P2: solo in TV o anche nella realtà?

16 Novembre 2008
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Pierluigi Carta

Davanti agli occhi di 60 milioni di italiani, e a quelli di qualche attento osservatore estero, si sta profilando un susseguirsi di fatti alquanto strani, che difficilmente non trovano una connessione a doppio filo tra loro. Il 23 ottobre il nostro senatore a vita Francesco Cossiga ha rilasciato un’intervista al Quotidiano Nazionale dai contenuti scioccanti, ormai noti a tutti; dichiarazione per la quale è stato denunciato alla procura della Repubblica di Roma ed è stato proposto un Disegno di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti che determinarono, il 12 maggio 1977, la morte della allora diciottenne Giorgiana Masi; militante Radicale, uccisa da un colpo di pistola vagante. Al tempo Cossiga era Ministro degli Interni ed egli in questi giorni ha appunto suggerito le misure da adottare contro il movimento studentesco all’odierno Ministro Maroni. Il Picconatore forse è stato colto da qualche reminiscenza da vecchio Gladiatore. Ora, abbiamo sentito tutti degli scontri di Piazza Navona il 29 ottobre, che hanno visto schierati con mazze tricolori gli esponenti di Blocco Studentesco contro gli studenti manifestanti; la verità documentata da centinaia di foto e filmati amatoriali e televisivi a nulla è valsa contro la pressante manovra di distorsione dell’informazione attuata dai mezzi di informazione “governativi”. Infatti, la versione ufficiale che è stata accolta dalle maggiori reti televisive nazionali, connota come colpevoli della prima aggressione gli studenti universitari manifestanti e gli appartenenti ai centri sociali.
È indubbio che la connessione tra questi due avvenimenti sia palese a tutti, e nel caso non lo fosse l’unico accorato consiglio è istruirsi ed informarsi a fondo sui fatti che ci circondano e ci coinvolgono. Un altro fattore interessante ed inquietante che si deve evidenziare è la palesata comparsa del Venerabile, alias Licio Gelli, il 3 novembre su Odeon TV, annunciata in una intervista del Corriere della Sera il 31 ottobre. Licio Gelli è il Gran Maestro della loggia massonica deviata P2, ovvero Piano di Rinascita Democratica, che di democratico purtroppo ha poco o nulla, in quanto fondava i suoi obbiettivi cardine sul prospetto di una ristrutturazione della Repubblica Italiana in senso autoritario ed elitario; era una loggia massonica eversiva che per mantenere la stasi sociale si proponeva di svuotare dall’interno le istituzioni della Repubblica. Senza entrare nei particolari del programma possiamo però affermare, basandoci sulla sua stessa ammissione, che Licio Gelli è stato un fascista e lo è tuttora, e in questo frangente storico tifa Berlusconi, tessera 1816, grado Apprendista Muratore, per l’attuazione del suo piano. Lo stesso Gran Maestro aveva detto che “chi detiene i mass media detiene il potere”. L’antifascismo è un fondamento della nostra Costituzione e del nostro Stato, anche se questo concetto non viene più espresso nelle televisioni e nei giornali, né da molti politici o giornalisti; la criptocrazia non è mai stata un sistema di governo gravido di risultati salutari per una nazione; gli arcana imperii sono da aborrire, in quanto avviliscono gli animi e minano la libertà delle persone; a tale proposito Kant affermava che “tutte le azioni relative al diritto di altri uomini la cui massima non è suscettibile di pubblicità, sono ingiuste”.
In questi mesi di autunno carichi di novità e déjà-vu si è inserito un altro tassello nel quadro degli eventi: sabato 8 novembre Francesco Cossiga ha mandato una lettera aperta al Capo della Polizia Antonio Manganelli, nella quale, oltre a citare il buon numero delle denunce subite in seguito alle precedenti dichiarazioni, il senatore intendeva consigliare il modo migliore per sedare i movimenti di piazza ed eventuali disordini. Egli paventa infatti che “le manifestazioni aumenteranno nel numero, di gravità e nel consenso dell’opposizione”; Cossiga non vede un’immediata minaccia negli scontri verificatisi in questi giorni e suggerisce alle forze dell’ordine di arretrare e non attuare cariche, che a suo avviso sono controproducenti. Egli infatti propone di attendere il momento in cui i manifestanti diventeranno violenti, e nel caso ciò succedesse sarebbe auspicabile, secondo lui, che venga danneggiato qualcuno non coinvolto nella protesta, magari che rimanesse perfino uccisa una persona, preferibilmente un vecchio, una donna o un bambino. Questo sarebbe il momento giusto per far intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell’ordine, “ma senza arrestare nessuno”.
Ora, le voci di reazione a questa lettera se ne sono già udite, e se ne udranno certamente poi, ma tra le parole del Picconatore si può leggere un altro consiglio, rivolto ad altri che al Capo Manganelli; inclinando un po’ il messaggio e leggendolo dalla giusta distanza, si riesce ad intuire il significato del’appunto rivolto ai manifestanti. Vi sta scritto di prestare attenzione all’uso della violenza, di impedire il degenerare dei cortei, i quali devono restare pacifici, di vigilare sulle infiltrazioni all’interno di questi; in breve, evitare di fornire qualsivoglia pretesto in grado di giustificare un’eventuale utilizzo della mano pesante da parte del Governo.
La connessione tra i punti elencati è evidente e mentre la memoria civile si fa labile, possiamo concludere ricordando ciò che scriveva lo storico e filosofo John Stuart Mill: “i cittadini sono distinti in attivi e passivi e i governanti sono soliti preferire i cittadini passivi, perché è tanto più facile tenere in pugno sudditi docili o indifferenti, ma la democrazia ha bisogno dei primi”; una frase che difficilmente si udrà il lunedì sera, nelle ore di trasmissione condotta da Licio Gelli.

1 commento

  • 1 L'elfo
    26 Novembre 2008 - 22:06

    la cosa più preoccupante e che se si va a leggere il programma della loggia Propaganda 2 e si fa un paragone con l’evolversi degli eventii recentici si accorgerà di qual’è lo stato delle cose…p.s. via gli sbirri dai locali di firenze!

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