Bel colpo Emanuele! Dammi il cinque Renato!

12 Novembre 2008
11 Commenti


Andrea Pubusa

Bel colpo vecchio volpone! Elegante, felpato, perfino signorile, com’è nel tuo stile. Hai capito che il bel René tutto è fuorché uno schizzinoso, che oggi ha bisogno di appoggi più dell’aria. E tu con tempismo e leggerezza hai solo fatto una moina. Niente di eclatante, niente rotture. Sottovoce, senza far rumore. Hai virato impercettibilmente al centro, distinguendoti dal cardinale. Nel momento di massima contestazione della segretaria regionale, tu hai richiamato al buon senso: “niente giudici, compagni, le questioni politiche si risolvono con la politica!”. Il bel Renè non credeva ai suoi occhi. Avere Emanuele fra i suoi, che fortuna! O meglio, non tanto averlo fra i suoi, perché lui del gregario – bisogna ammetterlo - non ha l’indole; è sempre stato un capo e, anche se malconcio, ne mantiene il piglio (se non più la sostanza). Ed allora non lo puoi avere fra i tuoi. Sarà fra coloro che, autonomamente e responsabilmente, per il bene del Partito e della Coalizione, nell’interesse dei sardi per battere il centrodestra, dicono che è bene rinserrare le fila e che, senza entusiasmo, per necessità, non si può far altro che appoggiare l’unico candidato possibile.
Bel colpo Renè! L’appoggio di un pezzo da novanta come Emanuele val bene un Consorzio. E poi come filano lisce le intese fra capi! I gregari non fiatano: d’incanto niente divisioni, al bando i distinguo e i mal di pancia: è unanimità improvvisa e convinta. Miracoli consortili!
D’altronde, quei rincoglioniti della sinistra radicale, della Legambiente e perfino quelli del Socialforum ci vuol poco a tirarseli dietro. Basta far finta di combattere per l’identità e il territorio e il gioco è fatto! E della democrazia sarda, chi se ne… Son così rimbambiti da non accorgersi che sul G8 il bel René fa due parti in commedia. Stà con gli antimilitaristi in favore degli affari e in favore dei militaristi e guerrafondai purché glieli lascino fare.  Appoggia i critici della globalizzazione e gli artefici di un supercapitalismo aggressivo e senza regole.
Di qui alla primavera la campagna acquisti del Presidente continuerà. L’importante è non incontrare ostacoli nella ricandidatura. Nell’interesse della Sardegna, sia ben chiaro! PRC e PDCI si son sempre accontentati di poco, un assessorato, un ente e un piano straordinario del lavoro non si negano a nessuno: un po’ di soldi, un po’ di salari per pochi mesi, molta propaganda a basso costo. Nessun problema. Del resto, perché togliere il giocattolo del finanziamento di cantieri a chi, immarcescibile, lo usa da vent’anni?
E i socialisti? Possibile che tutti abbiano perso il vizietto e tirino dritti per la loro strada? Una Asl può fare alla bisogna, come in Gallura. Non li piegherà tutti, ma ne fiaccherà più d’uno.
E Tore Cherchi che fà? Come al solito, tace. Studia la situazione, analizza: per uscire allo scoperto ha bisogno di certezze, lui è responsabile, non è un avventurista.
In questo panorama senza santi ed eroi e con molti navigati, bisogna ammetterlo, l’unico a giganteggiare nel notabiliato del centrosinistra è Cabras, il cardinale. Non sarà solo per caso che, con pochi seguaci, si sia pappato i resti del PCI sardo, trenta volte più grande. In fondo anche lui non ha indole servile; se non può vincere, vuole almeno trattare. Craxi lo ha abituato ad essere più esigente, a fare le cose in grande. Lui, ci puoi scommettere, di un Consorzio non si accontenta.
E la democrazia sarda?

11 commenti

  • 1 Quesada
    12 Novembre 2008 - 16:04

    Complimenti professor Pubusa!
    Pane al pane e merda alla merda: non siete rimasti in molti a saperlo dire.
    Ma veramente lei, alla sua età, con la sua intelligenza, ha mai avuto dubbi che il candidato alla presidenza della Regone per conto del PD sarebbe stato René ?
    Per liberarsi di lui e della sua corte di clientes che si …. sacrificano per il bene della Sardegna occorrerà trombarlo alle prossime elezioni.
    Magari turandosi il naso!

  • 2 Costantino Frontigheddu
    12 Novembre 2008 - 17:41

    E’ brutto invecchiare così, dimenticandosi del passato.

  • 3 Carlo Dore jr.
    13 Novembre 2008 - 10:41

    Scusi Quesada (ndr, ma perchè sul blog continuiamo ad accettare l’indegna pratica dei commenti postati da chi non si firma con il proprio nome e cognome?), temo di non aver capito. Vuole forse affermare che dobbiamo “trombare” Soru alle prossime elezioni (ndr, che linguaggio colorito!) e quindi beccarci cinque o dieci anni di centro-destra pur di far fuori il Governatore in carica? Vuole forse affermare che, pur di vedere Soru lontano da Villa Devoto, è disposto a sorbisri il bello spettacolino offerto dalle veline del Bagaglino e dai giocatori del Milan che imperversano per Viale Trento, mentre Berlusconi si diverte al sole della Certosa? La prego, mi dica che ho male interpretato il significato delle sue parole…Nessuna persona dotata di un minimo di buon senso potrebbe augurarsi una simile prospettiva!

  • 4 Elio Pillai
    13 Novembre 2008 - 12:35

    Dore
    In quanto a divertimento non so chi si diverte di piu tra tra i mari di Villa Certosa o di Villasimius? Io vorrei vedere Berlusconi lontano dall’Italia quanto Soru lontano da Villa Devoto con tutta la sua corte. Ha ragione Andrea si è aperto il mercato delle ….non con i giocatori del Milan, ma con tutt’altri giocatori e altre veline, questi ultimi tutti a carico della collettività. Anche loro impervesano da Viale Trento a Villa Devoto, e non è un bel vedere. L’esempio che fa Andrea non lascia dubbio alcuno. I due hanno in comune molto, il Potere prima di tutto.
    Che bella prospettiva!

  • 5 Daniela
    13 Novembre 2008 - 16:05

    Non credo, certo, che una persona di buon senso possa augurarsi che il centro-destra ritorni a governare la Regione, ma non ritengo che per evitarlo sia sufficiente votare Soru. Forse sarebbe stato necessario lavorare ad un progetto alternativo, elaborare un programma serio (non un manifesto astratto) diretto alle tante persone che, (molte di più di quelle che per una difesa del centro-sinistra ad ogni costo sarebbero disposte a votare ancora una volta Soru) pur non avendo particolari ideali o partiti di riferimento, hanno tanti problemi e, chiediamoci per quale motivo, sono convinti che Berlusconi sia in grado di risolverli, non certo il centro-sinistra almeno così come rappresentato. Non crede che sarebbe il momento che almeno i partiti e le persone che hanno in questi anni osteggiato un determinato modo di governare, si mettano coraggiosamente al centro di una nuova idea, se non di centro-sinistra, di fare politica? Lei ha ragione non è certo un bello spettacolo quello offerto dalle veline del Bagaglino o dai calciatori del Milan ma mi chiedo se valga davvero la pena stare a guardare quello che il Presidente Soru (caso mai rinviato a) vorrebbe offrirci prossimamente.

  • 6 Quesada
    13 Novembre 2008 - 16:41

    Come vede, professor Pubusa, non siete rimasti in molti!
    Anche nel suo staff c’è chi, davanti ad un grumo fetido, prima di esprimersi si chiede da dove proviene.
    Se proviene da un orifizio di sinista è cioccolata,
    Se da un orifizio di destra è merda! (pardon: materia fecale).

  • 7 A.P.
    13 Novembre 2008 - 17:44

    Carlo Dore jr. esprime sempre con franchezza le proprie opinioni e di questo gli va dato pieno merito. Si tratta di posizioni che stanno sempre all’interno degli orientamenti che attraversano e agitano l’area del centrosinistra. Altra cosa è se esse siano anche condivisibili. Ma questo non è un problema per noi, perché non solo ci piace il pluralismo delle idee, ma lo ricerchiamo come l’aria. Riteniamo sia un bene in sé. Anzi il bene più prezioso.
    Parlo al plurale perché questa è (o vorrebbe essere) la filosofia di questo sito. L’unica cosa che raccomandiamo è stare al merito della questione.

  • 8 Carlo Dore jr.
    13 Novembre 2008 - 23:48

    Ringrazio il Prof. Pubusa per il rilievo che il sito riserva ai miei articoli ed interventi, nella piena consapevolezza (sempre più rara, in verità) del fatto che la diversità delle opinioni costituisce la base di ogni forma di dialettica democraica.

    Devo inoltre una risposta a Daniela (non perdo invece tempo a replicare a chi, continuando a trincerarsi dietro l’anonimato, dimostra una consolidata esperienza nel dissertare di orifizi e materia organica). Chi mi conosce direttamente, o chi ha avuto la pazienza di leggere i miei interventi pubblicati su questi o su altre testate, sa che non appartengo alla categoria dei “soriani di ferro”. Penso infatti che l’attuale Capo dell’Esecutivo abbia commesso una miriade di errori nel corso di questa sua esperienza di governo (non ultimo, l’allontanamento di due assessori della competenza e dello spessore politico e culturale di Tonino Dessì e Francesco Pigliaru); penso inoltre che abbia disatteso una delle principali promesse formulate durante l’ultima campagna elettorale: quella di favorire la creazione di una nuova classe dirigente, nel quadro di una complessiva “moralizzazione” della politica isolana. Io non credo che Soru debba essere sostenuto dall’intera area democratica perchè la sua rappresenta la migliore tra le candidature possibili; credo che debba essere sostenuto perchè al momento non esiste una seria alternativa al progetto politico di Mr. Tiscali. Sarebbe quindi preferibile accettare Soru come leader della coalizione per le prossime elezioni, ed iniziare a discutere di un programma che possa essere largamente condiviso, magari chiedendo liste “aperte” alla società civile ed una sostanziale modifica delle attuali disposizioni in tema di conflitto di interessi.
    Daniela giustamente osserva: perchè non lavorare ad una alternativa “di sinistra” capace di proporre un nuovo modo di fare politica? Provo a rispondere, con una punta di amarezza ed un filino di rammarico: ci abbiamo provato. Io, il prof. Pubusa, Enrico Palmas, Tonino Dessì, Luca e Manuela Scroccu abhiamo aderito a SD proprio perchè credevamo in un movimento che proponesse un nuovo modo di fare politica: una politica intesa come necessità di assecondare l’interesse generale, e non concepita come una scorciatoia per il potere. Ci abbiamo provato, ma quell’esperienza è naufragata a causa sia dell’inconsistenza del progetto di base (diciamo la verità: ci siamo fatti un pò fregare…), sia dalle logiche burocratiche di chi, lungi dal volersi impegnare in quella ricerca dell’interesse generale a cui ho appena fatto riferimento, concepiva l’impegno politico esclusivamente come ricerca di una collocazione o, ancor peggio, di un semplice posto di lavoro.
    Ci abbiamo provato, e spero ci proveremo ancora: ma ora il tempo stringe. Non possiamo costruire una credibile alternativa a Soru in un paio di mesi, possiamo solo incrociare le dita, e contrapporci con tutte le nostre forze all’incedere di quel regime putiniano che, giorno dopo giorno, avvelena il Paese.
    Questo è il mio pensiero: è un pensiero onesto, di una persona come tante che coltiva la passione per la politica autentica.
    Pazienza se la mia posizione non è condivisa dall’anonimo interlocultore.

  • 9 Quesada
    14 Novembre 2008 - 08:39

    E’ facile firmarsi con nome e cognome quando si incensano i potenti.
    E magari non si ha famiglia da mantenere !
    E magari si ha alle spalle una famiglia che dà invece di chiedere …
    Un vero eroe!

  • 10 Daniela
    14 Novembre 2008 - 16:53

    1)Contrapporci con tutte le nostre forze all’incedere di quel regime putiniano…
    2)pensiero onesto, di una persona come tante che coltiva la passione…

    Sono queste le frasi che della sua risposta più mi colpiscono. La prima mi fa subito pensare ad un sentimento di paura da cui scaturisce la soluzione: sosteniamo Soru. Ma non è che in questo modo non facciamo altro che alimentare proprio quel sentimento di paura (che sembra ormai aver invaso la maggior parte degli italiani) su cui, guarda caso, la destra ha puntato e vinto le scorse elezioni? Ecco perchè bisognerebbe elaborare un progetto serio e solidale, capace di fare intravedere un modo migliore di investire le risorse pubbliche.
    Passione/onestà: posto che non ho mai messo in dubbio che fossero questi i sentimenti che la muovono, mi chiedo: non è forse la passione ciò che consente di superare la paura e quindi di poter fare la differenza? Sono convinta che ci siano persone più che capaci di elaborare una seria alternativa al progetto di Mr. Tiscali (Lei stesso ne ha individuata qualcuna), e non credo sia troppo tardi, poichè queste stesse già da molto tempo hanno scelto, di fronte a tutti i Sardi, di dire no.

  • 11 GIORGIO COSSU
    19 Novembre 2008 - 16:02

    A Quesada
    Ho provato fastidio e rifiuto del modo volgare e sommario di esprimersi, perché trovo inaccettabile il linguaggio scurrile e generico, improprio nel privato, bandito dal dialogo politico che deve ragionare sulle ragioni comuni. Sono un avversario radicale da sempre di SORU, proprio per una ragione teorica e di principio, non intendo che si confonda una opposizione di fondo, proprio perché riferita ad una alternativa pubblica di alto livello, con chi avvelena e degrada il confronto a guerra informe. Lascio a Soru l’apertura del vaso di Pandora del moralismo teso a regolare conti con tutti come nemici e dei gregari violenti e sommari come Melis e altri, con modi da talebani, che vanno banditi dal confronto.
    Aggiungo che ho forte fastidio per i toni di Dore sr. scostanti e acidi, fuori da una linea, espressione di non rispetto e di malcostume, manichei, di quelli di Nanni Spissu esasperati e demagogici, fuori misura, privi di analisi. Nell’area riformista i modi giacobini umorali, l’esasperazione del conflitto, l’incapacità di ascolto e il manicheismo inquinano e incrinano le basi del disegno riformista, che si basa sull’idea di riforme come soluzioni di problemi sociali ed economici o innovazioni attraverso e mediante un processo cooperativo e pragmatico che porta a definire una serie di scelte e soluzioni ragionevoli e comuni, quindi su un metodo alto, non populistico nè moralistico ma popolare, non conflittuale ma “cooperativo”, razionale e di piena democrazia.
    DORE jr
    Il programma di Soru era con chiarezza un programma culturalmente arretrato tutto basato sulla conservazione dell’identità intesa come passato e non come scelte, sul rigore senza una linea di riforma del ruolo pubblico, quindi solo liberista, sui centri di eccellenza per rigore, come soluzione di industria senza territorio, per assenza di una politica di intervento sul sistema, per improvvisazione.
    In democrazia non esistono PRIMA le persone eleggibili, ma le linee su cui dibattere e confrontarsi. Le candidature devono nascere dopo un confronto sulle idee, l’emersione di un gruppo dirigente in cui per selezione naturale emerge una leadership più o meno riconosciuta fondata non sul potere ma sulla capacità di elaborazione, proposta, di equilibrio, e sul relativo consenso, più o meno robusta e più o meno da bilanciare.
    Se non si consente un processo democratico ampio si ricorre al candidato più forte.
    Non ci sono solo i “soriani di ferro” ma anche quelli dentro una gamma di posizioni che difendono l’area dalla possibile sconfitta, senza accorgersi non solo dei prezzi singoli, ma dello snaturamento dell’area sotto due profili: 1 il ruolo di riforme progressive fondate su istituzioni partecipate, 2 di un metodo centralistico e autoritario che snaturano tutta la natura pluralistica e popolare delle culture di sinistra, cattolico- democratica e liberale confluite nell’idea dell’Ulivo.
    Chi combatte gli avversari interni o vede l’occasione di regolare una serie vera di risentimenti e delusioni. Chi crede ad alcune misure di rigore o obiettivi dichiarati, senza curarsi degli effetti carenti rispetto al mercato, come i progetti integrati, ed al territorio come il PPR . Chi inclina a decisioni rapide e forti senza guardare al metodo ed al consenso.
    Si deve riconoscere che per molti anni la regione ha seguito una politica di mediazione passiva, di spartizione e di assistenza e sprechi. Che il rigore ha prodotto risultati nella riforma sanitaria e degli enti agricoli dove ha funzionato una delega a tecnici, mentre nella formazione senza un piano si è riprodotta l’assistenza con 180+600 milioni, su cui si sono sfiorate due crisi della giunta, per risolvere problemi non risolti. Manca una politica di crescita del sistema economico e delle aree territoriali. Per l’idea vecchia di congelare l’esistente, di combattere la globalizzazione con le produzioni tradizionali e di nicchia, con l’identità, l’interno con gli alberghi diffusi. Lo confermano non solo i documenti e i discorsi bruschi, ma gli atti e i risultati. Sardegna promozione per l’immagine della regione, per il turismo dovrebbe con la promozione del territorio attrarre anche gli investimenti esteri, risponde a questa visione sbilenca e infondata.
    Questa politica sbilanciata si sostiene e giustifica con l’aumento dei conflitti verso le forze sociali sindacati e imprenditori, verso settori il manifatturiero, il turismo, l’edilizia, ingessando la PA come ostaggio, incerta e intimidita, imponendo il controllo sullo stesso partito su tutte le scelte per cui i fondi restano fermi. Mentre le grandi opere Betile e Monteponi 40+40 milioni sono prive di ragioni funzionali ma pure illusioni velleitarie e segni di potere.
    Che la questione e non fosse e non sia il ricambio ma la linea lo confermano le dimissioni di 4 assessori. Tonino DESSI’ si è scontrato su questioni di scelta, Monteponi, PPR sbilenco, e di metodo, PIGLIARU continua a proporre le stesse linee di intervento della progettazione integrata e del M&B come soluzioni principali e di fatto esclusive di sviluppo locale.
    E’ necessario cambiare obiettivi e metodo.
    E’ possibile cambiare verso una politica riformistica coraggiosa e di innovazione? Se si attiva un processo democratico pluralistico che richiami le forze migliori da un processo di tipo costituente per un processo comune.
    Prima di affidarsi ad un nome che poi stende un programma e sceglie un gruppo, si discuta di una politica nuova, una linea politico programmatica che fa emergere linee e insieme un gruppo dirigente.

Lascia un commento