Emergency al giro di boa dei 20 anni

18 Settembre 2014
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Antonello Murgia
Dal 12 al 14 settembre si è tenuto a Milano l’incontro annuale di Emergency, quest’anno particolarmente importante sia perché la guerra e le sue conseguenze sanitarie e umanitarie, che furono il motivo della sua nascita, hanno subito nell’ultimo anno una preoccupante accelerazione, sia perché cade nel ventennale della sua fondazione ed è tempo di consuntivi e di verifica delle scelte programmatiche a lunga scadenza.
Gino Strada, a margine del consuntivo del lavoro fatto finora, ha proposto che nei prossimi 20 anni il compito prioritario sia quello per l’abolizione della guerra. Non che finora l’impegno sia mancato: tutti noi ricordiamo le battaglie dell’associazione contro le mine antiuomo di cui l’Italia è stata la maggiore produttrice e venditrice. Ma il moltiplicarsi dei focolai di guerra nel pianeta al punto da far parlare autorevoli osservatori di terza guerra mondiale, magari spezzettata in diversi tronconi, ma comunque di dimensione mondiale, pone l’urgenza di un intervento più incisivo. La proposta è stata accolta con un’ovazione dalla platea dei volontari, a testimonianza di un comune sentire univoco. E’ già stato attivato un gruppo che si occuperà di studiare i modi migliori per pubblicizzare il vero volto della guerra e far crescere nella cittadinanza una cultura di disprezzo, che spazzi via messaggi positivi, o comunque di ineluttabilità, di chi ha interesse a fomentarla. Chiunque, e segnatamente gli operatori delle strutture in zona di guerra, è stato invitato a fornire il materiale sulla materia che avesse a disposizione, per mettere su una campagna efficace.
Interessante anche la relazione di apertura di Cecilia Strada, fatta di passione civile e invito all’impegno: “dobbiamo chiarirci se vogliamo essere simpatici a tutti oppure se vogliamo continuare il nostro ruolo di coscienza critica, il nostro impegno contro tutte le guerre”. Degni di nota, per un’associazione che non ha mai praticato molto la contaminazione, anche l’apertura che Cecilia ha fatto a tutti coloro che si battono per una cultura di pace ed il richiamo a non assolutizzare la propria pur positiva esperienza.
Duro il giudizio di Gino Strada sul Ministro della Difesa Pinotti, di cui ha ipotizzato probabili competenze da animatrice di villaggi vacanze, ma non certo la conoscenza della Costituzione, per via della sua affermazione che l’art.11 e la decisione di invio di armi ai belligeranti sono compatibili fra loro.
Il fondatore di Emergency ha anche ricordato che l’orologio nucleare, lo strumento inventato nel 1947 dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists di Chicago e che indica l’avvicinarsi o meno del rischio di disastro nucleare irreversibile, volge al peggio: se nella prima rilevazione mancavano 7 minuti alla mezzanotte (al non ritorno), dopo vari alti e bassi (il momento migliore fu il 1991, quando la distanza fu indicata in 17 minuti), nella rilevazione del 2012 (l’ultima; le rilevazioni vengono fatte in modo un po’ irregolare, in media ogni 3 anni) risultò di soli 5 minuti. Ciò indica che non c’è tempo da perdere: ecco perché la proposta di impegnare maggiormente le proprie risorse nella battaglia per la messa al bando di tutte le guerre.
Il 9 luglio 1955 i maggiori fisici nucleari del tempo firmarono e presentarono a Londra il manifesto Russell-Einstein, che chiedeva una moratoria nucleare e poneva il famoso quesito “Questo dunque è il problema che vi poniamo, un problema grave, terrificante, da cui non si può sfuggire: metteremo fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?” Nel richiamarlo, Strada ha ricordato che l’anno prossimo cade il sessantesimo anniversario del manifesto e ha proposto di organizzare un evento che ne valorizzi la persistente attualità.
All’incontro di Milano ha partecipato una rappresentanza di operatori di Emergency provenienti dai vari teatri di guerra: il loro resoconto ha rappresentato una realtà non esaltante perché, in modo abbastanza uniforme, aumentano sia il bisogno di interventi sanitari che l’instabilità politica. Emblematico il caso dell’Afghanistan dove l’attività medica è arrivata fino ad essere triplicata a Lashkar-Gah e dove, a distanza di 3 mesi dalle elezioni di giugno, fioccano ancora le accuse di brogli e non si è riusciti, nemmeno con l’aiuto degli osservatori internazionali, a stabilire chi sia stato il vincitore.
Infine, si è parlato dell’incontro del prossimo anno. Ed il pensiero è andato alla Sardegna e alle sue pesanti servitù militari: quale migliore occasione per inaugurare questo nuovo programma di Emergency? E così si è deciso: il prossimo incontro annuale si terrà a Cagliari ed il tema principale saranno appunto le servitù militari. Sarà un’occasione, anche per chi non fa parte dell’associazione, per agitare l’annoso problema e per favorire la cultura di pace di cui abbiamo tutti bisogno.
 

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