Attacco al malaffare o al lavoro: qual’è il problema?

5 Dicembre 2014
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Amsicora

Non so se nel vostro cervello la contestualità della retata bipartisan romana e l’approvazione della legge di delega sulla controriforma del lavoro ha creato una qualche connessione. Nel mio cervello sì. E vi spiego perché. La retata bipartisan romana mette alla luce del sole il terreno vero dell’inciucio nazionale: nasce nei consigli di amministrazione, nell’attività amministrativa, in cui si è formato un grumo di interessi, spesso malavitosi, in cui essere del PD, di Forza Italia o di altre forze poco importa. E’ solo questione di posizionamento per controllare la catena di comando che mette capo a provvedimenti anmministrativi di concessione, autorizzazione, di sovvenzione e simili, in genere provvedimenti da cui i membri di “cosa nostra” possano lucrare.  La rappresentazione locale o nazionale di contrasti o di differenze programmatiche o di proposte è solo una mascheratura della sostanziale convergenza sull’unico vero comune obiettivo: depredare il tesoro nazionale o l’erario degli enti pubblici.
C’è qualcuno che favoleggia di una instabilità del sistema e dei governi collegata al venir meno dei partiti organizzati  e amplia i nefasti effetti di un avanzante tripolarismo, ossia del sorgere, a fianco dei grandi raggruppamenti storici di destra e di centro sinistra, di corpose forze non coalizzabili. Ma non s’avvedono questi opinionisti che, in realtà, su scala europea il venir meno di una politica di sinistra più che un bipolarismo ha creato un unico polo:  un amalgama politico, che si presenta come un solo raggruppamento di destra-centro contro il lavoro e i ceti subalterni. Si tratta di un polo, articolato, ma omogeneo nel promuovere, ferocemente e consapevolmente, politiche antipopolari. E’ un parito unico del malaffare, che trova nella spesa pubblica  e nella connessione col mondo imprenditoriale malavitoso il terreno di convergenza sostanziale.
L’Italia, in questa immersione monopartisan nel malaffare, ha il triste primato in Europa, come hanno attestato recenti ricerche.
E allora, compagni ed amici, perché nel mio cervello è scattatata la connezzione retata romana/ approvazione della delega sul lavoro? Perché si attacca il lavoro anziché il malaffare. Perché si dice che sono i diritti dei lavoratori e l’art. 18 a scoraggiare gli investitori esterni e non invece l’inefficienza amministrativa e il taglieggiamento partitico, amministrativo e delle cosche, variamente organizzate e rapptresentate. Si invoca una stretta decisionista incentrata sul governo, un ridimensionamento delle autonomie locali come rimedio all’instabilità, ma si omette di dire che è la disaffezione degli elettori ad essere peroicolosa. l’astensione oltre il 60% in Emilia Romagna è più che un campanello d’allarme, è il segno del distacco netto dei cittadini dalla classe politica di questa destra-centro di cui Renzi è ora il maggior esponente. Chi colmerà questo vuoto? Con una crisi così devastante cosa potrà accadere quando il malessere, che cova negli strati profondi della società, esploderà? In realtà più che limitare il voto e dare il comando a pochi con leggi elettorali-truffa, bisogna puntare sul rilancio della partecipazione dei cittadini alle decisioni, alla vita delle istitutioni. La democrazia si difende allargandola, non comprimendola. E i diritti del mondo del lavoro sono la cartina di tornasole del tasso di democraicità dell’ordinamento.

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