Francesco Cocco
Organizzato dall’associazione “Art. 54″, si è svolto nei giorni scorsi un interessante dibattito sui vitalizi dei consiglieri regionali. Ecco sul tema un intervento che ci aiuta nella riflessione sull’argomento.
E’ accaduto al termine della passata legislatura che l’ Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Sardegna abbia deciso di abrogare l’istituto del vitalizio post-mandato. Encomiabile provvedimento, soprattutto se chi decideva avesse deliberato di applicare la nuova regola anche a se stesso. Cioè non avesse deciso che l’abrogazione dei vitalizi valeva a partire dalla legislatura che sarebbe seguita, e quindi auto-escludendosi dall’applicazione del provvedimento. Sì badi che escludere se stessi dal rispetto della norma non è una novità. Ma bisogna risalire molto indietro nel tempo , almeno a prima della rivoluzione francese quando il monarca era sciolto dall’osservanza della legge.
L’abrogazione dei vitalizi è certamente un fatto positivo. Ma vi è la necessità di una nuova disciplina in relazione alle regole da applicare per chi continua ad usufruirne. Occorre una puntuale regolamentazione ispirata a principi di equità da rapportare alla complessiva situazione economica e sociale della Sardegna. Nel contempo è necessario mirare alla sua totale eliminazione in un lasso di tempo ragionevole. Anche per evitare, come altre volte abbiamo sottolineato, che il vitalizio stesso finisca per essere un beneficio elargito talvolta ai discendenti sino alla terza generazione. E’ presente in una tale stortura una chiara violazione del principio costituzionale di eguaglianza.
Sono temi sui quali altre volte sono intervenuto. Non vi sarei tornato se non mi fosse giunta voce che da parte di taluni componenti del Consiglio regionale si penserebbe di far rivivere “su connottu”. Con la pretestuosa motivazione di una più equa disciplina, si vorrebbe ripristinare l’istituto del vitalizio anche a favore dei nuovi consiglieri.
Voglio essere ottimista e convincermi che nelle proposte che tendono a prender corpo in Consiglio regionale possa concretizzarsi l’inizio di un processo nuovo di rinvigorimento della nostra autonomia. Da quel che sento vi sono molti aspetti da mettere a punto, proposte in cui evidenziare maggiormente la dimensione dell’ equità e della parsimonia. L’importante è che il cammino inizi, soprattutto che non si torni ad un passato che sa tanto di privilegio.
A tal fine dobbiamo esser capaci di una massiccia mobilitazione popolare che dia forza a chi vuole intraprendere e portare a compimento un serio e profondo processo di rinnovamento della nostra democrazia autonomistica, e nel contempo sappia respingere disegni miranti a ripristinare un istituto ancorato a regole confliggenti con gli elementari principi di un serio stato democratico.
1 commento
1 admin
15 Novembre 2014 - 04:11
Andrea Pubusa
La soppressione dei vitalizi rischia di durare poco, come denuncia Francesco Cocco, se non investe anche il pregresso, ossia gli ex consiglieri. C’è certo il problema della irretroattività e dell’affidamento, che sono valori, prima che giuridici, di civiltà, ma c’è un’esigenza di giustizia ed equità che, in questa fase di crisi profonda, è prevalente.
Francesco Cocco dice giustamente che occorre una disciplina che. con equilibrio e progressività, elimini anche il pregresso. Per gli ex xonsiglieri, ho più volte proposto che, fissato un tetto del trattamento complessivo di quiescenza di un ex consigliere in 2.000-2.500 euro, il Consiglio possa intervenire solo per i consiglieri che a 65 anni abbiano in proprio un minor trattamento per integrarlo fino a tale importo. Siccome non sono molti i consiglieri che hanno in proprio un trattamento inferiore, già così ci sarebbe un enorme risparmio per le casse regionali. In questo modo già questi trrattamenti ad esaurimento verrebbero ridotti e ricondotti a ragionevolezza, senza cumuli ingiustificati..
Si può intervenire retroattivamente? Mi pare di sì, perché in Sardegna il trattamento non è fissato con legge, ma solo con delibera del Consiglio di presidenza. La legge può dunque intervenire validamente. Farlo con equilibrio ed equità dunque si può e si deve fare. La mia proposta per il pregresso mi pare vada in questa direzione. Per i nuovi consiglieri - come dice Francesco - deve invece restar ferma l’abrogazione totale.
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