Marò: l’Italia tratta l’India come stato delle banane

27 Dicembre 2014
6 Commenti


Andrea Pubusa 

Che il mondo si stia capovolgendo? Che Cesare Beccaria sia indiano anziché lombardo? Avete sentito cos’ha detto ieri a New Delhi il portavoce del governo indiano? “La giustizia indiana è libera, trasparente e imparziale“. E di fronte alla richiesta del governo nostrano di liberazione per decreto ministeriale dei due militari italiani, ha soggiunto: la vicenda dei marò “non è solo una discussione fra due esecutivi, ma è un tema all’esame della magistratura indiana” che “deve esprimersi prima che si possa andare avanti“. Secondo Syed Akbaruddin “è difficile spiegare a che punto siamo (nei contatti fra i governi, ndr) per il semplice fatto che la questione è all’esame della giustizia“. E, ha proseguito, “mentre il governo indiano può avere un punto di vista e considerare varie opzioni,fondamentalmente questa questione è in mano alla giustizia e dovrà andare attraverso un percorso legale e arrivare ad una decisione della magistratura affinché si possa andare avanti“.
Di più: il portavoce ha ricordato che “giorni fa il governo italiano ha cercato di ottenere una estensione della permanenza in Italia di uno dei due fucilieri” e che “il governo indiano non era contrario a che essa fosse concessa“. Tuttavia, poiché “la Corte Suprema ha assunto una posizione fortemente contraria a questa richiesta, i legali hanno ritirato l’istanza“. Morale della favola: “si deve capire che questa non è una discussione solo fra due governi, ma coinvolge la giustizia indiana che è libera, trasparente e imparziale e che si formerà una opinione indipendente su quanto è avvenuto“.
Una bella lezione di diritto costituzionale, non c’è che dire. Il governo italiano in questa vicenda è succubo di una imperante campagna di stampa reazionaria e nazionalistica, da cui in verità pochi nel bel Paese si sono dissociati. E per questo è stupidamente supponente. Anzitutto perché dimostra di ritenere che quello indiano sia non uno stato di diritto, ma uno stato delle banane. Basta mettersi d’accordo col governo italiano e tac il carcere si apre. Il giudice lì si deve muovere ad un cenno del governo. Secondariamente, il nostro governo non ha mai preso atto fino in fondo che i due, più che fucilieri, sono stati fucilatori, almeno nei riguardi dei due poveri pescatori uccisi. Ergo un problema di giustizia c’è e come! Si tratta di accertare come sono andati i fatti. Salvo voler ritenere che i due poveretti si siano suicidati, bisogna quantomeno ammettere che esiste più di un indizio che porta ai due marò italiani. Questa consapevolezza avrebbe consigliato un atteggiamento più prudente, anche al Capo dello Stato, che li ha addirittura ricevuti al Quirinale!
E se, a parti invertite, due marò indiani avessero ucciso due pescatori sardi o siciliani, come l’avremmo messa? A richiesta indiana avremmo potuto saltare la magistratura, e rilasciare, per ragion di Stato, gli autori del fatto? Avremmo o no rivendicato con orgoglio di essere uno stato di diritto, con una magistratura indipendente dall’esecutivo?
Per di più la magistratura indiana si è mostrata molto civile, mandando in licenza i due marò sulla parola del governo e del Presidente della Repubblica, che poi hanno tentato penosamente di venir meno alla parola, perdendo la faccia in tutto il mondo tanto da dover fare retromarcia.
Se fossimo seri, se i nostri governanti non inseguissero le cialtronerie della destra e avessero senso dello Stato e rispetto per l’India, dovremmo ammettere che non ci sono scorciatoie, che la soluzione della questione sta solo nella via giudiziaria. Ed è una fortuna, perché dove non è così, dove contano solo i governanti, spesso succede di peggio. L’unico appunto serio che si può muovere alla magistratura indiana è la lentezza. In tre anni la questione avrebbe dovuto essere risolta con sentenza passata in giudicato. Ma, viste le lungaggini della giustizia nostrana, anche questa critica da parte italiana, continuamente sotto tiro dalle Corti europee per la inaccettabile lentezza dei giudizi penali e civili, appare spuntata. O no?
Questa tuttavia rimane la vera questione, saltarla non porta a null’altro che a rimediare brutte figure.

6 commenti

  • 1 Francesco Cocco
    27 Dicembre 2014 - 08:51

    Sarà pure “libera, trasparente, imparziale” ma non c’é dubbio che che ha tempi istruttori persino più lunghi dei nostri e quindi esasperanti.

  • 2 ANDREGARD
    28 Dicembre 2014 - 23:32

    Che strano mi ricordo dei marinai militari indiani che uccisero 15 innocui e disarmati pescatori thailandesi scambiandoli per pirati e dove il governo, per non processarli, bypassò la loro giustizia imparziale e libera. Mai processati perche è stato un errore con tragiche conseguenze, ma solo un errore.
    Ma chi scrive qui dovrebbe ricordarsi che gli snob sono gli indiani e che i nostri politici li hanno sempre riveriti … altro che le banane! Da ricordare inoltre che l’Italia sborsa all’India, tramite la UE, quasi 120 milioni di euro e che sono stati elargiti anche in questi 3 anni! Chi sono le banane qui?

  • 3 Lucia Pagella
    3 Gennaio 2015 - 15:47

    Vero : gli Indiani conoscono la divisione dei poteri ma ad essa fanno riferimento solo quando gli aggrada.
    Pensano di poter discettare alzando il sopracciglio ma dimenticano che in tre anni la giustizia indiana non ha fatto nulla. Anche la nostra giustizia é lenta ma non per questo dobbiamo aspettare senza fiatare i comodi di giudici che sembrano essere invece alle dipendenze del governo e sono particolarmente attenti ai problemi elettorali. Piuttosto attiviamoci perché i nostri giudici facciano il loro dovere!! I nostri marò dei fucilatori? Può darsi ma aspettiamo che ce lo dicano i giudici competenti o la presunzione di innocenza é sconosciuta in quel civilissimo paese? Ed anche se lo fosse dobbiamo per questo adeguarci adusi come siamo ad essere lo zerbino di tutti? Pretendere che la questione si definisca in tempi non biblici e possibilmente in Italia atteso anche che l’India prevede la pena di morte non é di destra ne di sinistra : è solo dignitoso. Ed a proposito qualcuno si ricorda del Cermis ?

  • 4 ANDREGARD
    11 Marzo 2015 - 00:41

    Si. Però la cosa è totalmente diversa. Nel caso del Cermis si è trattato di una scommessa sul migliore, ma qui della difesa di una nave. Chiedilo a quelli dell’Achille Lauro!
    E poi l’Italia ha cooperato e condiviso tutte le prove, mentre l’India cosa fa? Boicotta qualsiasi azione giudiziaria italiana, non collabora in nessun modo e infine distrugge quasi tutte le prove, o meglio, quelle che le faceva comodo distruggere: la barca, i corpi, ecc. Poi chiede con la Sua Act pure l’inversione dell’onere della prova, in modo da poter condannare i 2 marò senza esibire nessuna prova…questo ti sembra la stessa cosa del Cermis? Se i marò fossero stati fucilatori non ci sarebbe più nessun pescatore indiano a poter testimoniare con cli AR70/90. Inoltre fatti tradurre il filmato originale indiano dove il capo pesca dichiara che era buio, non hanno visto nulla ecc. e poi i giornali del 19-20 febbraio dove lo stesso capopesca dichiara che era giorno, hanno visto tutto ecc. Come faranno secondo te a fare un processo equo e con prove verificabili e riproducibili dal collegio di difesa se queste sono state distrutte? In un qualsiasi paese democratico e civile, se le prove vengono palesemente alterate e/o distrutte come in questo caso, annullerebbero il processo. E il tutto dicono, basato sull’autopsia…si esattamente come per gli altri 2 italiani condannati all’ergastolo e liberati dopo 5 anni per prove fasulle e falsate e non riproducibili dalla difesa. E come fanno i nostri giudici ad attivarsi quando gli stessi giudici indiani oltre a far distruggere le prove, utilizzano la segretazione delle poche rimaste, false o no?

  • 5 ANDREGARD
    11 Marzo 2015 - 00:45

    Scusa: gli AR70/90; settima riga dal basso: se le prove fossero…

  • 6 ANDREGARD
    11 Marzo 2015 - 01:02

    Chi ha scritto qui ha le idee confuse. Dovrebbero essere seri gli italiani e accettare un processo con prove distrutte e alterate? Con prove che non sono mai state condivise? Senza possibilità di difesa?
    Dovrebbe essere seria l’India che ha catturato due militari con un tranello e li ha condannati con un processo mediatico e senza iniziare un processo giudiziario dopo 3 anni! E neppure il capo d’accusa? E l’inversione dell’onere della prova? E lo stravolgimento delle sue stesse leggi? Se si andasse poi ad un processo internazionale (o anche in Italia) dovrebbere esibire tutte le prove quindi, cercheranno di condannare i marò in India. O chiederanno il mea culpa dei 2 militari colpevoli o no, poco importa, perché è essenziale non esibire nessuna prova. Esattamente, come già detto, per gli altri 2 italiani. E non sono i soli! Ricordo che anche i 2 italiani, ora, dopo 5 anni, assolti, sono stati condannati prima dai media e poi dai giudici. Mi sa che le figuracce non le rimedia solo l’Italia!

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