Poesie di Natale di Gianni Rodari

1 Gennaio 2015
1 Commento


 

Auguri a tutti e felice anno nuovo. Ridiamoci il buon umore, dimenticando il triste spettacolo della politica e leggendo le poesie che Gianni Rodari ha dedicato alla magia del Natale. 

 

L’ABETE DI NATALE

Chi abita sull’abete

tra i doni e le comete?

C’ è un Babbo Natale

alto quanto un ditale.

Ci sono i sette nani,

gli indiani, i marziani.

Ci ha fatto il suo nido

perfino Mignolino.

C’è posto per tutti,

per tutti c’è un lumino

e tanta pace per chi la vuole

per chi da che la pace

scalda anche più del sole

 

LO ZAMPOGNARO

Se comandasse lo zampognaro

Che scende per il viale,

sai che cosa direbbe

il giorno di Natale?

 

“Voglio che in ogni casa

spunti dal pavimento

un albero fiorito

di stelle d’oro e d’argento”.

 

Se comandasse il passero

Che sulla neve zampetta,

sai che cosa direbbe

con la voce che cinguetta?

“Voglio che i bimbi trovino,

quando il lume sarà acceso

tutti i doni sognati

più uno, per buon peso”.

 

Se comandasse il pastore

Del presepe di cartone

Sai che legge farebbe

Firmandola col lungo bastone?

 

” Voglio che oggi non pianga

nel mondo un solo bambino,

che abbiano lo stesso sorriso

il bianco, il moro, il giallino”.

 

Sapete che cosa vi dico

Io che non comando niente?

Tutte queste belle cose

Accadranno facilmente;

 

se ci diamo la mano

i miracoli si faranno

e il giorno di Natale

durerà tutto l’anno.

 


VOGLIO FARE UN REGALO ALLA BEFANA

La Befana, cara vecchietta,

va all’antica, senza fretta. 

 

Non prende mica l’aeroplano

per volare dal monte al piano,

si fida soltanto, la cara vecchina,

della sua scopa di saggina:

è così che poi succede

che la Befana… non si vede!

 

Ha fatto tardi fra i nuvoloni,

e molti restano senza doni! 

 

Io quasi, nel mio buon cuore,

vorrei regalarle un micromotore,

perché arrivi dappertutto

col tempo bello o col tempo brutto…

 

Un po’ di progresso e di velocità

per dare a tutti la felicità!

IL PELLEROSSA NEL PRESEPE

 

Il pellerossa con le piume in testa

e con l’ascia di guerra in pugno stretta,

come è finito tra le statuine

del presepe, pastori e pecorine,

e l’asinello, e i Magi sul cammello,

e le stelle ben disposte,

e la vecchina delle caldarroste?

Non è il tuo posto, via, Toro Seduto:

torna presto da dove sei venuto.

Ma l’indiano non sente.

O fa l’indiano.

Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?

O darà noia agli angeli di gesso?

Forse è venuto fin qua

ha fatto tanto viaggio,

perché ha sentito il messaggio:

pace agli uomini di buona volontà

1 commento

  • 1 BENITO
    11 Dicembre 2015 - 01:44

    BUON NATALE

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