Amsicora
Che bello! Non par vero! Finalmente noi sardi siam tutti uniti. Una sola voce. Tutti forse no, qualcuno ci sarà anche contrario, ma certo siamo tanti, tantissimi. Non si potrà più dire pocos, locos e malunidos! C’è perfino l’Unione sarda con noi. Antony Muroni, il suo pugnace direttore, è addirittura il nostro capofila. E poi Pigliaru che forza! Va a Capo Frasca a ritirarsi un pezzo di terra sarda. Il primo, il resto verrà e non bisognerà aspettare molto. Se non giorni saranno mesi; ma non anni, questo è sicuro. A Natale o al più a Pasca manna, le basi saranno tutte liberate. Di nuovo dei sardi.
Che bello! Un sogno! C’è più unità oggi che al tempo della guerra in Irak. Allora Mauro era ancora col cavaliere e l’Unione ci dileggiava. Per “ci” intendo noi, noi pacifisti, s’intende, e anche noi, che proprio pacifisti non siamo, ma che ammettiamo la lotta armata solo come mezzo di difesa della sovranità nazionale o della democrazia repubblicana. Ora no! Nessuna divisione, Mauro e con noi e lotta insieme a noi, anche lui un nostro leader e sarà in prima fila il 13 insieme ad Antony. Ci sarà anche Ugo, mano nella mano con Francesco e Renato.
Che bello! Ma poi? Poi un bel nulla! Viviamo l’attimo, godiamoci questo momento di unità. Poi si vedrà. Domani è un altro giorno. Perché rovinare l’oggi pensando al domani? Non vorrete rieditare il complottismo. Ricordate: col pensar male si finisce per rimanere soli. E in politica star soli condanna all’impotenza, a guardar le cose dalla finestra, a non incidere sulla realtà. E allora, nessun sospetto, con Antony & C. tutti insieme ardentemente contro le basi fino alla vittoria. Se poi domani loro in quei pezzi di Sardegna liberati vorranno edificare resort di lusso e “quant’altro” (che forte “quant’altro”!), poco importa. Vuol dire che ci separeremo. Nemici, pardon! avversari come prima.
Ma, chiedo scusa. non per essere il solito guasta feste: è bello, ma non sarebbe ancor più bello se iniziassimo a dire cosa vorremmo fare nelle splendide dune di Teulada e cosa a Capo Frasca? Riavute le terre calpestate dai cingoli dei carri armati o bersagliate dai mortai e violentate dai missili cosa ne faremo? E’ troppo presto per chiederselo? Ci basta pensare che avremo più spazio per armarci di scarteddu e arresoia, di cesto e coltello, e andare a funghi?
1 commento
1 admin
15 Settembre 2014 - 03:04
Ospitone
Resone est chi non tenes! Tanto è vero che appena saputo della partecipazione di tutti i partiti e persino delle Istituzioni, quelle stesse che finora niente o quasi hanno fatto in ciò che pure era nelle loro possibilità, ho accantonato l’idea di andare ad intrupparmi nel Grande Minestrone.
Eppure ora ci sto ripensando. Non abbiamo sempre detto che in Sardegna cambierà qualcosa quando una grande maggioranza dei Sardi troverà l’unità di inetnti? Questa potrebbe essere una buona occasione, un po’ come per i rifiuti della Campania o la prspettiva del nucleare o la ricerca di giacimenti sottomarini; forse anche di più, perché tutti sentiamo crescere il peso del disprezzo della nostra autonomia, e della nostra dignità.
Si potrebbe osservare che Pigliaru, Cappellacci e tutti quei dirigenti dei partiti con la “I” (si diceva un tempo) e non solo, non hanno a cuore le sorti della Sardegna, bensì la ricerca di visibilità, e sono disposti a cavalcare qualunque protesta pur di ricavarne favore popolare e voti, dunque potere personale più che altro. E’ vero in gran parte, ma se il loro tornaconto può favorire un risultato positivo, mai si torren a bier, li consideriamo in buona fede anche se così non fosse.
Il vero problema però è un altro, come tu dici. Fare una lotta e magari vincerla, potrebbe renderci fieri forse, ma la prospettiva di andare a cercare funghi non incoraggerebbe ad altri impegni comuni ben più importanti. Inutile ricordare i grandi temi che la politica regionale non vuole affrontare con decisione e concretezza: lavoro, enti inutili, sprechi (Regione e sanità), cultura (lingua sarda)… Anche gli attuali vinvitori non hanno le idee chiare mi pare, e si limitano all’ordinaria amministrazione, come già si prevedeva alla luce dei programmi elettorali piuttosto vaghi e inconsistenti. Liberare nuovi territori va bene, benissimo, ma utilizzare quelli attualmente liberi e assolutamente abbandonati e improduttivi, sarebbe più utile nel concreto. Difendere i posti di lavoro delle industrie in crisiè necessario, ma la prospettiva non può limitarsi a ciò; bisognerebbe individuare le risorse disponibili e favorire nuove imprese, nuove iniziative, con giovani e meno giovani. Quante volte lo si è detto senza atti concreti?
In ogni caso penso di andare a Capo Frasca, sperando che la grande manifestazione che sicuramente ci sarà porti coraggio a tutti i partecipanti perché possano individuare più chiaramente le vere controparti e insieme sollecitino e costringano i nostri governanti regionali (secondo me il problema sta lì) a fare quel che va fatto senza ulteriori ritardi
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