Aldo Lobina
Caro Amsicora,
l’incipit del tuo articolo recentissimo ha provocato un mio breve commento, quasi divertito per l’entusiasmo suggerito dalla metafora dell’ape operosa. Dicevi: “Quale poesia! Quale passione! Soru - giura davanti al giornalista de L’Unione sarda - “sarò come un ape che nella discarica“, trascura l’immondezza per soffermarsi sul fiore, per trarne il nettare da trasfomare in miele. Che bella immagine! Che potenza nel messaggio” . E tutto sarebbe finito con due-battute-due sul movimento de s’apixedda da te erroneamente attribuito a Soru e non a Fisietto , se non fossi stato sollecitato da molti sciami di api bottinatrici, che interrotta per breve tempo la funzione di raccolta del nettare, del polline, della propoli e di acqua, sono venute a cercarmi in campagna, dove mi sono ultimamente rifugiato, lontano dalle chiacchiere della “politica”, per protestare il loro sconcerto e la loro rabbia rivolti a certi personaggi, che incredibilmente promettono di operare alla maniera degli insetti medesimi.
Anche loro, le api, caro Amsicora, sanno leggere e non hanno memoria corta.
Il Piano ambientale forestale del 2005 – Soru imperante – rivolto a perseguire tutela ambientale e sviluppo sostenibile dell’economia rurale in Sardegna - non avrebbe favorito proprio le api, stante la “messa al bando” dell’Eucaliptus, quale essenza non autoctona. A volte – dicono le api – si può essere razzisti anche a livello ambientale! Soru non avrebbe titolo di immedesimarsi nell’insetto, avendo danneggiato le api con un suo provvedimento, l’adozione di quel Piano.
Del resto di essenze “non autoctone” la Sardegna è ricca. Basti pensare, per fare qualche esempio, agli agrumi, nati in India e nell’Estremo Oriente, le cui varie specie hanno raggiunto l’Europa in tempi diversi; lo stesso fico, importato in Sardegna dai monaci orientali nel periodo bizantino era una delle poche piante da frutto coltivate in Sardegna, che già conosceva la vite e gli orti lungo i corsi d’acqua.
La messa al bando dell’Eucaliptus ha creato gravissimi problemi, annullando quella che fino a quel momento rappresentava la maggiore produzione apistica, il miele appunto di Eucaliptus.
Questa pianta con la sua fioritura lunga, era capace di attenuare una eventuale stagione primaverile sfavorevole alla fioritura di altre essenze arboree.
Senza considerare gli altri benefici dell’Eucaliptus, utilizzato al posto di altre essenze per la sua generosità nella produzione di legna da ardere e per la sua facile crescita in terreni difficili.
Soru sarebbe quindi l’ultima persona che può paragonarsi all’ape, perché ancora oggi in Sardegna si pagano scelte “ideologiche” , scellerate.
Nemico, non amico delle api! Come potrebbe emularne l’opera!
II cui risultato non è rivolto solo alla produzione del miele, ma anche alla sopravvivenza di moltissime specie vegetali attraverso l’impollinazione.
Tutte queste cose me le hanno raccontate le api.
In periodo giudicale il furto di un alveare in caso di recidiva veniva punito col taglio di un’orecchia.
Stando alle api, Renato Soru di alveari ne avrebbe fatto mancare molti.
Io non pretendo il taglio delle orecchie di Soru, ma una tiratina d’orecchie, be’, se è vero quello che mi hanno raccontato le api, la merita tutta.
Perché non si può voler essere segretario regionale di un partito e contemporaneamente deputato europeo, non si può dire di volere un partito autonomo rispetto al partito nazionale, mentre si criticano i particolarismi delle leggi nazionali che impediscono agli Stati Uniti d’Europa di fruire di identiche leggi sull’istruzione, la ricerca, le pensioni e le tasse… e via dicendo. C’è qualche contraddizione. E soprattutto non ci si può presentare ancora una volta come salvatori della Patria, con messaggi escatologici, dopo che ci siamo già conosciuti. E tanto meno pensare e far credere che un partito, come il PD isolano, come questo PD, possa giocare un ruolo determinante positivo per il riscatto sociale, culturale ed economico di questa Terra. Venite nella mia cittadina (Sinnai) per rendervi conto dello stato in cui versa il PD locale, quali personaggi lo abitino, con quale costrutto. Spostatevi nei paesi vicini dell’hinterland cagliaritano. Ma di cosa stiamo parlando?
1 commento
1 Aldo Lobina
3 Ottobre 2014 - 13:58
Allego il commento di Paolo Collu, pubblicato sul sito PBCSinnai (www.pbcsinnai.it) a margine dello stesso intervento:
Contenuto a cui non si può opporre alcuna obiezione dal punto di vista apistico. Non commento la parte politica che ho deciso di abbandonare. Tuttavia è indubbio che il provvedimento citato nell’articolo dal Sig. Lobina (molto competente devo dire visto che mi occupo di apicoltura) rispecchi la realtà. Infatti, oltreché demagogico (la Sardegna
sarebbe un deserto se mettessimo al bando
tutte le essenze non autoctone, non solo
l’eucaliptus) tale provvedimento ha favorito l’importazione della “psylla” una farfallina che non solo ha compromesso la produzione del miele di eucaliptus ma la stessa sopravvivenza della pianta e che solo in quest’ultima stagione apistica 2014 c’è stata una ripresa grazie all’immissione di un antagonista che ha ripristinato un certo equilibrio. Si spera che il settore possa migliorare con la proposta di legge n. 61 che il Consiglio Regionale dovrebbe approvare ma che andrebbe integrata proprio con la valorizzazione dell’eucaliptus in modo che l’Ente Foreste possa riprendere ad allevarlo e con un cordone sanitario atto ad impedire che la aethinia tumida (uno scarabeo alle porte. È stato rilevato in Calabria) possa compromettere gli sforzi per un rilancio del settore apistico.
Pierpaolo Collu
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