappiamo e che non ci piacciono, i denari che possiede, non possono influenzare. Questi interessi sono trasversali e hanno referenti in entrambi gli schieramenti. Le istituzioni che abbiamo disegnato in questi anni sono state promosse soprattutto per rispondere solo a quei poteri, poteri che vanno in crisi quando non controllano più la sala macchine. E’ quello che è accaduto anche con Berlusconi che però, essendo il più forte tra loro e soprattutto condividendone gli interessi, li ha fatti salire sul carro, mantenendo saldamente nelle proprie mani le redini e lasciando aperte le casse dei viveri. Soru finora li ha combattuti, in nome e per conto solo di se stesso purtroppo, questo certamente esalta i rischi connaturati a questa forma di gestione del potere. Napoleone ha costruito il suo impero abbattendo l’ancièn regime, tuttavia sempre un impero ha costruito. Il fatto che l’autonomia del politico possa fondarsi solo sul potere del denaro e non sulla forza di un insediamento di massa rappresenta lo snodo della questione e va ben al di là della giunta regionale sarda, con Soru o senza Soru a dirigerla. Chi oggi ha un ruolo politico è quasi sempre espressione del potere reale, dei padroni del vapore, con le eccezioni che nascono quando questi ultimi scendono direttamente in campo. La questione quindi va liberata dagli schieramenti pro o contro Soru e riportata alla dimensione ben più seria della crisi della democrazia rappresentativa.
Io credo che da qui dovremmo partire per una riflessione seria.
2 commenti
1 Sergio Ravaioli
2 Dicembre 2008 - 09:08
Come ho già scritto altrove, ed anche in un pezzo inviato a questo blog che non so che fine abbia fatto, Soru è la febbre e non la malattia.
Ciò non toglie che in presenza di gravi malattie con stato febbrile, la prima cosa da fare è eliminare la febbre. Contestualmente si avviano terapie, spesso di lungo periodo, rivolte a curare la malattia.
Riguardo poi alla rappresentazione di Soru come cavaliere bianco contro i poteri forti, diciamo che …. fa sorridere. Come il Brunetta socialista o Berlusconi difensore dei poveri!
2 N. Imbimbo
4 Dicembre 2008 - 18:17
Ho trovato condivisibile e anche di piacevole lettura la prima parte della riflessione di Biancu: sull’assenza di riflessione politica nei politici, sulla danza preferita da chi siede nell’assemblea regionale e dintorni sulle proprie personali carriere. Come è efficace e di un certo pregio retorico il paragone con i piccioni di piazza San Marco. E’ efficacemente delineato in questo baillame politico anche il posto di Soru perfettamente immerso in quel baillame con la sola superiore disponibilità di “granaglie” rispetto alla mutevole e spesso servile coorte che egli ora minaccia, ora domina, ora licenzia ora blandisce e che comunque tiene in scacco.
Sono altresì convinto, e da molto, che le menate sulla governabilità hanno enormemente indebolito le assemblee elettive proprio nel momento in cui i grandi partiti di massa che hanno fortemente contribuito e accompagnato la nascita e crescita della Repubblica italiana dotandola di una delle costituzioni più avanzate e democratiche dell’occidente capitalistico, venivano travolti da tangentopoli, dalla caduta del muro di Berlino e del comunismo reale.
Se si aggiunge l’altra menata, per usare il termine di Biancu, della società civile corteggiata chiamata a supplire la mancanza di leader riconosciuti o di aspiranti tali che la frittata è stata completa. In Sardegna in nome della società civile abbiamo portato a capo delle amministrazioni più significative un magistrato, Palomba.; due volti resi noti da TV locali Nicola Scano (chi se lo ricorda presidente della provincia di Cagliari?) e Domenico Pili; un padrone divenuto famoso perché arricchitosi in fretta e in un settore come quello delle tecnologie avanzate e di internet: Soru. Non sono certo loro il cancro della democrazia ma certo non si può dire che hanno frenato la deriva della pur non esaltante esperienza democratica che ha caratterizzato la prima repubblica.
Non capisco e non condivido l’altra parte del ragionamento che Biancu svolge e che si sostanzia nell’affermazione e convinzione che Soru abbia combattuto i poteri forti di cui invece sono “cassa di risonanza” quelli che si oppongono a Soru, immagino all’interno della maggioranza.
Quali sono i poteri forti contro cui Soru si muove? Sono, intanto, nell’economia o nelle istituzioni?
Le più grandi realtà economiche in Sardegna sono nel petrolio (Saras) e nella chimica. Serve una battaglia contro queste realtà. Per qualche aspetto si. Ignorarne quasi – vedasi Porto Torres - l’esistenza e le problematiche no.
Sono forse le imprese edili presenti in Sardegna? Ma le conosciamo le dimensioni di queste imprese? Per il G8 alla Maddalena quali imprese sarde sono talmente forti da aver potuto partecipare agli appalti? E quali di queste imprese poteri forti sono stati combattuti o sono da battere?
Ha salvato le coste? Ma conosciamo le coste della Calabria, della Campania, di tutto l’Adriatico. La Sardegna ancor prima di Soru è riuscita a mantenere una soddisfacente qualità e godibilità di massa delle sue coste. Cogodi, oggi inspiegabilmente sul piano politico cieco(?) sostenitore di Soru, è stato uno dei protagonisti più noti questa salvaguardia dovuta alla diffusa sensibilità ambientalista e democratica presente in Sardegna. Il pericolo è sempre in agguato: ma non è un ex-imprenditore edile che ha l’esclusiva di tutore dell’ambiente anche se come tale si millanta e fuori dalla Sardegna è ingenuamente ritenuto.
Soru contro i poteri forti! Non viene in mente che la costituzione italiana attribuisce poteri sul governo del territorio anche e in particolare agli Enti Locali cioè alle comunità locali, ai Comuni? Non potrebbero essere questi i poteri contro cui il modo di governare di Soru di fatto si muove? Ma davvero quel voto che ha indotto il Presidente della Regione alle dimissioni è espressione di potenti cementificatori?
A meno che per poteri forti non si intendano i centri di formazione professionale presenti in Sardegna. Sistema, quello della formazione professionale, che abbisognava di essere rinnovato e riformato ma contro cui Soru si è mosso come un carro armato creando problemi seri a un migliaio di persone che nel settore lavoravano (senza alcun loro colpa!) e ragazzi non aiutati e/o messi in condizione di seguire altri percorsi fromativi trovatisi sbattuti fuori dalle aule che comunque li accoglievano.
Potere forte la Tirrenia? Si la Tirrenia è un potere e la sua forza viene confermata in questi giorni che ottiene dal governo Berlusconi la proroga della convenzione con relativi finanziamenti. Non c’è un sardo che esprimerebbe apprezzamenti sul servizio che offre la Tirrenia.
Ma non è strano che proprio nei giorni in cui il libero mercato mostra tutti i suoi congeniti difetti e anche i più ostinati e conservatori liberisti ricorrono alle risorse e al ruolo dello stato per evitare più disastrosi effetti economici e sociali, il Presidente della Regione non trovi di meglio che ostinarsi a ritenere che l’unico rimedio al pessimo servizio della Tirrenia è il ricorso al mercato privato? Ricorre a quella parte dell’Europa super liberista in base alle cui ferree regole industrie operanti in Sardegna non hanno potuto avere alcun sostegno dalla Regione che giustamente pensava di salvaguardare posti di lavoro? E proprio quando anche la destra più avveduta ne attenua i vincoli.
Non sarebbe invece meglio esercitare il potere della Regione per contrattare con l’impresa pubblica e con il governo che la finanzia qualità e convenienza per il trasporto marittimo di persone e cose da e per la Sardegna?
Le servitù militari, la Maddalena sono frutti della politica di Soru contro i poteri forti? Secondo è un altro mito da sfatare. Bush, gli USA dell’esportazione della democrazia sui carri armati e sui caccia bombardieri abbandona La Maddalena per la battaglia di un cosiddetto governatore della Sardegna?
E si potrebbe continuare.
Mi espressi contro la candidatura di Soru alla Presidenza quasi in solitudine nella Direzione Regionale dei DS anche il giorno in cui i contrari si astennero. Principalmente, e lo dissi, perché era un padrone (termine vetero perché nel mio defunto partito ormai e da tempo la parola imprenditore era e lo resta nel PD sinonimo del massimo delle capacità e delle virtù).
E i padroni hanno attitudini al comando, non al governo. Sarebbe bene liberarsi al più presto dall’illusione decisionista. E’ fallita e può provocare danni alla democrazia anche maggiori di quelli che viviamo in Sardegna come a livello nazionale. E dedicarsi alla ricostruzione e costruzione di partiti “dotati di un solido radicamento sociale” come Biancu giustamente li identifica.
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