Gianluca Scroccu
Mentre ceno, vedo scorrere sul teleschermo i titoli del Tg2, che danno come certa la notizia che Gramsci avrebbe “riabbracciato” la fede in punto di morte. È stato trovato qualche nuovo documento d’archivio importante ed inedito? No, la fonte è mons. Luigi De Magistris, che ha sostenuto, durante una conferenza stampa, che «Gramsci morì con i sacramenti. E chiese alle suore che lo assistevano di poter baciare un’ immagine del Bambino Gesù». Secondo il Presidente Cossiga la notizia è vera: se l’ha affermato il monsignore non può che essere così. Eppure la storia si fa sui documenti, e qui non ce ne sono. Inoltre, nessuno spiega come avrebbe potuto un uomo come Gramsci ricevere i sacramenti e recuperare la fede facendosi però cremare e successivamente seppellire nel cimitero acattolico degli Inglesi, nel quartiere Testaccio di Roma. Non avrebbe dovuto lasciare delle volontà diverse ai familiari se avesse veramente voluto morire come un cattolico osservante?
La cosa che mi rattrista è che anche da questo episodio si sia di fatto manifestata, per l’ennesima volta, la capacità dei media nostrani di creare notizie facendo scomparire i fatti. Un sistema, questo, che si ripete con efficacia quando sui mezzi di comunicazione si parla di storia. Le parole di studiosi come Giuseppe Vacca, Angelo D’Orsi o Giorgio Baratta, che hanno stigmatizzato il tentativo di presentare Gramsci come un anticlericale (caratteristica attribuibile, invece, a molti socialisti massimalisti degli anni Venti e Trenta), non hanno avuto lo stesso peso di chi, pur non conoscendo il pensiero dell’intellettuale sardo, ha potuto discettare sulla sua “conversione”. E poi, Gramsci che prende i sacramenti? Ma aveva ricevuto il battesimo appena sette giorni dopo la sua nascita, il 29 gennaio 1891! Del resto sarebbe bastato leggere la classica biografia di Fiori per sapere della religiosità dei suoi genitori, in particolare della madre Peppina Marcias; oppure sfogliare “I Quaderni” e le “Lettere dal Carcere” per vedere i continui riferimenti alla questione cattolica richiamati dal pensatore di Ales quando analizza, solo per fare qualche esempio, categorie come quella del senso comune, o riflette sul nazional-popolare e sul ruolo degli intellettuali nella storia italiana. È non è un caso se il più grande intellettuale della seconda metà del Novecento Italiano, Pierpaolo Pasolini, proprio sulla scia della lezione gramsciana, non avesse mai mancato di dedicare un grande spazio della sua riflessione critica al cattolicesimo e al problema religioso, in stretta connessione con l’evoluzione della realtà italiana (basterebbe richiamare soltanto il meraviglioso “Vangelo secondo Matteo”, ben più di un’opera cinematografica).
Sono discorsi che meriterebbero ben altro approfondimento: ma in questo sistema d’informazione italiano, unidirezionale, malato e autoreferenziale, sempre prono verso il potere, laico o religioso che sia, non avranno mai cittadinanza.
2 commenti
1 Francesco Cocco
26 Novembre 2008 - 20:11
Ha ragione Gianluca nel far dipendere questa notizia (non-notizia) dal degrado complessivo del nostro sistema informativo, Capisco mons. De Magistris che, sulla scia della menzoniana ode “il 5 maggio” in morte di Napoleone, immagina che una “superba altezza ” del pensiero (nel nostro caso Gramsci) si sia chinato “al disonor del Golgota”: Vero o falsa la notizia, a mio avviso nulla toglie o aggiunge alla grandezza umana ed alla profondità di pensiero di Gramsci. Certa visione di stampo positivistico ottocentesco che tendeva ad escludere la religiosità come possibile componente di una coscienza socialista, da lungo tempo ha perso significato. Lo ha insegnato il PCI sin dala suo 8° Congresso.
2 Giuseppina Schirra
27 Novembre 2008 - 16:44
Sono daccordo che la storia si faccia con documenti e testimonianze adeguatamente verificate. Penso che comunque un anelito a Dio nel momento della morte non cancelli una posizione anti cattolica e non discrediti Gramsci. Certamente fastidioso l’atteggiamento tendenzioso dei media che a breve sosterranno la discendenza del Pdl dal pensiero gramsciano
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