La Giornata della Memoria

27 Gennaio 2015
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Gianna Lai

Oggi a Cagliari due iniziative:

- ore 15, 30 -  Aula Magna di Lettere: 1945 - Liberazione e ritorno
 
(con  intervento di storici)
- ore 18 - Auditorium Fondazione B. Sardegna, via S. Salvatore da Horta, 2
  La Giornata della Memoria e la Sardegna (lettura di testi e musica)

Di seguito Gianna Lai illustra il senso di questa Giornata.

Il 27 gennaio è Giornata della Memoria in Italia, perchè l’Italia ricordi. E in modo critico guardi alla storia del paese durante il fascismo e la Seconda guerra mondiale. Alla storia delle responsabilità di una classe dirigente che, in buona parte, ha sostenuto Mussolini fin dalle spedizioni punitive contro operai e contadini organizzati nei partiti e nei sindacati, e culminate nella Marcia su Roma. E che lo ha voluto capo del governo poi, con le leggi fascistissime, persecutorie dei partiti, della Cgil, e delle libertà, non a caso precedute da una nuova legge elettorale, la legge Acerbo, che istituiva un alto premio di maggioranza in funzione della vittoria fascista.
Queste le basi su cui si fondano le Leggi razziali contro gli ebrei, prontamente promulgate dal re e condivise da quella classe dirigente, e poi le persecuzioni contro rom, oppositori, asociali, omossesuali, ecc., avendo già dichiarato Mussolini, nel ‘22, il razzismo del suo movimento contro i giudei. Ed è il contesto in cui matura la  guerra stessa che produce il genocidio, solo la guerra può produrre genocidio, e poi il governo fantoccio di Mussolini a Salò, e l’Italia divisa in due e cancellata dalle cartine geografiche, nell’occupazioni tedesca e americana. Partecipano direttamente, e con grande convinzione, i fascisti italiani alla politica degli occupanti tedeschi contro ebrei, rom, oppositori, asociali, omosessuali, nel silenzio del Vaticano e del Papa, alleato del fascismo fin dal ‘29 a seguito dei Patti lateranensi.  Perchè c’è in Italia una classe dirigente in buona parte schierata col fascismo a sostegno dei tedeschi occupanti, anche quando gli operai organizzano gli scioperi del ‘44 nelle fabbriche del Nord e vengono deportati in Germania. Anche mentre  i partigiani, e i partiti costretti alla clandestinità, combattono per la liberazone dell’Italia dall’occupazione straniera e pongono le basi della nuova democrazia, uniche vere espressioni di difesa del Paese dal ‘43 al ‘45.
Il nostro paese ricordi Auschwitz il 27 gennaio, a partire da se stesso, e riavvii un vero e proprio percorso di conoscenza sulla sua storia, e sui campi di concentramento nel territorio italiano controllati dai soldati italiani, questi davvero nuova meta per studenti e visitatori, anche stranieri. A meno che non sia la nostra attuale classe politica a non voler ricordare. E a voler dare alla storia del tempo un significato diverso, delegittimando la Resistenza, in funzione di una diversa direzione da imporre al paese attuale, con nuove leggi elettorali, la fine della Costituzione, del lavoro e delle tutele. A voler delegittimare la Storia, che ha sempre ricostruito il passato, in occasione della Giornata della memoria, in modo critico; e nel rispetto della lettura dei documenti e dell’analisi del contesto, individuando responsabilità e rispondendo ai perchè che ciascuno di noi si pone. Così all’Università di  Cagliari col professor Natoli e il Prof.Collotti, quest’anno su ‘Liberazione e spirito del ‘45′ e ‘Liberazione e amara realtà del ritorno’. Così in tanti altri luoghi, come  nelle varie sedi dell’Anpi, con i docenti di storia delle Università e dei Licei, a Cagliari quest’anno nel richiamo di Primo Levi ‘Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario’.

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