Ci starei, ma solo se…

5 Marzo 2015
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Gianna Lai

Ecco un’altra risposta all’appello di Marco Ligas e Andrea Pubusa per un nuovo impegno in vista della Coalizione sociale.

Ci starei. Ma solo con la certezza assoluta che non vi siano intromissioni delle piccole oligarchie parassitarie dei piccoli partiti residui. E ne rimangano fuori tutti quei politici e i loro amici e gli iscritti ai loro partitini, che vivono in funzione di se stessi, in funzione cioè, unicamente, della scadenza elettorale. E che si servono delle persone per continuare a sedere in un Parlamento dichiarato incostituzionale dalla Corte, proprio a causa dei meccanismi che hanno consentito la loro elezione. Dove a farla da padrone sono gli interventi della Boschi “Il governo sulla questione pone la fiducia“, senza opposizione seria, se non fosse per i 5 Stelle….. Contro la politica di austerità intendiamo la Coalizione sociale, secondo gli intendimenti di Landini, Rodotà, Gino Strada e don Ciotti. La Costituzione la nostra Via maestra. E saremo, in occasione del prossimo Referendum sulla modifica della Carta, noi da una parte, dall’altra Berlusconi e il Pd, l’alleato degli avanzi dei partitini, dal quale, chissà, come in una patologica dissociazione della personalità, essi dovranno distaccarsi per difendere la Costituzione, per poi riassociarsi alle successive elezioni, se vogliono entrare in Parlamento. Saremo su fronti diversi. E su fronti diversi vogliamo portare i temi del lavoro, della scuola, della sanità e della divisione dei poteri, in ogni momento dell’esperienza politica. Ci starei se rimanessero fuori tutti quei cosidetti politici, e i loro amici e gli iscritti ai loro partitini, così rissosi e utili solo alla maggioranza, che non rappresentano nessuno, e la rappresentanza l’hanno distrutta più e più volte nella storia recente, dalla ridefinizione della Sinistra dopo la fine del Pci, alla caduta dei governi Prodi. Spargendo intorno macerie, e tenendo lontani i migliori, per lasciare libero campo alla crescita di una politica autoritaria e di forte attacco alle masse popolari, in cui a governare sono direttamente i padroni e i banchieri, la cui ricchezza aumenta in maniera vertiginosa man mano che dilaga la povertà. Lo denuncia il Papa, usando parole ben più dure, che noi condividiamo, pur dal nostro osservatorio di atei.

E la stessa cosa avviene in Sardegna, dove il Pd si presenta alle elezioni con indagati in lista, e governa poi con indagati in Consiglio e, grazie a una legge elettorale simile al porcellum, imbarca i soliti partitini di cui sopra, che non badano a tali sottigliezze, avendo essi stessi, tra loro, qualche indagato per i fondi ai gruppi. E si chiude la scuola statale e impunemente si continua a finanziare la privata, perchè essa continui ad occupare lo spazio lasciato libero dallo Stato. Come nelle precedenti giunte di destra. Il territorio a più alto tasso di slot machines….in Italia, la Sardegna, a più alto tasso di giovani dai 15 ai 25 anni che non lavorano e non studiano. e dove cresce la povertà e son poveri anche quelli che lavorano. E la Caritas, finanziata continuamente, continua a decuplicare i suoi interventi, caritatevoli appunto, perchè i nostri amministratori i poveri non li vogliono vedere mancu pintausu. E le banche, governate dai politici, non concedono crediti. Eppure chi governa continua a non voler ascoltare il Sindacato, come a non voler riconoscere che dell’unica vera rappresentanza sociale rimasta si tratta. Così il governo nazionale, dove chi è bocciato dall’elettorato per peculato diviene sottosegrataria di Renzi, in aperta sfida ai giudici. E ‘bisogna sostenere De Luca’, dice Barracciu, a dimostrazione che già le primarie del Pd sono inquinate, e che i rapporti interni al Pd sono di pura natura mafiosa. E che è sempre più aperta la sfida ai giudici. L’antipolitica al potere, che produce astensionismo e vuole tenere lontano i migliori, solo il 37% ha votato recentemente in Emilia Romagna, e che vogliamo battere con la Coalizione sociale, in un processo di nuova partecipazione, ponendo al centro il lavoro, la scuola, la sanità e le questioni della rappresentanza.

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