Sua Altezza finalmente a casa!

15 Gennaio 2015
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Amsicora

So a cosa state pensando, leggendo il titolo. Pensate al ritorno di Re Giorgio a casa dopo l’abbandono del Quirinale. E so anche come avete commentato. Era ora! Non se ne poteva più. L’avesse fatto prima quanti guai ci avrebbe risparmiato! Non avremmo visto Letta-nipote, campione d’inconsistenza, a Palazzo Chigi, e neppure Renzi, principe dei parolai. Direte, un po’ di comprensione per un povero vecchio! Certo, l’umana vicinanza non si nega a nessuno, quandomai. Ma certo Re Giorgio non era un giovincello neppure due anni or sono, quando ha sbarrato la strada a Prodi e a Bersani insieme, d’intesa con l’ex Cavaliere in cerca di reinserimento. Comunque è fatta! Finalmente a casa!
Eppure non avete azzeccato. Con quel titolo non pensavo a Napolitano, pensavo a Soru. Sua Altezza è finalmente a casa, in un ufficio tutto suo, in  via Roma, dove per entrare bisogna suonare il campanello e chiedere permesso. Come ai vecchi tempi di Progetto Sardegna, quando lui riceveva in Piazza del Carmine. Se volevi parlargli, dovevi prendere appuntamento con la segretaria, spiegando la ragione per cui chiedevi udienza, e, se venivi ammesso, dovevi pazientemente far la fila. C’era una bella sala d’attesa, però, in Piazza del Carmine e potevi prendere anche un caffé o un tè, prima d’essere introdotto al cospetto di Sua Altezza il padrone di casa.
In via Emilia non funziona così. E’ la sede del partito, la casa non ha un padrone, è di tutti gli iscritti e un po’ anche dei simpatizzanti. I compagni (ma si chiamano ancora così quelli del PD? Compagno Renzi, compagno Letta…chissà!) entrano ed escono liberamente e spesso si affacciano nell’ufficio del segretario per un saluto di cortesia. Roba da matti! Pensate che uno possa elaborare, con la preoccupazione che da un momento all’altro si schiuda l’uscio e faccia capolino un iscritto, compagno o non che sia. Ma quandomai, solo questo ci manca! Coi disastri dell’Isola, ci vuole concentrazione, le soluzioni sono difficili e complesse. Occorre silenzio. E se inviti un imprenditore, che vuole far del bene ai sardi, lo fai passare in mezzo ad una schiera di compagni (ma si chiamano così quelli del PD? Certo, compagno Letta, compagno Renzi suona male…) che discutono animatamente nello spazio antistante o, peggio, all’interno della sede? E se un impertinente, apre la porta e ti chiede a bruciapelo chiarimenti sulla contestata evasione fiscale milionaria? Che fa il segretario?, interrompe le sue riflessioni per star lì a dirti che è una montatura delle toghe, nere non per ragioni politiche, ma perché nella realtà e, salve alte cerimonie, quelle dei PM proprio nere sono.
No, compagni ed amici, in luoghi così mal frequentati potevano lavorare Renzo Laconi o Enrico Berlinguer, quando erano, rispettivamente, segretario regionale e vice del Partito comunista, non Renato. Sua altezza, per pensare, ha bisogno di raccoglimento. Da domani vedrete, ora che lui è finalmente tornato a casa, come cambieranno le cose in Sardegna! Da così a così!

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