Legge truffa regionale: le donne in campo

30 Luglio 2014
1 Commento


Red

Ci sono degli impenitenti che pensano a cose serie anche ad agosto e, stolti!, fanno di tutto per mantenere la mente ingombra anche ai monti o sotto l’ombrellone. Certo, direte, come i ladri ad agosto moltiplicano i furti così i governanti, approfittando delle ferie, scassinano la Costituzione o violano qualche diritto importante dei cittadini e dei lavoratori. Ergo ad agosto bisognerebbe essere più attivi che mai a difesa della democrazia. Quest’anno poi, la premiata ditta Renzi-Berlusconi-Napolitano sembra fare sul serio (si fa per dire!) e, dunque, più forte dovrebbe essere la nostra mobilitazione agostana.
Anche in Sardegna dovremmo stare in piazza anziché in spiaggia perché abbiamo problemi molto seri. Una giunta inconcludente innanzitutto. Inadeguatezza annunciata dal fatto che non rappresenta niente e nessuno. Ha il 60% dei consiglieri, ma solo il 19% dei voti dei sardi per via di una legge elettorale truffa, che può dare maggioranze faraoniche ma non rappresentatività e dunque autorevolezza. Si discute molto di capacità di questo o quell’assessore o del presidente. Nossignori, non è questo il punto. Il punto è che non rappresentano nessuno. Le idee non nascono astrattamente dal cervello (ammesso che gli assessori attuali ne abbiano in senso politico), nascono dal collegamento con pezzi veri della società, dall’essere innervati con essi. E’ in questo modo che la realtà ti pone i problemi e ti indica anche le risposte possibili e ti dà sostegno e forza per realizzarle. La politica nasce da questa dialettica rappresentanza/società, se non c’è questo, non c’è e non può esserci politica. La legge elettorale truffa ecco il problema. C’è un ricorso al Tar per annullarla, previo invio alla Consulta, ricorso, proposto da 25 elettori democratici, che mira a mandare a casa la giunta abusiva e i consiglieri abusivi, quelli eletti per il bacio della pantofola a questo o a quello, ma senza voti. Una premessa necessaria per tornare ad avere istituzioni rapresentative e dunque, nel bene o nel male, più efficaci.
Il ricorso al Tar è stato rinviato a novembre per questioni procedurali. Quattro mesi in più in carica per i consiglieri e gli assessori abusivi, ma anche quattro mesi che possono allargare la mobilitazione contro la legge truffa. Ad esempio, ampliando la partecipazione femminile al processo. Una delle censure, quella più radicale, contro la legge elettorale sarda è quella che mette in evidenza la scarsa rappresentatività femminile in Consiglio: sei donne di 60 membri, un dato che ormai non si registra più neanche nei parlamenti islamici, roba da medioevo! Eppure nel nostro consiglio regionale è così, nonostante la Costituzione ponga il principio di eguaglianza e richieda dalla legislazione azioni positive per realizzare la parità di genere.
E allora ecco all’opera i soliti impenitenti, fra i quali Claudia Zuncheddu, Marco Ligas, Antonello Murgia e Andrea Pubusa. Si son visti un’oretta. Per complottare cosa? Per organizzare da qui a settembre l’adesione di qualche decina di elettrici sarde ad un atto d’intervento nel ricorso elettorale contro la discriminazione politica ai danni delle donne.  La raccolta delle adesioni è dunque aperta. E’ sufficiente essere iscritte alle liste elettorali della Sardegna e si può firmare. Per adesso basta dare il nome e la mail o il telefono, a settembre verrano raccolte le firme e poi ci sarà un intervento in causa di donne, rappresentate da un avvocato donna. Un piccolo segnale che anche in questa terra desertificata dalla malapolitica e dalla malalegislazione bipartisan, qualcuno non ci sta, sta fuori dal coro e si batte per la dignità delle istituzioni rappresentative sarde, e cioé per la Sardegna. Senza la voce delle donne l’identità è una parola stonata.

1 commento

  • 1 Lucia Pagella
    30 Luglio 2014 - 13:36

    io ci sto, eccome se ci sto! I dati li avete sopra. il telefono é 070/301370.
    Mi auguro che non si tratti di decine di elettrici ma di centinaia. Lucia Pagella.

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