Un nuovo impegno per un progetto umanistico

7 Marzo 2015
Nessun commento


Lucia Pagella   

Un altro intervento nel dibattito per la creazione di una sinistra in Italia.

In occasione della manifestazione a favore della Grecia ho assistito ad un dibattito interessante che è poi proseguito su questo blog.
In punta di piedi, come si conviene ad una una  “ quisque de populo “ quale sono io in questo campo, vorrei dare il mio apporto perché la discussione continui e si allarghi al di la dell’orizzonte degli addetti ai lavori.
Sono molto pessimista sul futuro di una società che ha dimenticato i propri valori fondanti, quando non li ha venduti per un piatto di lenticchie.
Per tale motivo vorrei che al pessimismo della ragione si sostituisse l’ottimismo della volontà.
Tutti dovrebbero partecipare perché è in gioco il nostro futuro, quello dei nostri figli e, in ultima analisi, il futuro di questo piccolo pianeta dalle riserve limitate che la sfrenata avidità della cupola che ci domina, formata da finanzieri e banchieri, sta portando alla rovina.
Si parla sempre di sviluppo sostenibile e non ci si rende conto che, al punto in cui siamo arrivati, questa espressione è un ossimoro.
Per andare avanti e garantire a tutti una vita dignitosa dobbiamo cambiare prospettiva. Come ci ricorda Papa Francesco, dobbiamo rimettere al centro della storia l’uomo ed i suoi bisogni primari. Invece al centro di ogni iniziativa vi è il capitale anzi un capitale fasullo rappresentato da una montagna di carta straccia ( azioni, obbligazioni,derivati e la stessa moneta che ha ormai perso ogni riferimento ad un valore concreto ).
Per questo ritengo che si debba parlare di austerità.
Le parole hanno un significato preciso che, però, è spesso distorto dal contesto in cui esse vengono pronunciate: è vero, oggi parlare di austerità richiede un notevole coraggio ed allora chiariamo subito che essa è un valore quando si riferisce ad un modo di vivere che è la negazione del consumismo, mentre assume un significato sinistro quando tende a legittimare la povertà dei molti a vantaggio della ricchezza dei pochi che trasformano il surplus di ricchezza in potere.
L’austerità non è solo un valore in se, ma è anche l’unico strumento per realizzare la distribuzione della ricchezza : se tutta la ricchezza del mondo venisse equamente divisa, la povertà verrebbe sconfitta.
Negli anni sessanta e settanta si immaginava un futuro problema: quello del tempo libero da dedicare alle attività culturali e ludiche. Oggi il solo tempo libero che ci è dato osservare è quello dei disoccupati. La tecnologia, nelle mani del sistema capitalistico, ha reso l’uomo inutile  e qualche  economista imputa il ritardo della crescita dell’Italia alla carenza dello sviluppo tecnologico.
Modificare il nostro cammino è un’impresa lunga e difficile  e per giungere alla meta occorre una ideologia, altra parola di nobile origine stravolta dall’uso che ne è stato fatto.
Ideologia per me non è lo slogan o la parola d’ordine che si grida nei cortei sotto bandiere differenti. Essa è il sistema di pensiero che deve sottostare alla  teorie politiche e sociali, è la ragion d’essere dei movimenti politici.
Senza ideologia noi siamo ciechi in un labirinto senza uscita e quello che ci vene proposto è una marmellata mediatica piena di contraddizioni.
Come modificare una realtà saldamente in mano alla Trilateral alla Birdemberg ed ad altre associazioni a delinquere dello stesso stampo?
Sarebbe bello potersi sedere intorno ad un tavolo e discuterne democraticamente ma io non credo che sia possibile: il mazziere distribuirebbe le carte barando e noi ci ritroveremmo con i turni massacranti alla Marchionne, l’esigenza, per sopravvivere, dei piccoli lavori alla tedesca,  lo schiavismo che sfrutta i disperati che le guerre sponsorizzate dai mercanti di morte gettano sulle nostre spiagge.
 Quando un sistema è marcio lo si deve sostituire e non correggere: ecco perché condivido la soluzione di Francesco Cocco.
Perché ciò avvenga senza sanguinose rivoluzioni mi piace immaginare che ciò sia possibile con la consapevolezza di tutti, con la condivisione di un progetto umanistico, con la disobbedienza civile nei confronti di norme nei confronti delle quali le persone sono oggi indifferenti perché annichilite.

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento