Francesco Cocco
Ho avuto l’opportunità di partecipare all’ interessante presentazione dei lavori del Centro Studi Filologici Sardi. Un’ attività benemerita che sta ponendo in luce molti aspetti e molti autori del nostro passato. Ma non è di questo che voglio occuparmi. Auspico che altri lo facciano con maggiore puntualità e competenza. Io voglio semplicemente sottolineare come un momento del dibattito abbia messo in evidenza le inadempienze dello Stato (dell’ Italia, è stato detto) nei confronti della Sardegna.
Verissimo: lo stato è inadempiente, non mantiene i patti, tradisce gli accordi, manca alla parola data. Autore di tale denuncia è stato Paolo Maninchedda, fine filologo ed assessore ai lavori pubblici. Mi dicono un gran bene sul suo attivismo. Ed io non ho motivo di dubitarne anche perché abbiamo combattuto insieme la battaglia per il referendum sulla legge statutaria. Ricordate ? Quella porcata che stabiliva che il presidente e gli assessori potevano partecipare con le loro società alle gare d’appalto della Regione. Provate a pensare l’indignazione che avrebbero avuto uomini come Lussu, o – senza citare i miti ed allargando lo scenario- presidenti del livello di Dettori, di M. Melis, di Crespellani.
Bene, caro Paolo, tu hai ragione. Anch’ io ho avuto modo di sperimentare come assessore che lo Stato è poco italiano e molto “italiota”, che non dobbiamo fidarci della parola data, che fa spesso marcia indietro. Tutto giusto! Ma perché non cominciano a prendercela con noi stessi? Perché la Regione non dimostra lealtà ed efficienza verso i cittadini sardi ?.
Caro Paolo tu hai la responsabilità di un assessorato di primaria importanza, nella cui giurisdizione rientra un ente come “Abbanoa”. Cioè di un ente che somministra ai sardi l’acqua, il più essenziale dei beni. Perché non mandi persone di tua fiducia a verificare come agli sportelli di quell’ ente vengono trattati gli utenti, cioè i Sardi. Perché non fai controllare i ritardi e le inadempienze contrattuali di quell’ente sotto la tua giurisdizione? Ne vedrai delle belle, avrai modo di constatare quanta fellonia nei confronti dei sardi. Si, dico fellonia perché siamo in presenza del grande tradimento delle aspettative che i sardi ponevano nell’istituto autonomistico. Come sai io sono tanto vecchio da ricordare le attese ed il clima di entusiasmo per le prime elezioni regionali del 1949 ed è per questo che con fastidio parlo di tradimento, ma confido nel tuo impegno contro la dominante infingardaggine.
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