In Sardegna la guerra è un disastro ambientale

9 Settembre 2014
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Costantino Cossu Il Manifesto 5.9.2014

In Sardegna cresce la mobilitazione contro le basi militari. Ecco un articolo di C. Cossu su Il Manifesto, che fa il punto della situazione. 

Capo Frasca. Mobilitazione straordinara il prossimo 13 settembre contro le esercitazioni Nato. Esplode la protesta. Giovedì, un proiettile d’artiglieria ha incendiato e distrutto 35 ettari di macchia mediterranea di grande pregio. La Regione disinformata dal ministero della Difesa. Nell’isola il 65% delle servitù italiane. I pacifisti: «Niente voli all’aviazione militare israeliana»

Sabato pros­simo a Capo Fra­sca, nel cuore del poli­gono di Teu­lada, i movi­menti paci­fi­sti sardi hanno con­vo­cato una mani­fe­sta­zione con­tro le ser­vitù mili­tari e per il blocco imme­diato di tutte le eser­ci­ta­zioni mili­tari nell’isola.
Pro­prio a Capo Fra­sca l’altro ieri intorno alle 15, durante uno dei gio­chi di guerra dell’esercito, lo scop­pio di un pro­iet­tile di arti­glie­ria ha inne­scato un grosso incen­dio che ha distrutto tren­ta­cin­que ettari di mac­chia medi­ter­ra­nea di grande pre­gio. Per spe­gnere il rogo sono inter­ve­nute le squa­dre a terra del Corpo di poli­zia fore­stale con l’aiuto di un eli­cot­tero.
Il per­so­nale del poli­gono si è rifiu­tato di accom­pa­gnare le squa­dre, com’era stato loro richie­sto per evi­tare le aree a rischio. I fore­stali sono comun­que entrati, ma si sono dovuti riti­rare quando ci sono state nuove defla­gra­zioni (pro­iet­tili lasciati ine­splosi sul ter­reno) ad appena cin­quanta metri dai mezzi di soccorso.
A quel punto, per non cor­rere inu­tili rischi, il lavoro di spe­gni­mento è andato avanti, ovvia­mente con ritardo, solo con l’elicottero.La noti­zia dell’incendio è stata data non dall’esercito (che anzi ha ten­tato sino all’ultimo di smen­tire e di mini­miz­zare) ma su Face­book dal depu­tato Mauro Pili, ex pre­si­dente diri­gente di Forza Ita­lia ed ex pre­si­dente della Regione, oggi lea­der di una for­ma­zione di cen­tro­de­stra, Uni­dos, fuo­riu­scita dal par­tito berlusconiano.

Da Roma il governo minimizza

L’episodio ha riac­ceso la pole­mica sulle basi (l’isola sop­porta il 65 per cento delle ser­vitù pre­senti nell’intero ter­ri­to­rio nazio­nale). «È incon­ce­pi­bile — ha detto il pre­si­dente della Regione Sar­de­gna Fran­ce­sco Pigliaru — che la giunta abbia sco­perto da fonti non uffi­ciali che un grave inci­dente fosse avve­nuto a Capo Fra­sca nel corso di una eser­ci­ta­zione mili­tare. È altret­tanto incon­ce­pi­bile che la con­ferma reale delle dimen­sioni dell’incendio sia arri­vata solo dopo l’intervento degli uomini del Corpo fore­stale, e che il mini­stero della Difesa, da noi inter­pel­lato, abbia par­lato di un pic­colo incen­dio già domato quando invece l’elicottero del Corpo fore­stale è stato in azione sino alle 18.30, cin­que ore dopo che un pro­iet­tile aveva inne­scato il fuoco». Piglia­ruha denun­ciato, come già aveva fatto nel corso della con­fe­renza nazio­nale sulle ser­vitù mili­tari che s’è tenuta lo scorso 18 giu­gno a Roma, gli alti rischi con cui i sardi sono costretti a con­vi­vere per della mas­sic­cia pre­senza di poli­goni mili­tari. E ha ripe­tuto che tra le richie­ste pre­sen­tate alla Difesa «c’è quella di pro­lun­gare il blocco delle eser­ci­ta­zioni, anti­ci­pando l’inizio al primo giu­gno e posti­ci­pando la con­clu­sione al 30 set­tem­bre. In par­ti­co­lare il pro­blema riguarda pro­prio il poli­gono di Capo Fra­sca, dove il blocco delle eser­ci­ta­zioni è il più breve: solo luglio e agosto».

Troppi silenzi e menzogne

Pigliaru ha poi chie­sto al pre­si­dente del con­si­glio regio­nale una con­vo­ca­zione straor­di­na­ria dell’assemblea per discu­tere del caso.
Dura e allar­mata la presa di posi­zione di Michele Piras, depu­tato di Sel : «L’incendio a Capo Fra­sca è la dimo­stra­zione del rischio costante che si corre nelle aree inte­res­sate da eser­ci­ta­zioni mili­tari. Mi auguro che sull’accaduto si apra imme­dia­ta­mente un’inchiesta che ne chia­ri­sca le cause e indi­vi­dui i respon­sa­bili. Un danno duplice: quello ambien­tale e quello all’attività turistica».
Infine, il pres­sing su Pigliaru: «Chiedo che ora il pre­si­dente della Regione sbatta i pugni sul tavolo del mini­stro Pinotti. La Sar­de­gna dal 1956 ad oggi ha già dato troppo agli inte­ressi della Difesa e dell’Alleanza atlan­tica. È giunta l’ora di cam­biare radi­cal­mente il senso di mar­cia». L’ex pre­si­dente della giunta regio­nale, Ugo Cap­pel­lacci (Forza Ita­lia), ha chie­sto le scuse uffi­ciali del governo e le dimis­sioni della Pinotti.

Indi­pen­den­ti­sti e non solo

La mani­fe­sta­zione di sabato 13 è orga­niz­zata da diverse sigle paci­fi­ste e indi­pen­den­ti­ste (A manca pro s’indipendentzia, Sar­di­gna natzione, Comi­tato Get­tiamo le basi, Comi­tato Su giassu e Comi­tato Su sen­tidu). «Invi­tiamo tutto il popolo sardo, le asso­cia­zioni, i par­titi e i comi­tati — scri­vono in un docu­mento dif­fuso nei giorni scorsi — ad ade­rire e a par­te­ci­pare alla gior­nata di mobi­li­ta­zione del 13 a Capo Fra­sca per pre­ten­dere il blocco imme­diato di tutte le eser­ci­ta­zioni mili­tari e la chiu­sura di tutte le ser­vitù mili­tari, con la boni­fica e la ricon­ver­sione delle aree inte­res­sate. L’occupazione mili­tare della Sar­de­gna è un sopruso che dura da sessant’anni e che non siamo più dispo­sti a tol­le­rare. Col pas­sare del tempo lo stato ita­liano inten­si­fica il ritmo e il peso delle eser­ci­ta­zioni mili­tari. La Sar­de­gna è ridotta ad un campo di spe­ri­men­ta­zione mili­tare in cui diventa lecita qual­siasi soglia di inqui­na­mento e viene testata qual­siasi tec­nica di ster­mi­nio. È giunto il momento di dire basta».

«Siamo indi­spo­ni­bili»

La mani­fe­sta­zione del 13 chie­derà in par­ti­co­lare che siano sospese le eser­ci­ta­zioni dell’aviazione israe­liana in pro­gramma a Teu­lada tra un mese. «Vogliamo — scri­vono gli orga­niz­za­tori — che la Sar­de­gna diventi un’isola di pace e che il suo ter­ri­to­rio sia indi­spo­ni­bile per le eser­ci­ta­zioni di guerra, di qua­lun­que eser­cito (com­preso quello ita­liano) e sia inter­detto a qua­lun­que atti­vità o pre­senza con­nesse con chi usa la guerra per aggre­dire altri popoli o per cri­mini con­tro i civili, col­pendo case, ospe­dali, scuole, rifugi per sfol­lati. Chie­diamo che la Sar­de­gna sia imme­dia­ta­mente e per sem­pre inter­detta all’aviazione mili­tare israeliana».

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