Fausto Ibba, addio a un gionalista comunista

3 Agosto 2014
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Francecso Cocco

Oggi insieme a Enrico Berlinguer ricordiamo un altro compagno comunista, meno noto, ma non per questo meno esemplare, Fausto Ibba, deceduto nei giorni scorsi.


Anche Fausto Ibba ci ha lasciato.  So che il suo nome ormai dice poco o nulla  ai giovani di oggi e sono ormai pochissimi i vecchi militanti  del movimento operaio   ancora in vita  che possono ricordare il suo impegno come giornalista de L’Unità intento  a curare quotidianamente con Giuseppe Podda  la pagina sarda  del quotidiano comunista. Fausto negli anni 50  non era solo il brillante giornalista  capace di esercitare un ruolo  di guida tra i giovani militanti della Federazione giovanile  e del PCI,  era anche uno studente  della Facoltà di lettere e Filosofia  che si  imponeva per il suo alto livello culturale apprezzato sia dai colleghi  che dai docenti dell’ Ateneo.
 A tal proposito va sottolineato che l’iscrizione all’ Università  era motivata dal fatto  che gli studenti comunisti, dopo l’invasione sovietica dell’ Ungheria nel 56,  erano quasi scomparsi  e così Fausto, pur impegnato totalmente nel lavoro di giornalista e di dirigente politico,  si sobbarcò la fatica  della  routine studentesca al fine  di assicurare  una presenza militante in quella Facoltà. Poi nel 57 Fausto  lascia Cagliari, prosegue i suoi studi a Mosca dove si laurea brillantemente.
Ed è in questo suo impegno giovanile che va individuata  l’  insegnamento che Fausto lascia  alle nuove generazioni. Oberato del lavoro  come giornalista  e come militante, capisce  che bisogna assicurare una presenza “ideologica” in una Facoltà universitaria strategica. Capisce che non bisogna arrendersi alle avversità del momento politico.  Si iscrive non per far numero ma per assolvere  con impegno ai suoi doveri di “studente comunista”
Quando nei primi anni ’60  Fausto rientra in Italia  riprende il suo lavoro nella redazione nazionale  de  L’Unità, dove si afferma per la sua preparazione culturale. E così, l’ultimo grande segretario del PCI, Alessandro Natta,  lo sceglie per seguirlo nei costanti impegni ai quali è chiamato  come segretario generale.  Fausto ne era particolarmente contento  perché  nel rigoroso impegno  al quale Natta  non si sottraeva mai,  vedeva la continuazione  della miglior tradizione del PCI , da Gramsci a Berlinguer.
Fausto se n’ è andato nel giorno in cui l’ Unità  cessa la pubblicazione. Quasi una metafora.  Ma  vi è la certezza che un quotidiano che ha avuto collaboratori del suo valore, riemergerà  dalle difficoltà  e sarà nuovamente il quotidiano di chi “non molla”.                                 
 

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