Dopo l’assemblea di venerdì: per un nuovo impegno

2 Marzo 2015
2 Commenti


Marco Ligas e Andrea Pubusa

L‘assemblea pubblica organizzata venerdì da Il Manifesto sardo e da Democrazia Oggi in sostegno del popolo greco ha registrato una buona partecipazione. Un segnale, questo, di solidarietà nei confronti di un paese che sta subendo una crisi pesantissima provocata degli egoismi di chi intende conservare i privilegi consolidati negli ultimi decenni. L’Unione Europea e le banche sono i maggiori responsabili di questi disastri.
Pur non enfatizzando l’esito dell’iniziativa del 27 febbraio, ci sembra importante sottolineare come anche nella città di Cagliari  ci siano settori dell’intellettualità e dei ceti popolari disposti a battersi per i valori della solidarietà e della democrazia, coinvolgendo quei sempre più ampi settori di cittadinanza delusi dalle politiche clientelari e antipopolari dei partiti.
Occorre continuare con iniziative analoghe.L’elenco dei terreni di possibile impegno è infinito. C’è l’imbarazzo della scelta: dalla controriforma del lavoro, alla legge intimidatoria per la magistratura, dalla manomissione della Costituzione in senso autoritario alla pseudo riforma della scuola, dall’attacco ai servizi sociali al crescente impoverimento delle famiglie.
Ma cosa fare e come fare? Innanzitutto occorre ricreare uno spazio di discussione pubblica, un’agorà, dove confrontare competenze ed esperienze sociali per mettere a punto piattaforme e obiettivi d’impegno concreto a livello sociale e prestando un’attenzione particolare ai bisogni dei cittadini più colpiti dalla crisi, dalla mancanza del lavoro e dalla povertà.
L’assemblea ha fatto emergere un vasto interesse per l’iniziativa di Rodotà, Don Ciotti, Landini e Gino Strada di creazione di una “Coalizione sociale” per contrastare efficacemente le politiche di chi  governa il nostro paese e di chi in Europa fa di tutto per conservare i privilegi delle classi sociali più agiate. Una battaglia interna per cambiare il governo del Paese ed una per creare un’Europa dei popoli secondo l’ispirazione originaria di Altiero Spinelli.
È questo, a ben vedere, il modo più efficace per manifestare la nostra solidarietà al popolo greco: fare in casa nostra ciò che organizzazioni come Syriza hanno fatto nel loro paese.
Partiamo perciò dai bisogni dei cittadini più esposti e facciamo in modo che il nostro impegno non sia vanificato da quel desiderio di cariche istituzionali che ha ridotto a piccole conventicole le forze della sinistra in Italia e in Sardegna.
Cosa proponiamo dunque?
1) Innanzitutto di allargare l’area di chi intende impegnarsi in questa attività, coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni, con la consapevolezza che questo lavoro è contemporaneamente politico, culturale e sociale.
2) I temi delle prossime iniziative possono essere diversi:
- controriforma del diritto al lavoro;
-  responsabilità civile dei magistrati;
-  manomissione della Costituzione;
-  tutela del territorio e dell’ambiente in Sardegna (contro le scorie, le basi militari , ecc.).
3) Più avanti - dopo aver favorito il dibattito nella sinistra sociale locale – si potrebbe organizzare un’assemblea di “comunicazione” fra le varie associazioni, comitati e organizzazioni che a Cagliari operano nel sociale. Venerdì alcune erano presenti all’assemblea con loro rappresentanti e hanno mostrato una grande vivacità. Incontrarle e dialogare con loro è un primo passo verso l’unità e un impegno più organico.
Insomma, muoviamoci ponendoci solo le questioni che possiamo affrontare, ma facciamolo con decisione e serietà. E’ questo l’unico modo - ci sembra - per farci trovare pronti e per concorrere a quella ricostruzione dal basso della sinistra, di cui si avverte diffusamente il bisogno e su cui anche dal livello nazionale vengono segnali incoraggianti di nuovo inizio.
Cosa ne pensate?
 

2 commenti

  • 1 Tonino Dessì
    2 Marzo 2015 - 11:48

    Ci starei. Ma solo con la certezza assoluta che non vi siano ipoteche o intromissioni delle piccole oligarchie parassitarie dei piccoli partiti residui. Ci vorrebbe una sorta di comitato di garanzia.
    Buon inizio.

  • 2 Gavino Dettori
    2 Marzo 2015 - 20:53

    LA GRECIA IN CRISI,… O LA GRECIA NELLA CRISI!
    Credo che sia più giusto collocare la crisi Greca nel seno della crisi mondiale. La Grecia è soltanto l’anello più debole nel mondo europeo, governato con il metodo, tutto insito nel sistema capitalista, che il più forte schiaccia il più debole, seguendo le semplici regole del profitto.
    Le stesse regole che hanno creato la crisi mondiale e con le quali si pretende di risanare lo sfascio provocato, facendo sempre pagare lo scotto maggiore ai più deboli, sia a livello individuale che di popolo.
    Ormai sono numerosi gli economisti che predicano l’abbattimento delle disuguaglianze fra individui e fra gli stati. Sono questi squilibri che bloccano lo sviluppo e generano povertà.
    Diceva un economista: “il capitalismo crea i problemi! Inteso questo questo in senso positivo e negativo, nel senso che è un sistema senza freni, nella ricerca di situazioni e beni da sfruttare, ma che anche crea problemi per effetto dello sfruttamento fino all’ esaurimento economico del bene, per poi iniziare la ricerca per lo sfruttamento di un altro bene,… senza badare all’equilibrio- squilibrio delle risorse naturali; seguendo solo la legge del massimo profitto economico.
    Ma nessun economista prospetta un alternativo sistema economico: tutti pensano che si possa salvare applicando correttamente le sue regole, senza tener conto della limitatezza delle risorse, e seppur se ne tenesse conto, anche convertendo la produzione di varie industrie, della inevitabile specializzazione della ricerca dei metodi di sfruttamento e produzione che limiterebbe drasticamente l’occupazione, producendo fenomeni di rilevante instabilità sociale.
    Questo è lo scontro futuro a cui andremo incontro: chi lavora! chi produce! e come distribuire la produzione per sostentare la popolazione crescente del mondo? Le migrazioni rappresentano già questo fenomeno. Come dare lavoro e sostentamento, servizi, diritti, …….. alle masse migranti? Come costruire integrazione fra i popoli? Le masse abbandonate a percorrere il territorio alla ricerca di lavoro e cibo, sono una mina vagante, incontrollabile che si aggiungono e in contrasto con le masse escluse, locali. Che senso ha dire ognuno deve pensare per se, …. ognuno si cerchi e si inventi un lavoro, quando si sa che è un parlare inutile,…… chi non ha lavoro non ha la capacità di sostentamento,… per questo sarà costretto a rubare, creando problemi di sicurezza e instabilità sociale,… RUBARE? Ma che vuol dire! Se uno ruba per mangiare, mentre altri distruggono il surplus per non abbattere i prezzi del mercato: e basterebbe questo per sfamare gli affamati nel mondo. Ma il problema non è soltanto sfamare ma dare dignità di vita umana alle persone, farle diventare e rendere partecipi della vita collettiva,…estendere i diritti a tutti.
    Allora, come potrà uscire la Grecia dalla crisi! Continuando ad affamare il popolo?mentre altri popoli lucrano dei privilegi delle loro ricchezze naturali? Il mondo è stato diviso male, ed il suo asseto attuale derivato da millenni di storia, non sembra possibile contestarlo. Ma le risorse della terra non appartengono solo ai popoli fortunati., bisognerà pur distribuirle per sostentare l’umanità, senza che un popolo fortunato, schiacci gli altri,…, come oggi sta avvenendo. E’ sicuro che se la distribuzione non avverrà con una programmazione equilibrata, sicuramente avverrà forzatamente con l’invasione dei popoli esclusi.
    Riuscirà il popolo greco , e poi la Spagna, La Francia, L’Italia,….. a sostenere il passo ai criteri imposti dall’Europa? Io penso di no! e la sinistra sostenuta dal popolo non riuscirà a tenere le promesse se governerà con gli strumenti del capitalismo. D’altronde non potrà fare diversamente, essendo accerchiata e sostenuta vicendevolmente dal mercato che sottende tutti gli altri paesi amici , e tutto il mondo.
    E’ ora che si fondi un organismo mondiale che con una visione unitaria ed equa tenti di governare la distribuzione delle risorse, governando così anche la pace,…

Lascia un commento