A.P.
Lo vada a dire Renzi ai commercianti cagliaritani che il 2015 è l’anno del ritmo, e come minimo lo fanno correre! Per la Confcommercio è come quando si verificano alluvioni, terremoti, catastrofi naturali: ci vuole un’unità di crisi. E non è uno scherzo, del resto non siamo ancora a Carnevale, quando - si sa - ogni scherzo vale. No, no è verità. C’è un documento ufficiale che chiede l’istituzione di questo speciale organismo, ed è stato inviato a prefetto, sindaco, Camera di commercio, vescovo, Regione, ente fiera, Autorità portuale, Banco di Sardegna e chi più ne ha più ne metta. Tutti devono, tutti dobbiamo sapere. La Confcommercio dà anche i numeri della catastrofe economica che si è abbattuta sui negozi del centro di Cagliari: clientela diminuita del 30 per cento, parola del presidente dell’associazione di categoria per il Sud Sardegna, Alberto Bertolotti. E calo del fatturato ancora più consistente. Effetti della recessione che non passa. Cento imprese al mese hanno chiuso nel 2013 in Sardegna, e 6.500 sardi sono emigrati. Se la disoccupazione aumenta, se l’industria sarda è ormai inesistente, se il precariato e le basse pensioni imperano, è chiaro che l’onda, ad un certo punto, si abbatte sui commercianti. E non sui negozietti periferici, sul piccolo commercio ormai endemicamente in crisi. No, anche sui negozi un tempo scintillanti del centro, di via Garibaldi e dintorni. Ormai si contano più i negozi chiusi che quelli aperti e questi ultimi sono quasi sempre vuoti, eccenzion fatta per quelli che vendono telefonini. Il commercio è la cartina di tornasole della crisi.
Poi ci si è messa anche l’Amministrazione comunale a guastare le feste coi lavori pubblici in alcune strade a vocazione commerciale (via Garibaldi e via Sassari). Il Sindaco, nella sua inconsapevolezza, mostra soddisfazione per il rispetto dei tempi nei lavori, ma il malumore per l’andamento dei cantieri non è la solita scontata lamentazione dei commercianti. I lavori nell’immediato vanificano quella pubblicizzata idea di riportare in centro gli acquirenti ormai dispersi nei centri commerciali. Fare le compere natalizie in mezzo alle ruspe e agli scavi, incanalati in stretti corridoi, delimitati dalle cancellate in ferro dei cantieri, sarà originale, ma non è il massimo. Sopratutto non è divertente.
E mentre tutto questo accade, il Sindaco plaude a se stesso e alla sua amministrazione, Pigliaru, come al solito, è pensoso, ma fermo. E Renzi? Lui non pensa, lui corre e continua a raccontare barzellette. Segue via twitter disastri navali e si compiace. Che poi ci siano un bel po’ di morti poco importa. Ritmo! Correre, bisogna correre, che sia verso il baratro poco importa.
Non c’è speranza? Beh, intanto l’anno nuovo inizia con una buona novella. Va via il peggior presidente della Repubblica che l’Italia abbia avuto. Da Monti ad oggi, passando per Letta giù giù fino a ridolini, per non andare indietro nel tempo, ha combinato solo disastri, facendosi anche rieleggere per continuare nell’impresa. Da custode della Costituzione si è trasformato nell’assertore più esplicito del suo sbaraccamento, con revisioni pasticciate e approssimative. Allo scopo ha nominato schiere di “saggi” con speciale propensione all’obbedienza. Ha avallato perfino la modifica dell’art. 138, ossia della procedura per la revisione! Roba da attentato alla Costituzione! Ha perfino ricevuto due accusati d’essere fucilatori di pescatori in Quirinale, come fossero eroi nazionali! L’unica speranza è che venga eletta al Colle una personalità sperimentata e seria. Da lì è venuta una spinta forte alla crisi delle istituzioni: il recupero del pregiudicato B., lo sbarramento a Bersani e forse anche a Prodi nella corsa al Quirinale. Lì c’è oggi il bandolo della matassa. Il problema è che lo impugni la persona giusta.
2 commenti
1 Marco
3 Gennaio 2015 - 20:31
Mi scusi, ma visto che lei fa l’amministrativista, se il sindaco avesse chiesto, per il tramite dei dirigenti (non sia mai si prevarichino le competenze) una sospensione illegittima all’impresa, non avrebbe fatto di tutto per contrastarla e, eventualmente nel caso l’impresa avesse sbagliato i propri calcoli sull’appalto, non l’avrebbe messa tra i motivi per una risoluzione del contratto? Magari chiedendo anche quei danni che potrebbero far lievitare la sua parcella? Dovrebbe pensare anche a questo invece di scrivere “Poi ci si è messa anche l’Amministrazione comunale a guastare le feste coi lavori pubblici in alcune strade a vocazione commerciale (via Garibaldi e via Sassari). Il Sindaco, nella sua inconsapevolezza, mostra soddisfazione per il rispetto dei tempi nei lavori”. Onestà intellettuale, non è quella che lei invoca ad ogni piè sospinto? Ed allora la pratichi.
2 Lucia Pagella
8 Gennaio 2015 - 18:16
Ma il sidaco non poteva programmarli prima questi lavori? Dobbiamo sempre arrivare all’ultimo momento?
Ho l’impressione che questo sindaco odi Cagliari e tutti i Cagliaritani. Marco ha mai visto in che stato sono ridottti l’anfiteateatro ed il giardino botanico? Ha mai considerato come abbia funestato per ben due volte la stagione balneare e l’abitudine dei Cagliaritani di andare al mare ? Adesso ha anche avuto partita vinta con Meli. Chi sarà il prossimo sovraintendente dopo l’addetta alla biglietteria ? Forse un addetto alla pulizia ? Non resta che augurarsi che non si accorga di quanto altro potrebbe essere rovinato.
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